"Machiavelli" di Francesco De Sanctis Stampa E-mail

Francesco De Sanctis

Machiavelli

Mephite, pagg.116, € 10,00

 

desanctis machiavelli  IL LIBRO – L'uomo moderno, il primo, si presenta al De Sanctis con la faccia di Niccolò Machiavelli. Così poi nella "Storia della letteratura italiana", ma un'analisi critica dell'autore e del significato del suo pensiero nella storia dello spirito è già approntata a grandi tratti in queste conferenze, che precedono di poco l'opera maggiore. Basterebbe accostarle al capitolo che dal Segretario fiorentino prende il nome per notare come già vi si trovino parecchi spunti e pensieri, e come simili siano pure l'impianto complessivo del discorso e i singoli giudizi.
  Adottando uno schema di matrice hegeliana, basato sull'opposizione medioevo/età moderna, De Sanctis medita qui sulla novità dei concetti e dei metodi che Machiavelli, "in quel primo ingresso del secolo", comincia a elaborare e saldamente a fondare. La sua meditazione sul "cosa è stato Machiavelli" e sul "perché il gran secolo che rappresenta la fine del Medio Evo fu chiamato da lui" presuppone dunque quel rilievo nodale che avrà il suddetto capitolo nella dinamica interna della Storia, imperniata in sostanza sul grandioso e drammatico scontro tra due mondi, civiltà o secoli: il Medio Evo e l'Evo Moderno. Uno scontro che ancora nelle ultime propaggini del neoguelfismo e del neoghibellinismo, e nella denunciata persistenza di vecchie "forme" nel pensiero e nell'espressione (le chiama anche "forme di reminiscenze" che permangono in ogni nuovo "secolo"), veniva dal critico avvertito come attuale.

  DAL TESTO – "Era povero, avea bisogno di trovare un posto per sostentarsi. Allora i signori della repubblica fiorentina, ben diversi da' ministri d'oggidì, aveano un solo segretario a' loro servizi. Tra quattro concorrenti fu prescelto il Machiavelli; messo, per dir così, al noviziato; e poi vi rimase per quindici anni. Questo tratto di vita del Machiavelli si crede che fosse perduto per la storia, per l'immortalità dell'uomo; io potrei passarci sopra col dirvi: fece il segretario, e correr via. Ma ultimamente si sono scoverti nelle biblioteche di Firenze tutti i carteggi di Machiavelli, che ci mostrano le legazioni, le commissioni che egli sostenne; e se non parleremo di ciò che egli potea fare per la repubblica, perché era in un posto, come si direbbe, subalterno e senza alcuna preponderanza, cercheremo di leggere insieme in quel volume; poiché là si trova la dipintura de' costumi, de' caratteri, delle condizioni dei maggiori Stati di Europa; la storia reale, effettiva di essi, - e non quale generalmente si concepisce, - sotto la forma di ritratti. Il nostro fine si è quello di cercare Machiavelli, di studiarlo; voglio dunque che in quelle pagine veggiate il modo con cui egli comprende gli uomini, concepisce i principi, rappresenta le condizioni degli Stati a' quali è legato. Egli domanda a se stesso: il principe che cosa vuole? che cosa può? Quale è il tuo fine; dove vuoi mirare? Il tuo scopo deve essere questo o quello; e lo deduce dal suo carattere, dai costumi, dalle tendenze. E poi: Hai tu la forza di raggiungere quel fine?"

  L'AUTORE – Francesco De Sanctis (Morra Irpino, 1817 - Napoli, 1883) è una delle grandi personalità della cultura europea dell'Ottocento. Tra i suoi libri: "Scritti critici" (1866); "Saggio critico su Petrarca" (1869); "Storia della letteratura italiana" (1870-1871); "Nuovi saggi critici" (1874); "Un viaggio elettorale" (1876). Postumi apparvero lo "Studio sopra Giacomo Leopardi" (1855), il frammento autobiografico "La Giovinezza" (1889) e "La letteratura italiana del secolo XIX" (1897). Nel corso del Novecento l'opera desanctisiana è stata al centro di un intenso dibattito critico. Nella collana dei "Cacciaguida" sono apparse le "Lettere a Teresa" (2002).

  INDICE DELL'OPERA – Il pensiero solitario e il laboratorio, di Alfredo D'Orto - Abbreviazioni bibliografiche - Machiavelli - Note