Gabriele D'Annunzio. L'inimitabile atleta Stampa E-mail

Sergio Giuntini

Gabriele D'Annunzio
L'inimitabile atleta
Sport e super-omismo


Bradipolibri, pagg.136, € 13,00

giuntini dannunzio  IL LIBRO – In Gabriele D'Annunzio, il Vate, l'Imaginifico, il Poeta-soldato, anche lo sport concorse alla massima esaltazione del proprio smisurato Ego individualista. L'evoluzione seguita da questo processo dannunziano, nel quale lo sport era inteso come forma d'arte e di vita, passò per quattro diversi stadi: il panico, l'esotico, il mondano, l'eroico.
  Per circa un ventennio, da "Il Piacere" (1889) al "Forse che sì forse che no" (1910), D'Annunzio occupò incontrastato questa scena. Fu lui l'unico grande intellettuale italiano, ancor prima dei futuristi, ad aver colto il ruolo che lo sport avrebbe recitato nella società e nella cultura del Novecento. Dominò da Super-uomo un fenomeno, come quello sportivo, che ha un estremo, assoluto bisogno di super-uomini o super-campioni.
  Era sempre D'Annunzio a dettarne le mode e i ritmi, così da piegarlo alle proprie esigenze d'immagine: da raffinato sportsman edonista, esteta, guerriero.
  Nessuno poteva o riusciva a contrastarlo in una simile gara senza degni avversari.

  DAL TESTO – "Guerra totale di dimensioni sino a quel momento inimmaginabili, scontro globale a cui presero parte grandi masse militari e civili, il primo conflitto mondiale inaugura l'età contemporanea, incide fortemente sul processo di modernizzazione e determina nella geografia politica europea una quantità di cambiamenti di portata storica epocale.
  "Non soltanto ridefinirà i confini del vecchio continente, ma inciderà profondamente sui bisogni, gli stili di vita, le richieste di partecipazione di coloro i quali avevano vissuto il tragico evento bellico. In tali rapide trasformazioni rientrò organicamente il medesimo sport. E ciò valse maggiormente per l'Italia: il Paese che, da un punto di vista sportivo, si era presentato più impreparato all'appuntamento con la Grande Guerra. Un vero fallimento si dimostrarono ad esempio i mezzi d'addestramento fisico del soldato sin lì utilizzati all'interno delle armate. Il conflitto, sotto tale profilo, costituì un fattore di accurato riesame dell'effettiva qualità che derivava da una preparazione di base imperniata pressoché esclusivamente sugli esercizi ginnici. E a dire che la ginnastica militare si rivelò largamente inadeguata di fronte al logorante stress neuro-muscolare indotto nel soldato dalla "guerra di posizione", dalle lunghe attese in trincea. E dopo la debacle caporettiana, un simile tipo di addestramento sportivo imboccherà un'irreversibile parabola discendente. Alla ginnastica nei cortili delle caserme inizieranno ad affiancarsi quegli sport competitivi (football, atletica leggera, pugilato, ecc.) che risultavano molto più funzionali in efficacia bellica, agendo altresì da elementi di integrazione e fraternizzazione tra le truppe. Anche l'Italia e il suo esercito ricavarono perciò dalla Grande Guerra la lezione suggeritagli dal contatto con i militari di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti d'America, e gli sport adottati dalle armate di queste nazioni filtrarono nel dopoguerra pure all'interno della società civile.
  "Il Primo conflitto mondiale favorì inoltre la nascita di un eroismo di genere del tutto nuovo e, per così dire, sportivo. Ciò si evince dalle vicende del corpo degli Arditi e dall'emergere della guerra tecnologica, in particolare quella condotta dall'aviazione militare. Terreno, questo, su cui più ebbe modo di rifulgere l'azione bellica dannunziana. Un D'Annunzio oggetto però, in tale ambito dei motori prestati alla guerra, della massiccia concorrenza futurista."

  L'AUTORE – Sergio Giuntini, storico dello sport, svolge attività di ricerca presso l'Università di Roma Tor Vergata. Autore di numerosi saggi, tra i più recenti si segnalano: "Pugni chiusi e cerchi olimpici. Il lungo '68 dello sport italiano" (Odradek, 2008); "Sport e fascismo" con Maria Canella (Franco Angeli, 2009); "L'Olimpiade dimezzata. Storia e politica del boicottaggio nello sport" (sedizioni, 2009); "Pape Milan Aleppe. Il Milan è un linguaggio di poeti e prosatori" (sedizioni, 2010); "Sport e stile. 150 d'indagini al femminile" con Maria Canella e Marco Turinetto (Skira, 2011).

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Giovanni Petrucci – Presentazione, di Bruno Gozzelino – Introduzione, di Bruno Bili – Prefazione, di Claudio Gregori - Da Leopardi a D'Annunzio: corpo, ginnastica e sport fra Otto e Novecento - Sole, nuoto e cavalli - "Il Piacere" del super-uomo - Il duellante di penna e spada - Gli sport mondani in Italia in Francia - D'Annunzio olimpico - D'Annunzio-Kafka: un incontro (o uno scontro) mancato nei cieli di Montichiari - Il poeta-soldato e la concorrenza futurista - Gabriele D'Annunzio tra canottaggio e motonautica - Plagiatore e plagiato - Un bilancio finale