Francesco d’Assisi Stampa E-mail

Dmitrij Sergeevič Merežkovskij

Francesco d'Assisi

Edizioni Biblioteca Francescana, pagg.236, € 10,00

 

merezkovskij francesco  IL LIBRO – Dmitrij Sergeevič Merežkovskij vede in San Francesco d'Assisi la realizzazione più piena della profezia gioachimita: «Il figlio spirituale di Gioacchino è San Francesco. "Che cosa è il Terzo Regno, il Regno dello Spirito?" , domanda Gìoacchino: Francesco darà la risposta» ("Gioacchino e San Francesco", XXVII). Altrove però precisa che «se Gioacchino avrebbe certo riconosciuto in Francesco il suo figlio spirituale, Francesco non avrebbe riconosciuto in Gioacchino il padre», perché Francesco, «cristiano della Chiesa Universale nel cuore, nella mente resta tuttavia soltanto un cattolico romano» (ivi, XXXIII). Gioacchino prevede il terzo Testamento, quello dello Spirito-Libertà e della Chiesa Universale. Francesco inizia, ma non compie, neppure lui, l'opera (ivi, XXXIV). Egli potrerebbe rappresentare la fine del secondo e l'inizio del Terzo Testamento (ivi, XL). In Francesco e nei primi suoi seguaci comincia infatti a compiersi la profezia gioachimita, il regno dello Spirito-Libertà, attraverso la «perfetta letizia», il «tesoro della santa povertade», in cui si nega «il tuo» e «il mio» (vi sono parecchie pagine dedicate alla contrapposizione tra l'antica comunità dei beni e l'odierno, aborrito comunismo, cfr. ivi, IV; "La vita di Francesco", XLVIII).
Questo anticipare il Terzo Testamento è anche un ritorno alla condizione adamitica: il corpo di Francesco che si denuda è «quale quello di una divinità olimpica o del primo uomo in Paradiso» (ivi, XXVIII); «l'uomo che viveva nudo nel Paradiso terrestre, attraverso il sacrificio del secondo Adamo crocifisso, solo nudo potrà rientrare nel secondo Paradiso, nel Regno di Dio» (ivi, LIX); «"Tutte le creature sorridevano alle sue carezze ... e obbedivano alla sua volontà", come obbedivano
alla volontà del primo uomo Adamo nel Paradiso» (LXVIII).
Altri temi propone l'operetta di Merežkovskij e i cultori di studi francescani, nel senso più ampio, potranno apprezzarne la ricchezza variegata. E tuttavia non è solo il fascino di una erudizione unita a una scrittura elevata e raffinata che può indurre a una rilettura di Merežkovskij, ma la sua proposta di leggere Francesco nel quadro dello Spirito: per cui la visione finale di Francesco, sulla Verna, del Serafino crocifisso, è la visione del «Figlio di Dio nello Spirito, la seconda persona nella terza» (ivi, CI). Il problema (che in modo diverso negli stessi anni ponevano Vl. Losskij e soprattutto H. De Lubac) rimane: come si compongono storia e spirito? E cioè, in che modo la libertà dello spirito si compone con la particolarità storica del modello biblico o piuttosto, per Francesco, con il modello cristologico?

  DAL TESTO – "Il più prossimo degli uomini al terzo Regno dopo Gioacchino, è Francesco, perché è il più libero. «Spirito è libertà». San Francesco non avrebbe potuto asserirlo come Gioacchino e, forse, non avrebbe nemmeno potuto comprenderlo. Ma soltanto in virtù della luce della esperienza religiosa di Gioacchino riflessa su Francesco si può comprendere la vita e l'opera di lui.
  "«Ecco finalmente, posso dire liberamente: il mio padre non è Pietro Bernardone, ma il Signore è il mio padre celeste!». È la prima parola di Francesco, nel momento in cui inizia «la vita secondo il Vangelo» e l'ultima sarà: «Ti ringrazio, o Signore, che mi hai concesso di morire liberato da tutto!». Tra queste due liberazioni è tutta la vita e l'opera di san Francesco.
  "L'«Evangelo eterno» sarà. Neppure questo avrebbe potuto dire Francesco come già aveva detto Gioacchino e, probabilmente, neppure ne avrebbe compreso il significato; tuttavia tutta la sua vita ne è stata ispirata. Il vangelo sembra a noi una regola di vita ormai passata che in atto non sarà mai più; per Francesco al contrario, essa è stata, è e sarà in eterno. Il che significa che il "nostro" vangelo è temporale, mentre il vangelo di Francesco è eterno, come quello di Gioacchino."

  L'AUTORE – Dmitrij Sergeevič Merežkovskij (Pietroburgo, 1865 - Parigi, 1941), scrittore, poeta e critico, è tra i padri del simbolismo russo. Al centro del suo pensiero e della sua vasta produzione, tradotta in tutte le principali lingue europee, ci sono temi religiosi e mistici, che lo guidarono anche nella fondazione di un influente circolo filosofico-letterario a San Pietroburgo e della rivista «Novyj Put'» (La nuova strada). Spirito libero e intransigente, si oppose sia all'autocrazia zarista che ai bolscevichi, e nel 1917 fu costretto a emigrare a Parigi con la moglie, la poetessa Zinaida Gippius. Dopo aver occupato per oltre cinquant'anni un posto centrale nella cultura russa ed europea, a partire dalla fine degli anni Trenta venne dimenticato, per essere poi riscoperto negli ultimi decenni.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Pier Cesare Bori - Gioacchino e Francesco - La vita di Francesco - Note