I 900 giorni. L'epopea dell'assedio di Leningrado Stampa E-mail

Harrison E. Salisbury

I 900 giorni
L'epopea dell'assedio di Leningrado


Il Saggiatore, pagg.743, € 23,00

 

salisbury leningrado  IL LIBRO – Il destino di Leningrado, la città più bella dell'Urss, la più fervida di vita intellettuale, fu segnato nell'estate del 1941, quando i generali sovietici e lo stesso Stalin sottovalutarono il pericolo di un'offensiva della Germania nazista. Intrappolata nella stretta dell'Operazione Barbarossa, Leningrado venne accerchiata dalle armate tedesche nel settembre del 1941. Per ventotto mesi, fino alla sua liberazione, nel gennaio del 1944, la città fu stretta nel più terribile assedio di tutti i tempi, in cui perirono quasi metà dei suoi abitanti. Una storia eroica e terribile, per lungo tempo avvolta nell'oscurità e nascosta dalla censura stalinista, che Harrison E. Salisbury per primo ha ricostruito attingendo a testimonianze, diari, memorie e archivi, in una ricerca durata venticinque anni. Nelle pagine dei 900 giorni scorre l'eroica difesa dell'Armata Rossa e di folle di volontari male equipaggiati; la pressione costante delle divisioni del Terzo Reich; gli episodi di coraggio e abnegazione, quelli di vigliaccheria; le morti per la fame, il gelo e i bombardamenti; gli sforzi di scrittori e artisti per tenere viva l'anima della città; i controlli feroci dell'apparato poliziesco; le disperate strategie dei generali per spezzare l'assedio e tenere aperta l'unica via per i rifornimenti, attraverso la superficie gelata del lago Ladoga. Con il rigore dello storico e lo stile tagliente del giornalista, Salisbury ha costruito una narrazione epica che coglie pienamente la materia della Storia, plasmata dal coraggio e dalle azioni di uomini e donne comuni che vivono e agiscono. Non semplici comparse su uno sfondo, ma protagonisti.

  DAL TESTO – "A Leningrado, la mobilitazione dell'esercito regolare si svolse in perfetto ordine. Due ore dopo l'annuncio della mobilitazione, il 91 per cento degli uomini della regione di Mosca s'era già presentato ai centri di arruolamento, e la percentuale era salita al 98,2 per cento nel giro di sei ore. Nella prima settimana di guerra, si erano offerti volontari 212000 cittadini di Leningrado, previa abilitazione e visita medica. Il numero definitivo di uomini arruolati fra i Volontari del Popolo è indicato con cifre diverse a seconda delle fonti, ma fu compreso tra 160000 e 200000. Il primo giorno, 30 giugno, alla chiusura delle liste di arruolamento, avevano firmato in 10890; il 4 luglio, il numero era salito a 77413. Inoltre, circa 90000 uomini, perlopiù giovani che non avevano ancora raggiunto l'età minima richiesta, furono arruolati in distaccamenti di polizia ausiliaria. Il primo problema che Ždanov aveva affrontato al suo ritorno a Leningrado era stato quello delle fortificazioni. Disse, a una riunione tenutasi presso il quartier generale di Smolnij, che «tre quarti degli sforzi» dovevano essere dedicati alla rapida creazione di una rete di opere difensive attorno a Leningrado.
  "Tale era stato anche il pensiero del generale Popov, il comandante di Leningrado, nel momento in cui rientrò a Leningrado da un giro d'ispezione che stava facendo quando era scoppiata la guerra. Popov ordinò la costruzione di una linea secondaria di difesa lungo il fiume Luga, circa centocinquanta chilometri a sudovest della città. Incaricò di tale compito il colonnello Bycevskij e nominò il generale Konstantin P. Pjadyscev, vicecomandante di Leningrado, capo di quello che presto sarebbe diventato il Gruppo Operativo Luga, una formazione speciale incaricata della difesa della linea in costruzione. Il Consiglio Militare diede la sua approvazione al progetto il 25 giugno, in occasione di una riunione cui parteciparono il generale Popov, il membro del Consiglio Militare N.N. Klementjev e i segretari del Partito Kuznetzov e Sc'tykov."

  L'AUTORE – Harrison E. Salisbury (1908-1993), giornalista statunitense, ha diretto la sezione del "New York Times" di Mosca dal 1949 al 1954. Tornato negli Stati Uniti nel 1960, ha continuato a lavorare al "New York Times" come caporedattore ed è stato uno dei primi giornalisti a opporsi all'intervento americano in Vietnam. È stato più volte corrispondente estero da Pechino, fi no alla protesta di Piazza Tiananmen nel 1989. Tra le sue opere si ricordano: "Rapporto da Hanoi", "La vera storia della lunga marcia", "Diario di Tiananmen".

  INDICE DELL'OPERA – Parte prima. La notte senza fine - Personaggi principali - 1. Le notti bianche - 2. Non tutti dormirono - 3. Quel fatidico sabato - 4. La notte volge al termine - 5. L'alba del 22 giugno - 6. Che cosa aveva saputo Stalin - 7. Che cosa credeva Stalin - 8. Cieli senza nubi - 9. Una questione di particolari - 10. Sulle vie d'accesso più lontane - 11. Arriva la Freccia Rossa - 12. Persino i morti - Parte seconda. La campagna d'estate - 13. I giorni bui - 14. Ždanov in azione - 15. I cigni bianchi - 16. L'Armata Rossa si ritira - 17. I primi giorni - 18. La linea della Luga - 19. La linea della Luga crolla - 20. Il nemico alle porte - 21. Stalin al telefono - 22. Il disastro di Tallinn - 23. La Dunkerque russa - 24. La crisi del Nord - 25. Gli ultimi giorni d'estate - 26. La città sarà abbandonata? - Parte terza. Leningrado assediata - 27. Il cerchio si chiude - 28. Le nubi rosso sangue - 29. Non tutti furono coraggiosi - 30. Un osso duro - 31. Žukov al comando - 32. Fate saltare la città! - 33. Scavano trincee! - 34. La Fortezza della Corona - 35. Deus conservat omnia - 36. Sette uomini sapevano - Parte quarta. L'inverno più lungo - 37. «Quando sarà tolto l'assedio?» - 38. La Strada della Vita - 39. La città della morte - 40. Gli slittini - 41. Un nuovo tipo di reato - 42. La città di ghiaccio - 43. L'apocalisse di Leningrado - 44. «T» sta per Tanja - 45. La strada dei ghiacci per l'entroterra - 46. Morte, morte, morte - Parte quinta. La morsa d'acciaio si spezza - 47. Il ritorno della normalità - 48. Operazione Iskra - 49. I Novecento Giorni continuano – Epilogo - 50. L'Affare di Leningrado - Note sulle fonti - Note