Arditi di guerra Stampa E-mail

Gianni Corsaro

Arditi di guerra
A cura di Giuseppe (Bepi) Magrin


Casa editrice Il Prato, pagg.104, € 15,00

 

corsaro arditi  IL LIBRO – Il volume di Gianni Corsaro contiene una descrizione essenziale di ciò che fu il Corpo della Fiamme Nere. La forza e la sintesi tipica dello spirito degli Arditi emergono da queste pagine con singolare efficacia. L'Autore ci introduce senza sforzo nel mondo dell'arditismo che tanto ruolo ebbe nelle battaglie più cruente della Grande Guerra e anche nelle vicende politiche italiane dell'immediato dopoguerra. La riedizione di questo scritto risalente agli anni Trenta del secolo scorso – che vede la luce nell'ambito della collana "Vita di guerra" voluta dall'editore padovano Luca Parisato e curata da Giuseppe (Bepi) Magrin - viene integrata da foto provenienti dal vasto archivio di materiale cartaceo, iconografico, documentale e fotografico messo a disposizione da Ivan Mattioli, dalla cui inesauribile collezione sortiscono sempre preziosità e documenti unici. Al testo sono state altresì aggiunte notizie biografiche sul Col. Giuseppe Alberto Bassi, comunemente ritenuto il fondatore dei Reparti d'Assalto.

  DAL TESTO – "Le armi dell'Ardito furono: il pugnale, il moschetto e il petardo "Thevenot". L'organizzazione militare fu speciale e meravigliosa. Un reparto d'assalto aveva la forza di mille uomini, tutti combattenti: le cariche speciali, che esentavano dalle azioni, furono sempre coperte da militari anziani, da territoriali o anche da invalidi di guerra, che però non avevano il diritto di portare la divisa e il distintivo dell'Ardito. Ogni reparto era diviso in quattro compagnie della forza di 250 Arditi ciascuna. Ogni compagnia era formata da quattro plotoni, da una Sezione Bettica (lanciabombe) e una di lanciafiamme. Aveva otto ufficiali: un comandante e un vice comandante di compagnia e sei subalterni. -Il plotone constava di quattro squadre: una propriamente detta d'assalto, due di fiancheggiamento e una di retroguardia o di copertura. Le due squadre fiancheggianti erano armate con due pistole mitragliatrici ciascuna. Ogni squadra era formata da coppie. Dall'obbligo delle coppie non erano esclusi né graduati né ufficiali. Esse erano formate per volontaria elezione da uomini stretti da vincoli di parentela o di amicizia o da comune cittadinanza o simpatia. L'uso delle coppie risultò sempre d'immensa utilità, abituando i soldati all'iniziativa, infondendo loro coraggio, suscitando l'emulazione, dando maggiore scioltezza di movimento e procurando reciproco aiuto così prezioso e indispensabile in caso di lotta e di ferimento. L'istruzione e l'allenamento dei Reparti d'Assalto erano perfettamente corrispondenti all'impiego che di essi si doveva fare."

  IL CURATORE - Giuseppe (Bepi) Magrin, Ufficiale superiore degli Alpini, classe 1948, vive a Valdagno (VI). Guida alpina militare, accademico e consigliere nazionale del GISM (Gruppo italiano scrittori di montagna), è autore di oltre 30 pubblicazioni in tema con la montagna e la storia di guerra. Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti sia per l'attività letteraria sia per quella alpinistica.

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione – I. Quando e come si formarono i primi reparti degli Arditi – II. Calunnie e leggende sfatate – III. Come gli Arditi conquistarono Belpoggio – IV. Il 1° Reparto d'Assalto alla presa del S. Gabriele – V. Novembre 1917 / Contro corrente – VI. Col del Rosso, Col d'Echele, Valbella espugnati dal valore degli Arditi – VII. Giugno 1918: Epopea di eroismo – VIII. Con le Fiamme Nere verso la Vittoria – IX. Le canzoni degli Arditi