Il nemico intimo Stampa E-mail

Ashis Nandy

Il nemico intimo
Perdita e recupero dell'identità sotto la dominazione coloniale


Forum Editrice Universitaria Udinese, pagg.128, € 15,00

 

nandy nemico  IL LIBRO – «Subito dopo quella meraviglia della tecnologia moderna nota come Seconda guerra mondiale e fors'anche quel moderno incontro tra culture noto come Vietnam, è diventato evidente che la pulsione al dominio sugli uomini non è semplicemente un effetto collaterale di un'economia politica difettosa, ma anche di un mondo che crede nell'assoluta superiorità dell'umano sul non-umano e il sub-umano, del maschile sul femminile, dell'adulto sul bambino, dello storico sull'astorico, e del moderno (o progressivo) sul tradizionale o selvaggio».
  Da questa considerazione – tratta dalla prefazione della sua opera più importante, proposta qui per la prima volta in traduzione italiana e arricchita da un'introduzione di Stefano Mercanti – lo psicanalista indiano Ashis Nandy prende le mosse per analizzare i presupposti e le conseguenze storiche e psicologiche della colonizzazione nella duplice prospettiva dei dominatori e dei dominati. Rompendo con la tradizione, l'autore indaga gli effetti del plurisecolare colonialismo britannico sulla società indiana ed evidenzia come il movimento di Gandhi, proponendo un modello di società e di democrazia basata sulla ricchezza di tradizioni che costituiscono il patrimonio storico e l'identità dell'India, abbia saputo resistere e costituire una delle risposte più efficaci al condizionamento culturale imposto dai colonizzatori.

  DAL TESTO – "[...] la cultura del colonialismo presuppone un certo stile di gestione del dissenso. Ovviamente un sistema coloniale si perpetua inducendo il colonizzato, mediante premi e punizioni socioeconomiche e psicologiche, ad accettare nuove norme sociali e categorie cognitive. Ma questi incentivi e disincentivi esterni sono invariabilmente notati e sfidati; essi divengono indicatori espliciti di oppressione e dominio. Più pericolose e permanenti sono le ricompense e le punizioni interiori, le perdite e i guadagni psicologici secondari derivanti dalle sofferenze e dalla sottomissione coloniale. Essi sono quasi sempre inconsci e vengono quasi sempre ignorati. Particolarmente forte è la resistenza interiore al riconoscimento della violenza suprema che il colonialismo fa alle sue vittime, e cioè la creazione di una cultura nella quale i dominati sono costantemente tentati di combattere i loro dominatori entro limiti sociologici impostati da questi ultimi. Non è un caso se le specifiche varianti del concetto con le quali hanno operato tanti movimenti anticoloniali nei nostri tempi sono state spesso i prodotti della stessa cultura imperiale per cui, anche opponendosi, questi movimenti hanno reso omaggio alle rispettive origini culturali. Ho in mente non solo gli espliciti codici apollinei del liberalismo occidentale che hanno spesso motivato le élite delle società colonizzate, ma anche le loro nascoste controparti dionisiache in termini di arte del governare, politica quotidiana, metodi politici efficaci e utopie che hanno guidato i movimenti rivoluzionari contro il colonialismo."

  L'AUTORE – Ashis Nandy, teorico della società e psicanalista politico, è stato uno dei primi studiosi a occuparsi del rapporto coloniale dal punto di vista psicanalitico e non prettamente storiografico. È membro e direttore del Centre for the Study of Developing Societies e presidente del Committee for Cultural Choices and Global Futures, entrambi con sede a New Delhi.

  INDICE DELL'OPERA - Gilania e intercultura, di Stefano Mercanti – Prefazione - Parte prima. La psicologia del colonialismo: sesso, età e ideologia nell'India britannica - Parte seconda. La mente decolonizzata: un punto di vista postcoloniale sull'India e l'Occidente - Intervista ad Ashis Nandy, a cura di Umberto Rossi