I giardini di Firenze. II Stampa E-mail

Angiolo Pucci

I giardini di Firenze
II. Giardini e paesaggi pubblici
A cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani


Casa Editrice Leo S. Olschki, pagg.Xiv-552 pp. con 160 figg. n.t., € 48,00

 

pucci giardini2  IL LIBRO – Dopo aver richiamato sinteticamente e illustrato la vicenda più generale dei giardini europei dall'Antichità al XIX secolo, Angiolo Pucci avvia la sua storia dei giardini fiorentini con questo ponderoso volume dedicato ai giardini pubblici.
  Secondo il piano dell'opera da lui concepito, questa prima parte apre una trattazione che si snoderà in altre quattro partizioni dedicate in successione ai giardini delle ville e dei palazzi medicei e granducali, ai giardini dei privati del centro storico all'interno del perimetro delle mura arnolfiane, ai giardini privati del Suburbio vecchio e nuovo, cioè del territorio comunale di Firenze posto al di fuori delle mura, e infine ai giardini presenti nei comuni che circondano il capoluogo.
  È abbastanza curioso che in un'opera di queste dimensioni, che si proponeva anche di descrivere e illustrare la storia dei committenti e delle dimore, palazzi, ville o conventi ed edifici religiosi strettamente collegati ai giardini, l'autore non parta dalle realtà più illustri e più rinomate sul piano storiografico, come i giardini medicei e granducali, o come quelli altrettanto prestigiosi realizzati dall'aristocrazia fiorentina fra Cinquecento e Ottocento.
  L'Autore inaugura il volume con la Tenuta delle Cascine, prosegue con il viale dei Colli, con i viali circondari e le aree verdi all'interno della città. Oltre a fornire preziose informazioni di carattere botanico, Pucci sottolinea l'importante ruolo dei giardini pubblici nel contesto cittadino.

  DAL TESTO – "Nella storia dei diversi giardini e passeggi pubblici noteremo i benefici e gli errori commessi dal conte Guicciardini, specialmente questi ultimi, nella parte tecnica dei lavori. Dopo la sua morte i Giardini passarono alla dipendenza del sindaco o d'un assessore, coordinato da una Commissione consultiva. Ne fu nominato soprintendente Alfredo Romoli, aiuto del Marchiani, primo caporale delle opere. E certo questo giovine adusato alla scuola del Marchiani, continuò le tradizioni per il buon mantenimento dei nostri passeggi e v'introdusse alcuni notevoli miglioramenti, benché in gran parte ostacolato da chi in alto doveva approvare e non era della partita.
  "Venne il periodo della guerra ed era cosa naturale che anche i giardini pubblici risentissero del doloroso stato di cose e sia per economia, sia per insufficienza di personale, essi subirono un deterioramento tale che quasi si può dire erano in completo abbandono.
  "Passarono vari anni anche dopo la guerra senza che il Municipio si occupasse di essi. E qui conviene far rilevare che sempre il Comune lesinò gli assegni per i pubblici giardini non tenendo conto degli studi e delle osservazioni che gli venivano fatte sui giardini di altre città d'Italia e sul loro bilancio, tanto che per farsa i nostri passeggi non potevano esser mantenuti con quel decoro che erano tenuti quelli di Torino, di Milano e specialmente di Roma. Però nel 1928 il podestà promise diversi miglioramenti e nel 1929 si cominciò ad attuarli e speriamo che si addivenga quasi ad una trasformazione."

  L'AUTORE – Angiolo Pucci, ultimo rappresentante di una importante famiglia di giardinieri granducali stabilitasi a Firenze nella seconda metà del Settecento, ereditò la passione per l'orticoltura dal padre Attilio, capo giardiniere di Boboli, collaboratore con Poggi nelle realizzazioni delle grandi sistemazioni a verde del piano di ingrandimento di Firenze Capitale e primo soprintendente del servizio comunale dei Pubblici passeggi e dei giardini. Dopo essere succeduto per pochi anni al padre nella soprintendenza di questo servizio, Angiolo si dedicò prevalentemente all'attività di studioso e di divulgatore della scienza orticola e dell'arte del giardinaggio. Fu autore di numerosi articoli e manuali e di una fondamentale "Enciclopedia orticola illustrata" pubblicata nel 1915 dalla casa editrice Hoepli.

  I CURATORI – Mario Bencivenni si è occupato di storia dell'architettura e dei giardini, di storia del restauro e della tutela e ha svolto attività di ricerca e di docenza presso le Facoltà di Architettura di Firenze, del Politecnico di Milano e dell'Università di Ferrara; è docente presso la Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio de «La Sapienza» di Roma. Ha pubblicato numerosi saggi sulla storia e la tutela dei giardini storici e pubblici.
  Massimo de Vico Fallani, architetto, funzionario del Ministero per i beni e le attività culturali dal 1980 al 2008, è stato direttore del Servizio per la conservazione dei parchi e giardini prima presso la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici delle Province di Firenze, Prato e Pistoia e quindi presso la Soprintendenza per i beni archeologici di Roma. Autore di saggi sui giardini pubblici e storici, ha curato numerosi restauri di giardini e sistemazioni paesaggistiche a Firenze, Perugia, Roma e nelle aree archeologi che romane. Coordina il corso di restauro di parchi e giardini storici della Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio de «La Sapienza» di Roma.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa dei curatori - Giardini e passeggi pubblici - Introduzione - I. Tenuta delle cascine dell'isola - II. Viale dei colli - III. Viali circondari, viali, strade alberate, parterre, giardini al di fuori delle vecchie mura - IV. Parterre e giardini nel perimetro della città - Quadro d'insieme dei giardini e passeggi pubblici - Bibliografia citata - Indice delle figure - Indici dei luoghi e delle cose notevoli - Indici dei nomi