I dorostellati Stampa E-mail

Alessandro Meluzzi

I dorostellati
Psicopolitica all'italiana dalla DC a Grillo
Conversazione col giornalista Giuliano Ramazzina


Marcianum Press, pagg.73, € 10,00

 

meluzzi dorostellati  IL LIBRO – Secondo Alessandro Meluzzi (che risponde alle domande del giornalista Giuliano Ramazzina) esiste un elemento in comune tra Movimento 5 Stelle e Dorotei, una corrente della Democrazia Cristiana che ha governato l'Italia fino al 1994. Smontando pezzo per pezzo il doroteismo di matrice democristiana, questo approccio psicopolitico ha lo scopo di interpretare il successo pentastellato dell'ultimo anno.
La bussola del potere propria dei dorotei, centrali nella Dc e immancabili in tutti (o quasi) i governi della Prima Repubblica, non è dissimile dalla bussola della Rete che Grillo e Casaleggio hanno eletto a Totem che tutto domina e ogni cosa stabilisce. I dorotei, una volta definito il loro immutabile riferimento (deferente, ma mica troppo) alla Chiesa di Roma, erano disposti a qualunque compromesso e alleanza con chicchessia, pur di conquistare/mantenere consenso e potere. I grillini, sotto il manto dello slogan "onestà!onestà!" che li presenta come diversi (e migliori) evitano accuratamente di sporcarsi le mani con le questioni più spinose (euro, immigrazione, economia, politica internazionale) con l'obiettivo di allargare il consenso e, rifiutando ogni possibile alleanza, di fare man bassa di voti. Sembra il contrario del doroteismo. E invece, con cinismo pragmatico e con sconfinata brama di potere, gli somiglia moltissimo.
"Scorrendo (divorando) le pagine di questo pamphlet a quattro mani – scrive, nella Prefazione, Mauro Mazza -, beh, davvero i sodàli/rivali Di Maio e Di Battista, sembrano i nipotini dei fratelli/coltelli Rumor e Bisaglia. E davvero l'Italia alle soglie della Terza (?) Repubblica, sembra sempre il Paese del Gattopardo, dove di tanto in tanto bisogna cambiare tutto, perché nulla cambi davvero".

  DAL TESTO – "Il moralismo di massa dei dorostellati ha a che fare con il recupero della dignità di un mondo antico e contadino. Un riferimento che Grillo ha esplicitato nel discorso di Capodanno 2016 presentandosi con un tricolore e come patriota. Ora globalizzati, ora nazionalisti, ora filo-migrazioni, ora anti-migrazioni, ora a favore della piccola impresa, ora contro una dimensione mercantilistica della vita. Insomma, tutto il contrario di tutto in una coincidentia oppositorum in cui più che la beata ignoranza di Niccolò Cusano c'è un principio di non contraddizione tutto italiano che non ha bisogno della logica dei distinti, ma si accontenta di un 'volemose bene' popolaresco in cui la furberia vista come demone diventa non tanto la vittima di una critica seria, ma un rischio che svantaggia un egalitarismo antico."

  GLI AUTORI – Alessandro Meluzzi, Medico Psichiatra, Psicologo Clinico e Psicoterapeuta, Docente titolare del corso di Psicologia di Comunità, Laurea Magistrale - Facoltà di Psicologia, Università Salesiana di Roma, sede di Torino - IUSTO. Già deputato della XII Legislatura (Commissione Esteri, Commissione Politiche Comunitarie) e Senatore nella XIII Legislatura (Commissione Esteri, Commissione Sanità, Commissione Cultura-Istruzione). Già Console Onorario della Repubblica del Paraguay a Torino e membro del Corpo Consolare del Piemonte (2000-2008).
  Giuliano Ramazzina, giornalista professionista dal 1982, ha pubblicato saggi di cultura politica e costume. È del 2001 "Fuori Mercato" (Spazio Libri) dal quale Massimo Carlotto ha estrapolato una frase come esergo nel romanzo "Nordest". Altri titoli: "Dalla fine della Dc alla svolta bipolare" (Mazzanti, 2008), "Muoia Sansone ma non i dorotei - L'Italia degli irrottamabili" (Marcianum Press, 2013) e "Si salvi chi Expo'" (Edizioni ZeroTre, 2015). Nato a Rovigo nel 1952, ha ricoperto la mansione di vice capo redattore de 'Il Resto del Carlino' e attualmente collabora con lo stesso quotidiano.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Mauro Mazza – Introduzione, di Giuliano Ramazzina – 1. Sempre in maggioranza – 2. L'onestà non fa business – 3. Il compromesso pentastorico