Storia dei socialisti democratici italiani Stampa E-mail

Michele Donno

Storia dei socialisti democratici italiani
Dalla scissione di Palazzo Barberini alla riunificazione con il PSI
(1945-1968)


Rubbettino Editore, 2 voll., pagg.779, € 40,00

 

donno socialistidemocratici  IL LIBRO – «La storia ha dato loro ragione», si potrebbe affermare, leggendo i due volumi di Michele Donno, dedicati alla vicenda politica dei Socialisti democratici italiani nel primo ventennio di costruzione della Repubblica, "Socialisti democratici. Giuseppe Saragat e il PSLI (1945-1952)" e "I socialisti democratici italiani e il centro-sinistra. Dall'incontro di Pralognan alla riunificazione con il PSI (1956-1968)", pubblicati rispettivamente nel 2009 e nel 2014 e ora riuniti in questo cofanetto. E infatti, i motivi allora al centro della visione di Giuseppe Saragat e dei socialisti democratici (europeismo e atlantismo, riformismo socialista e alleanza con i cattolici, americanismo e anticomunismo, economia sociale di mercato per la tutela delle fasce meno abbienti, sostegno ai ceti medi, unità e autonomia dei socialisti), a lungo negletti e criticati dalle maggiori forze politiche, soprattutto di sinistra, hanno mostrato nel tempo validità e fondatezza, a tal punto che oggi si possono riproporre come tematiche centrali nella discussione politica in Italia e per un rinnovamento radicale della visione culturale della sinistra, in crisi di identità e alla ricerca di radici.
  La storia del socialismo democratico italiano è parte di quella del socialismo europeo. La figura di Giuseppe Saragat risulta centrale nella maturazione in Italia delle idee socialdemocratiche, ispirate all'insegnamento di Filippo Turati e dei socialisti riformisti italiani.
  In questo processo, decisiva fu nel 1947 la costituzione del Partito socialista dei lavoratori italiani, nato dalla scissione di Palazzo Barberini e divenuto portatore di quelle idee, proprie del socialismo democratico europeo, che, partendo dal ceppo antico del marxismo, interpretavano, nella moderna società capitalistica, la lotta per la giustizia e il progresso sociale, attraverso la realizzazione costante di istituti e di una legislazione a vantaggio non solo dei ceti proletari, ma anche del vasto settore dei ceti medi, trovando spesso l'incontro con i principi della cultura liberale.
  Nella difficile temperie culturale della sinistra italiana nel dopoguerra, i socialisti democratici italiani furono impegnati in una dura battaglia, fatta anche di grande respiro e resistenza morale. Saragat ne fu il portabandiera, promuovendo l'incontro con Alcide De Gasperi e il mondo cattolico per salvaguardare le istituzioni della rinata democrazia liberale.
  Nei primi anni del dopoguerra, la critica al "comunismo realizzato" venne definendosi e articolandosi, nell'ambito delle diverse formazioni del socialismo democratico italiano, in particolare nel PSLI, tra il 1947 e il 1952, di pari passo con l'attenzione verso le idee ed i valori del sistema di vita americano, che, anche attraverso le iniziative del piano Marshall, risultarono molto importanti, ai fini della elaborazione di una via socialista democratica alla Ricostruzione, ben diversa da quella che veniva delineandosi, secondo modelli autoritari, nei paesi dell'Europa orientale.
  In questa originale visione, momenti significativi furono l'idea degli Stati Uniti d'Europa e l'impegno di dare vita ad una "terza forza" europea, che sarebbe poi divenuta il nucleo della successiva costruzione europeistica.
  Il secondo volume, seguendo il percorso iniziato con "Socialisti democratici. Giuseppe Saragat e il PSLI (1945-1952)" , approfondisce l'esame sulle origini del centro-sinistra italiano, in una vicenda politica che cominciò a delinearsi dalla seconda metà degli anni Cinquanta, avendo le sue premesse nella scissione socialista democratica di palazzo Barberini.
  Le figure e l'azione politica di Saragat, Tremelloni e anche di Preti – gli esponenti maggiormente impegnati nell'azione governativa del PSDI, sin dai tempi della collaborazione con De Gasperi – vengono riproposte in una più equilibrata attenzione. L'impegno di Saragat, Tremelloni e dei loro colleghi di partito fu volto alla riunificazione del socialismo italiano, con la costruzione di una grande forza socialista democratica, sul modello delle socialdemocrazie europee, che enucleasse il PSI di Nenni dall'inconcludente frontismo con il PCI, facendolo approdare alle rive della cultura occidentale e socialista-liberale, con l'assunzione di responsabilità di governo assieme alla DC. Un impegno di lungo periodo, durato un quindicennio, con l'obiettivo – avviata la Ricostruzione e superata la fase del "centrismo degasperiano" – di condurre il sistema politico italiano verso una nuova configurazione, con il coinvolgimento nella gestione della cosa pubblica di quelle forze riformiste, come il PSI, espressione più diretta delle istanze dei ceti operai e popolari messi a dura prova dagli scompensi sociali generati dal "boom economico". È la storia, quindi, del successivo formarsi, agli inizi degli anni Sessanta, dell'esperienza politica che portò con Fanfani e Moro ai primi governi di centro-sinistra "organico", seguiti dall'elezione di Saragat a Presidente della Repubblica e dalla riunificazione socialista.

  DAL TESTO – "I socialisti democratici, decisi sostenitori del centro-sinistra, considerando anche il fatto che il Concilio Vaticano II aveva aperto ai democristiani uno "spazio a sinistra" del tutto nuovo, puntarono chiaramente sull'elettorato di centro. Saragat fu uno dei più attivi protagonisti della campagna elettorale: pose al primo posto la necessità di una maggiore giustizia sociale, da perseguire attraverso la realizzazione di quelle riforme strutturali già attuate dai governi socialdemocratici nord-europei, e lanciò lo slogan propagandistico "scuole, case e ospedali"; mise da parte il marxismo come dottrina ufficiale, ponendo l'etica cristiana alla base del socialismo democratico. Nel febbraio 1963, a pochi giorni dall'inizio della campagna elettorale, il leader del PSDI si era poi recato negli Stati Uniti, invitato ufficialmente dal presidente Kennedy, il quale riconfermò i buoni rapporti fra l'amministrazione americana e i socialisti democratici italiani [...]"

  L'AUTORE – Michele Donno (Lecce, 1977),dottore di ricerca in Storia politica dell'Età contemporanea presso l'Alma Mater Studiorum di Bologna, è titolare di un assegno di ricerca nel Dipartimento di Scienze storiche e socio-politiche della LUISS "Guido Carli" di Roma. Ha pubblicato saggi sulla storia del socialismo democratico e del liberalismo in Italia.

  INDICE DELL'OPERA – Volume I: Introduzione - Parte prima. Alle radici della scissione di palazzo Barberini. Saragat in esilio e la nomina ad ambasciatore in Francia - 1. La formazione giovanile, il soggiorno a Vienna e i contatti con l'austromarxismo - 2. L'esilio a Parigi e il patto d'unità d'azione col PCd'I - 3. Il rientro in Italia - 4. La nomina ad ambasciatore. Le questioni internazionali e il movimento socialista) - Parte seconda. La nascita del Partito socialista dei lavoratori italiani. Dall'opposizione al governo (1. Il PSIUP tra comunismo e socialdemocrazia. Nasce il Partito socialista dei lavoratori italiani - 2. 1947. Il PSLI all'opposizione - 3. La crisi di febbraio e l'ingresso del PSLI nel sistema politico - 4. Programma industriale, interdipendenza e pianificazione economica - 5. Aspetti della struttura organizzativa del PSLI - 6. I rapporti con il sindacato e la nascita della Federazione italiana del lavoro - 7. La Piccola intesa e la questione della riunificazione del movimento socialista - 8. Dal terzo governo De Gasperi alla crisi del maggio 1947 - 9. Il quarto governo De Gasperi e la strategia "terzaforzista" del PSLI - 10. L'"autunno caldo" e l'ingresso del PSLI nel quarto governo De Gasperi - 11. L'avvio della collaborazione governativa con la Democrazia cristiana - 12. Il PSLI e i dibattiti in Assemblea costituente (1947) - Parte terza. Roberto Tremelloni e l'attuazione del piano Marshall in Italia - 1. 1946. La "confusione postbellica" - 2. 1947. "L'anno che decise la strada" - 3. 1948. Tremelloni e il piano quadriennale italiano - Parte quarta. Piano Marshall, federalismo europeista e la "parabola terzaforzista" del Partito socialista dei lavoratori italiani – 1. Le due anime del PSLI e il dibattito sull'unità dell'Europa - 2. La "neutralità attiva" a favore dell'integrazione europea - 3. La Conferenza di Zurigo - 4. Il dibattito sulla ricostruzione dell'Europa e il piano Marshall - 5. Il problema dell'integrazione militare europea e la definitiva scelta atlantica - 6. Il PSLI e i dibattiti in Parlamento (1948-1949) – 7. La stampa quotidiana del PSLI e l'American way of life - Parte quinta. I socialisti democratici al governo e la denuncia della scelta liberista - 1. Le elezioni del 1948 - 2. I socialisti democratici nel quinto governo De Gasperi – 3. La difficile prosecuzione della collaborazione governativa – 4. La denuncia della scelta liberista – 5. I rapporti con la DC e la sinistra dossettiana - 6. Crisi della collaborazione governativa e nascita del Partito socialista unitario - 7. Il sesto governo De Gasperi - 8. Il PSLI e i dibattiti in Parlamento (1950-1951) - 9. Fine della collaborazione governativa in età degasperiana e nascita del Partito socialista democratico italiano - Indice dei nomi
Volume II: Introduzione - I. La fase d'incubazione del centro-sinistra (1. Le elezioni del maggio 1958 e le ''convergenze parallele" - 2. Verso il centro-sinistra - 3. La nascita del quarto governo Fanfani - 4. Roberto Tremelloni ministro del Tesoro - 5. L'ottimismo (cauto) agli albori del centro-sinistra) - II. Il centro-sinistra di Aldo Moro nella crisi economica internazionale. La "difficile" politica finanziaria del ministro Tremelloni (1. La nascita del centro-sinistra organico - 2. Il primo governo Moro: spesa pubblica e difficoltà finanziarie - 3. Tremelloni e le politiche anti-congiunturali - 4. Il secondo governo Moro e le riforme mancate - 5. Tremelloni e la sfida della ripresa economica) - III. Dal mondo bipolare al policentrismo. Giuseppe Saragat ministro degli Esteri tra spinte europeiste e distensione internazionale (1. 1964. Il governo Moro e la sfida del policentrismo - 2. Le prospettive del Mercato comune europeo e la politica estera italiana - 3. Forze emergenti. La Cina comunista ed i Paesi "non allineati" - 4. Europeismo e atlantismo a confronto. La Francia gollista e la "nuova" Germania di Erhard - 5. Prove di rilancio dell'integrazione europea. Il piano Saragat - 6. Difesa comune: la vera sfida per un'Europa unita?) - IV. Il riformismo impossibile. La fine del centro-sinistra e il fallimento della riunificazione socialista (1. L'elezione di Saragat alla Presidenza della Repubblica - 2. Tremelloni ministro della Difesa nel terzo governo Moro - 3. La difficile riunificazione socialista - 4. Un'occasione mancata) – Appendice. Il piano Saragat - Indice dei nomi