I racconti del “Mattino” Stampa E-mail

Sebastiano Vassalli

I racconti del "Mattino"
A cura di Salvatore Violante


Interlinea, pagg.114, € 14,00

 

vassalli mattino  IL LIBRO – Dello scrittore scomparso nel 2015 emergono dalle pagine del "Mattino", il quotidiano di Napoli, una serie di racconti pubblicati dall'82 all'85 grazie alle amicizie partenopee dell'autore della "Chimera" nate al tempo della neoavanguardia e del Gruppo 63. Vassalli mette in scena storie in cui si sente il profumo del Sessantotto, con il 18 politico e il dibattito sul nozionismo di quella stagione, la violenza che accompagna la passione cieca del tifoso di calcio, la superstizione bonaria, lo stile della politica Italiana. L'ironia pervade le brevi narrazioni che compongono un primo mosaico di quel carattere degli italiani che l'autore ha rappresentato nei suoi romanzi in cui «l'Italia non è soltanto un Paese vecchio e sostanzialmente immobile: è anche due Paesi in uno. C'è il Paese Legale, sotto gli occhi di tutti, e c'è il Paese Sommerso, che tutti più o meno fanno finta di non vedere». Questi testi lo raccontano.

  DAL TESTO – "Io non sono fascista, figuriamoci. Sono nato nel 1959 quando il fascismo oramai era finito da un bel po' e poi a scuola mi sono anche fatto il movimento cioè i collettivi, le assemblee, gli scazzi, le occupazioni, i cortei. Tra il 1974 e il 1978. Non capivo niente di niente ma ero talmente democratico che se qualcuno mi dava del fascista... Dopo la scuola ho cominciato a pensare per conto mio e mi è venuta la curiosità di sapere con precisione cosa significa questo insulto: fascista. Chi era il Mussolini eccetera.
  "Mi sono documentato. Un po' sui giornali perché adesso faccio il giornalaio nell'edicola di mio padre e un po' chiedendo a tutti i vecchi che mi venivano a tiro: «Come ci stavi sotto il fascismo?» «L'hai mai ascoltato il Mussolini?» «Cosa ne pensavi all'epoca e cosa ne pensi ora?» Avrei dovuto registrare tutte le risposte, comunque questo fatto di parlare con i vecchi mi ha aiutato tantissimo e credo anche di aver capito tre o quattro cose fondamentali, cioè, primo: che il Mussolini era un genio. Secondo: che gli italiani non ne parlano perché lui gli assomiglia, è come un fratello maggiore, un padre e loro hanno paura di riconoscersi, si spaventano davanti all'autoritratto, sembra impossibile ma è così. Terzo: che presto o tardi qualcuno ripeterà il capolavoro del Mussolini mettendo insieme quello che io chiamo il p.i.ù. cioè il partito italiano unico e tutti balleranno sulla sua musica proprio come ai tempi dei nonni si ballava la musica del Mussolini senza tanti problemi né preoccupazioni. Si ballava e basta."

  L'AUTORE – Sebastiano Vassalli è nato a Genova nel 1941 ma fin da piccolo ha vissuto a Novara. Tra gli anni '60 e '70, nei quali ha svolto attività di insegnante (è laureato in Lettere con una tesi sull'arte contemporanea e la psicanalisi), ha partecipato, anche come pittore e fondando riviste quali "Ant. End." e "Pianura", alle vicende della cosiddetta neoavanguardia – nell'ambito del Gruppo '63 – con alcune prose sperimentali (Narcisso è del 1968, cui seguono Tempo di màssacro e L'arrivo della lozione) e con plaquette poetiche (Il millennio che muore è del 1972), travasando nella pagina, attraverso un furore linguistico, le inquietudini politico-sociali di quegli anni. Rispetto a queste esperienze giovanili, Abitare il vento del 1980 segna un distacco e una svolta. Il protagonista, come nel successivo Mareblù, si sente incapace di cambiare il mondo con metodi trasgressivi e rivoluzionari (e poi si chiede: contro chi?). Vassalli cerca quindi nuovi personaggi o, meglio, una letteratura pura (in questo senso è per lui emblematico il poeta Dino Campana, riproposto nella Notte della cometa) e una dimensione esistenziale anch'essa pura, come la fanciullezza, che è al centro della ricerca delle origini della società odierna nel romanzo L'oro del mondo, ambientato nel dopoguerra. Intanto Vassalli non smette di indagare il mondo con eclettismo intellettuale (si pensi ai pamphlet Sangue e suolo e Il neoitaliano). L'investigazione letteraria delle radici e dei segni di un passato che illumini l'inquietudine del presente e ricostruisca il carattere nazionale degli italiani è quindi approdata prima al Seicento con La chimera, un successo editoriale del 1990, poi al Settecento di Marco e Mattio, uscito l'anno dopo, quindi all'Ottocento e agli inizi del Novecento prima con Il Cigno nel 1993 e (dopo la parentesi quasi fantascientifica, inquietante e satirica, di 3012) successivamente con Cuore di pietra, ricreando un'epopea della storia democratica dell'unità d'Italia fissando come protagonista una grande casa di Novara. Negli ultimi libri lo scrittore si è avvicinato al presente riscoprendo anche il genere del racconto, soprattutto con La morte di Marx e altri racconti del 2006 e L'ityaliano dell'anno successivo. Ha scritto per "Repubblica", "Corriere della Sera" e "La Stampa". E' morto il 26 luglio 2015.

  INDICE DELL'OPERA - Presentazione. Quasi un racconto - I racconti del "Mattino" – Il racconto (Maturità – La belva - Materialismo storico – Il centenario del Mussolini - Mitridate in vacanza) - Enciclopedia Vassalli (Fanfani e l'immortalità dell'anima - Andreotti e le anguille - Berlinguer e l'effervescenza naturale – Io sono l'anonimo – Che bella cosa la conservazione – Dopo Montale il diluvio – Viale Karl Marx - Questioni di ordinaria amministrazione – Il monumento ai caduti) – I giorni del Làstrego – (Autonomisti all'attacco – Il raptus della vedova - Tribuna politica – Stelle elettorali - Sondaggio selvaggio) - Il Mattino del sabato (Gargantua nei territori della pizza su licenza di François Rabelais - Quegli arkadi Novissimi... - Venticinque lettori (e passa)) - Notizia su Sebastiano Vassalli