La fine della madre Stampa E-mail

Lucetta Scaraffia

La fine della madre

Neri Pozza, pagg.154, € 12,50

 

scaraffia madre  IL LIBRO – Un nuovo diritto non previsto né codificato da alcuna legge si è prepotentemente affacciato, nel nostro tempo, sulla scena: il diritto al figlio. Per molti è un semplice passo in avanti sul piano della libertà individuale, reso possibile dall'inarrestabile progresso delle tecnoscienze. Per l'autrice di queste pagine è il segno di una trasformazione antropologica di vasta portata in cui sono in questione i punti nevralgici della condizione umana, a cominciare dalla generazione.
  Nulla più delle modificazioni linguistiche e giuridiche è in grado di mostrare la profondità di questa trasformazione. In molti paesi i termini stessi di «madre» e «padre» vengono cancellati; la frase «nato da...» viene sostituita da «figlio di..»; la «parentela» sparisce e si affermano nuovi termini sessualmente neutri, quali «genitorialità», «progetto genitoriale» ecc. Infine, una nuova formula giuridica, il contratto di affitto dell'utero, rende giuridicamente disponibile ciò che in tutte le legislazioni occidentali è sempre stato giudicato indisponibile: il corpo umano. Il risultato è che la scena della generazione muta radicalmente.
  Comprende ora, oltre ai due genitori, i donatori o la donna che affitta l'utero, i medici addetti alle operazioni necessarie, le istituzioni che mediano i rapporti fra i cosiddetti «donatori» con gli aspiranti genitori; i legali, indispensabili per definire la «proprietà» del bambino e l'eventuale anonimato del donatore.
  Un teatro in cui scompare un'unica figura: la madre, quale detentrice unica, secondo Lucetta Scaraffia, di quella capacità di procreare che da sempre gli uomini hanno invidiato alle donne.

  DAL TESTO – "In sostanza, il diritto al bambino si contrappone al diritto del bambino, perché in questi casi si instaura un chiaro conflitto di interessi fra bambino e genitori. Nel caso della GPA, però, è difficile tutelare giuridicamente il bambino, perché il diritto del bambino viene attivato quando il bambino nasce, quindi non lo si può difendere prima della GPA, ma solamente dopo, quando è nato, ed è già troppo tardi per intervenire. Perché il diritto al bambino si configura come problema in un tempo antecedente alla filiazione, e in genere negli ordinamenti giuridici «il bilanciamento degli interessi fra gli uni - i futuri genitori - e l'altro - il bambino - viene valutato malauguratamente in momenti differenti: per la committente al momento della maternità, prima che nasca il bambino; per il bambino, dopo che è nato». In sostanza, con l'accettazione della GPA in nome di un diritto che non esiste, il diritto al figlio, si abbandona il bambino al desiderio di onnipotenza degli adulti."

  L'AUTRICE – Lucetta Scaraffia è nata a Torino nel 1948. Professore associato di Storia contemporanea presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza, collabora con i quotidiani "Avvenire", "Il Foglio", "Corriere della Sera" e "L'Osservatore Romano". Tra le sue opere si segnalano "Le porte del cielo. I giubilei e la misericordia" (il Mulino, 2015), "Andare per monasteri" (il Mulino, 2015), "Dall'ultimo banco. La chiesa, le donne, il sinodo" (Marsilio, 2016).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Due padri (Due fotografie - Il femminismo - La rivoluzione sessuale - Il controllo delle nascite - Gli effetti sulle donne - Donne e uomini - Il diritto al figlio) - Donne in vendita (Una foto – Desiderio – Consenso - Siamo il nostro corpo – Legalizzazione - Il problema dell'origine - Figli di coppie omosessuali) - Il rispetto del corpo materno (Tante foto simili - L'aborto - L'habeas corpus della cittadinanza femminile? - Chi è la madre - Lo gridano i romanzi - Dopo la rivoluzione - C'è un futuro per la madre?)