Se avessero Stampa E-mail

Vittorio Sermonti

Se avessero

Garzanti Libri, pagg.224, € 18,00

 

sermonti seavessero  IL LIBRO – Una mattina di maggio del 1945 tre (o quattro) partigiani si presentano col mitra sullo stomaco in un villino zona Fiera di Milano alla caccia d'un ufficiale della Repubblica Sociale (o forse di tre), lo scovano, segue un ampio scambio di vedute, e se ne vanno. Da questo aneddoto domestico, sincronizzato bene o male ai grandi eventi della Storia, si dipanano settant'anni di ricordi di un fratello quindicenne, confusi ma puntigliosi, affidati come sono agli «intermittenti soprusi della memoria»: il nero-sangue e il gelo della guerra, la triste farsa di sognarsi eroe, poi il «passaggio dalla parte del nemico» (iscrizione al PCI), e poi ancora un titubante far parte per se stesso; e il rapporto di reciproca protezione con il padre fascista; e la famiglia «feudale» della strana mamma; ma anche una collana di amori malriposti, le letture, il teatro, la musica, il calcio, gli amici. Testa e cuore però non fanno che tornare a quella mattina di maggio, a quell'ipotesi sospesa, a quell'eccidio mancato.
  Così, nel tentativo di fare i conti con i propri fantasmi, Vittorio Sermonti ci regala un libro sconcertante, tracciato nella forma di una lunga canzone d'amore per un tu che ha smascherato molti di quei fantasmi del "narrator narrato", e gli dà ancora la voglia di vivere: un libro che è anche la cronaca minuziosa di un Paese e di un interminabile dopoguerra, e, spesso mimando pensieri, lessico e voce d'un ragazzino d'antan, ci fa riflettere sulla tragica e ridicola ricerca di noi stessi che ci affligge giorno per giorno, uno per uno: «non contiamo niente, perché ognuno conta purtroppo tutto».

  DAL TESTO – "Come una volta scrisse in morte del fratello Giovanni quel supremo narciso del Foscolo, tu, vecchissimo fratello vivo di vecchi fratelli vivi e di sorelle no, chissà non saresti tentato di commemorarti mormorando «Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo...». Così però (cioè «di terra in terra») mi torna in mente un'ultima ipotesi (ho detto 'ultima') per il caso appunto che i guerriglieri si mettessero a sparare non a me - ipotesi che mi si affacciò a tutta prima nell'ingressino più volte ricordato come un lampo fioco, per dettagliarmisi anche in termini geografici penso proprio verso la fine del 1947, mentre leggevo trasognatamente nella saletta d'aspetto del dermatologo il rotocalco Oggi, sempre che già esistesse. E l'ipotesi era che anch'io avrei potuto emigrare di nascosto in Argentina o in Uruguay, ed ivi ricominciare tutto da capo riuscendo a farmi energicamente gli affari miei, salvo scrivere anni dopo un paio di liriche in celebrazione del lutto e condiscendenza con il dolore dello stare esuli al mondo – ove mai da quello stesso esilio accessoriato, girando un po' il vento della storia come d'altronde il vento della storia non fa che fare, non mi trovassi a rilasciare qualche celebre intervista lapidariamente blaterando il mio silenzio e, se del caso, il mio perdono."

  L'AUTORE – Vittorio Sermonti è nato a Roma nel 1929, sesto di sette fratelli. Da bambino, vedeva circolare in casa dei nonni e di zii materni, a loro legati da vari gradi di parentela, V. E. Orlando (suo padrino di nascita), Luigi Pirandello, Alberto Beneduce, Enrico Cuccia. Freelance ostinatissimo, nelle vesti più disparate — narratore, saggista, traduttore, regista di radio e tv, giornalista, docente di Italiano-Latino al liceo «Tasso» di Roma (1965-1967), e di tecnica del verso teatrale all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica (1973-1974), consulente CEE (1985-1988), poeta e lettore di poesia — V. S. si occupa da sempre dell'energia vocale latente nei testi letterari, insomma, del rapporto fra la scrittura e la voce. Tra il 1987 e il 1992 ha registrato per Raitré l'intera Commedia introdotta da cento racconti critici sotto il titolo "La Commedia di Dante", raccontata e letta da V.S; tra il 1995 e il 1997 ne ha replicato la lettura, ampliando le introduzioni, nella basilica di San Francesco a Ravenna, davanti a migliaia di persone. Fra l'autunno 2009 e la primavera 2010 ha registrato per la versione definitiva dei cento commenti-racconto e delle cento letture della "Commedia" di Dante, dei dodici libri dell'"Eneide" e di 14 «racconti verdiani». "Se avessero" è il suo primo romanzo.