Tempi di malafede Stampa E-mail

Sandro Gerbi

Tempi di malafede
Guido Piovene ed Eugenio Colorni
Una storia italiana tra fascismo e dopoguerra


Hoepli, pagg.XXII-298, € 18,00

 

gerbi malafede  IL LIBRO – Cinquant'anni di storia italiana riletti attraverso la sofferta amicizia dei due protagonisti, lo scrittore Guido Piovene e il filosofo Eugenio Colorni, molto diversi per temperamento ed estrazione: di nobile e cattolica famiglia veneta, il primo; alto borghese, figlio di un imprenditore israelita, il secondo. Uniti però in gioventù dalla passione per gli studi e dall'ammirazione per gli stessi maestri all'Università di Milano (Giuseppe Antonio Borgese e Piero Martinetti).
  In origine antifascisti entrambi, il loro sodalizio s'interrompe bruscamente nel '31, quando Piovene inizia una brillante carriera giornalistica all'ombra del regime, prestandosi anche alla campagna razziale del '38. La separazione durerà dieci anni, periodo in cui il socialista Colorni si immergerà sempre più nella lotta clandestina, fino all'arresto e al confino a Ventotene. Il loro dialogo riprenderà a sorpresa durante la guerra, ma sarà spezzato dalla tragica morte di Colorni a Roma, durante l'occupazione nazista: un incubo che continuerà a perseguitare l'ondivago Piovene nei trent'anni successivi.
  La nitida e originale ricostruzione di Gerbi illumina sia la vita pubblica sia quella privata dei due attori principali, con un contorno di affascinanti figure femminili e una folla di comprimari del calibro di Ojetti, Saba, Spinelli, Montanelli e Moravia. Al centro, il tema incandescente del lavoro intellettuale in tempi di dittatura.
  In questa nuova edizione, minuziosamente rivista con centinaia di ritocchi, correzioni e aggiunte, il lettore troverà anche una suggestiva sezione fotografica, la cronologia di entrambi i protagonisti, nonché due nuove appendici: il testamento di Colorni e una lettera inedita di Rossana Rossanda a Mario Alicata in difesa di Piovene.

  DAL TESTO – "Nel '31, l'antisemitismo 'militante' e la sua variante cattolica, l'antigiudaismo, rimanevano circoscritti ad alcuni ambienti nazionalistici e gesuitici. Del tutto isolato era Giovanni Preziosi, traduttore già nel '21 dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion e direttore di una rivista, «La Vita Italiana», velenosamente antiebraica e antisionista. Mussolini, il cui potere si era ormai consolidato, aveva abbandonato i toni oltranzisti adottati prima della marcia su Roma, allorché aveva fatto ricorso ai più classici slogan dell'antisemitismo (ebrei massoni, bolscevichi, dominatori della finanza mondiale, deicidi, ecc.). Alla fine degli anni Venti, il duce manteneva una posizione neutrale sul problema, dichiarando che in Italia non esisteva una questione ebraica. Anzi, nel '30, sistemati con il Concordato i rapporti fra Stato e Chiesa, aveva dato un più chiaro assetto giuridico alle comunità israelitiche italiane. In ogni caso, gli ebrei si sentivano sempre più integrati nel paese, tanto è vero che nella loro maggioranza vedevano con favore il regime. I pregiudizi antisemiti in questa fase rimanevano latenti, salvo riemergere a ogni piè sospinto in salaci motti di spirito o in certa letteratura 'popolare'.
  "Che Piovene avesse assorbito alcuni di questi umori, specie negli ambienti cattolici veneti della sua formazione, è più che probabile. Probabile pure che gli fossero capitati sott'occhio alcuni dei numerosi saggi di grossolano stampo positivistico sulla psicologia ebraica, pubblicati in Italia e in Francia a cavallo del secolo (tipica l'idea che, per il loro carattere, gli israeliti fossero più facilmente preda delle malattie mentali, mentre il ruolo centrale attribuito alla famiglia li preservava dalla sifilide). Forse Piovene ebbe anche modo di leggere la severa requisitoria contenuta nel libro Sesso e carattere dell'ebreo antisemita (e antifemminista) Otto Weininger, tradotto nel 1912. Ma i suoi 'precedenti' erano piuttosto labili."

  L'AUTORE – Sandro Gerbi (Lima, 1943), storico e giornalista, nell'ultimo decennio ha pubblicato i seguenti volumi: "Raffaele Mattioli e il filosofo domato" (2002); la biografia in due volumi di Indro Montanelli (insieme a Raffaele Liucci): "Lo stregone" (2006) e "L'anarchico borghese" (2009); infine "Mattioli e Cuccia. Due banchieri del Novecento" (2011). Collabora alle pagine culturali del "Corriere della Sera".

  INDICE DELL'OPERA – Nota alla nuova edizione – Introduzione - Tempi di malafede – I. Due gioventù – II. 1930: alla Regia Università di Milano – III. 1931: la rottura – IV. 1932-1938: la difesa della razza – V. 1929-1940: il confinato e il critico d'arte – VI. 1941: il 'perdono' di Eugenio – VII. 1942-1943: verso la disfatta – VIII. 1943-1944: Resistenza a Roma – IX. 1962-1963: La coda di paglia – X. 1963-1974: il fantasma di Eugenio – Appendici (Piovene: Contra judaeos - Colorni: Testamento - Piovene: Ritratto di Eugenio Colorni - Piovene: Promemoria autobiografico - Rossanda: Lettera a Mario Alicata (1962)) - Cronologia di Guido Piovene - Cronologia di Eugenio Colorni - Nota sulle fonti - Bibliografia essenziale - Indice dei nomi