La logica dell'azione collettiva Stampa E-mail

Mancur Olson

La logica dell'azione collettiva
I beni pubblici e la teoria dei gruppi


Ledizioni, pagg.203, € 14,00

 

olson collettiva  IL LIBRO – A cinquant'anni dalla sua pubblicazione negli Stati Uniti, "La logica dell'azione collettiva" è ormai da considerare uno dei contributi più originali e stimolanti della scienza sociale contemporanea, e il suo autore, Mancur Olson, è uno dei maggiori esponenti dell'approccio economico alla analisi dei fenomeni politici e sociali. Muovendo dal postulato dell'homo economicus, ovvero del perseguimento razionale dell'interesse individuale come fondamento dell'agire sociale, e applicando originalmente categorie fondamentali della teoria economica, come lo schema costi-ricavi, la tipologia delle forme di mercato, il concetto di bene pubblico, Olson confuta la tesi largamente accettata secondo cui i membri di un gruppo o di un'organizzazione sappiano e possano perseguire razionalmente i propri interessi collettivi, quali sono espressi negli obiettivi comuni. Lungi dal garantire la razionalità collettiva, il comportamento razionale e utilitaristico dei membri di gruppi di ampie dimensioni e di organizzazioni che offrono beni pubblici non esclusivi conduce a esiti negativi o comunque a risultati dell'azione non ottimali. Tali gruppi organizzati devono quindi agire intenzionalmente per indurre i propri membri a perseguire lo scopo comune, attraverso l'uso di sanzioni e di incentivi, capaci di modificare il rapporto costi-benefici dei singoli membri, rendendolo compatibile con il rapporto costi-benefici del gruppo e scoraggiando in tal modo il comportamento dei "liberi battitori".
  Nei primi due capitoli del libro viene presentata la teoria nelle sue linee essenziali con un'argomentazione limpida e serrata. Nei tre capitoli successivi, si procede alla verifica del teorema con riferimento all'analisi del comportamento sindacale, alle teorie ortodosse dello Stato e delle classi e alla teoria dei gruppi di pressione, sottoponendo a una critica radicale i più noti paradigmi dell'azione collettiva, da quello marxista a quello pluralista. Infine, nell'ultimo capitolo, si sviluppa ulteriormente la teoria analizzando i fattori che spiegano l'esistenza dei grandi gruppi organizzati.
  "La logica dell'azione collettiva" è vulnerabile a molte critiche se pretende di essere una teoria generale dell'agire sociale; ma offre una chiave interpretativa di grande utilità nell'analisi di tutte quelle situazioni in cui l'assunto del perseguimento razionale dell'utile individuale può essere plausibilmente applicato. Come spesso accade ai migliori contributi scientifici, è un'opera "di confine" e costituisce una lettura obbligata per gli studiosi di economia pubblica, di sociologia economica, di scienza politica.

  DAL TESTO – "La combinazione tra interessi individuali e interessi comuni in un'organizzazione suggerisce un'analogia con un mercato competitivo. In un settore competitivo, per esempio, le imprese hanno un interesse comune che è quello di ottenere un prezzo più elevato per il prodotto del settore stesso. Poiché il prezzo che si afferma in un simile mercato deve essere uniforme, una singola impresa non può aspettarsi di spuntare prezzi più elevati, a meno che tutte le altre imprese del settore non ottengano anch'esse lo stesso aumento del prezzo. Un'impresa all'interno di un mercato competitivo, tuttavia, ha anche interesse a vendere il più possibile, fin tanto che il costo di produzione di un'unità addizionale non ecceda il prezzo di tale unità. Non vi è in questo alcun interesse comune; l'interesse di ogni impresa si oppone direttamente a quello di tutte le altre imprese, poiché più le altre imprese vendono, più si riduce il prezzo e il reddito di una data impresa. In breve, mentre tutte le imprese hanno un interesse comune nell'ottenere un prezzo più alto, esse hanno tuttavia interessi antagonistici per quanto concerne la quantità prodotta. Questo fatto può essere illustrato da un semplice modello di domanda e di offerta. Si assuma, allo scopo di rendere il ragionamento più semplice, che un settore industriale competitivo si trovi momentaneamente in una situazione di non equilibrio in cui dato il loro attuale livello di produzione, il prezzo eccede il costo marginale di tutte le imprese del settore. Si assuma, inoltre, che tutti gli aggiustamenti vengano compiuti dalle imprese già attive nel settore, piuttosto che da nuovi concorrenti, e che il settore nel suo complesso si trovi in una parte non elastica della curva di domanda per i suoi prodotti. Dato che per tutte le imprese i prezzi eccedono i costi marginali, la produzione verrà aumentata. Ma, non appena tutte le imprese accrescono la loro produzione, i prezzi diminuiscono; poiché la curva di domanda del settore è, per definizione, inelastica, il reddito complessivo del settore risulterà, nei fatti, decrescente."

  L'AUTORE – Mancur Olson (1932-1998) oltre a "La Logica dell'azione collettiva", ha pubblicato numerosi saggi e libri, tra cui ricordiamo "The Economics of the Wartime Shortage" (1963), "Economics, Sociology and the Best of All Possible Worlds" (The Public Interest, 1968), "Toward a Social Report" (1969), "A New Approach to the Economics of Health Care" (1981 ), "The Rise and Decline of Nations" (1982), "Power and Prosperity: Outgrowing Communist and Capitalist Dictatorship" (2000, postumo).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione (1971) – Introduzione - Capitolo primo. Una teoria dei gruppi e delle organizzazioni (a) Lo scopo dell'organizzazione - b) Beni collettivi e gruppi numerosi - c) La teoria tradizionale dei gruppi - d) I piccoli gruppi - e) Gruppi "esclusivi" e "inclusivi" - f) Una tassonomia dei gruppi) - Capitolo secondo. La dimensione e il comportamento dei gruppi (a) La coerenza e l'efficacia dei piccoli gruppi - b) Le contraddizioni delle teorie tradizionali - c) Incentivi sociali e comportamento razionale) - Capitolo terzo. Il sindacato e la libertà economica (a) La coercizione nei sindacati - b) La crescita del sindacato: teoria e realtà - c) Il closed shop e la libertà economica nel gruppo latente - d) L'intervento governativo e la libertà economia nel gruppo latente) - Capitolo quarto. Le teorie ortodosse dello Stato e delle classi (a) La teoria dello Stato vista dagli economisti - b) La teoria marxiana dello Stato e delle classi - c) La logica della teoria marxiana) - Capitolo quinto. Le teorie dei gruppi di pressione (a) La teoria filosofica dei gruppi di pressione - b) L'economia istituzionalista e il gruppo di pressione. John R. Commons - c) Le teorie moderne dei gruppi di pressione. Bentley, Truman, Latham - d) La logica della teoria del gruppo) - Capitolo sesto. Le teorie del "sottoprodotto" e dell'"interesse particolare" (a) La teoria del "sottoprodotto" dei gruppi di pressione numerosi - b) Le lobbies del movimento sindacale - c) Le lobbies dei professionisti, 156. - d) La teoria dell'"interesse particolare" e le lobbies dell'industria - e) La promozione di pressione politica da parte del governo - f) Cooperative agricole e lobbies dell'agricoltura - g) Lobbies di tipo non economico - h) I gruppi "dimenticati" - quelli che soffrono in silenzio) - Appendice (1971) - Indice dei nomi