Tra partito e KGB Stampa E-mail

Andrea Giannotti

Tra partito e KGB
Per una ricostruzione del ruolo di Jurij Andropov nella politica sovietica


G. Giappichelli Editore, pagg.XIV-282, € 30,00

 

giannotti kgb  IL LIBRO – Questo volume rappresenta il primo studio in Italia sul personaggio che ha guidato il servizio segreto più famoso della storia dal 1967 al 1982, quando venne eletto Segretario del Partito comunista dell'Unione Sovietica. Lavorando negli archivi russi e valendosi di testimonianze dirette, l'Autore ricostruisce i diversi momenti della carriera di Andropov, da Budapest, dove fu ambasciatore durante la crisi del 1956, ai quindici anni alla Lubjanka.
  Dalla Carelia, dove ebbe inizio la sua carriera nel 1940 come capo della gioventù comunista, a Budapest, dove si trovò in qualità di ambasciatore sovietico durante la crisi del 1956; dalla primavera di Praga del 1968 all'Afghanistan nel 1979 e alla Polonia nel 1981; e, infine, come capo del KGB tra il 1967 e il 1982, Andropov fu costantemente custode di quella pax sovietica che, sia sul fronte esterno che su quello interno, doveva garantire lunga vita all'Unione Sovietica e ai suoi grandi ideali. Morigerato nei costumi, austero nel carattere, poco incline alle confidenze persino con i suoi più stretti collaboratori, ma pronto ad ascoltarli anche nei momenti di scelta più difficili, Andropov non esitò a sostenere il ricorso alla forza per riportare all'ordine gli "alleati" ribelli, né a perseguitare la dissidenza interna. Sotto la sua guida il Comitato per la sicurezza dello Stato fu profondamente riformato e divenne sia un famigerato servizio di spionaggio, che l'attento e pervasivo occhio scrutatore dell'andamento sempre meno felice dell'economia, degli umori della popolazione, del fermento degli intellettuali antisistema.
  Fu lui a riformare il KGB e a consegnarlo alla mitologia dello spionaggio internazionale. Struttura e rapporti con il partito sono analizzati unitamente al ruolo giocato nelle crisi di Praga, Afghanistan e Polonia e nella repressione del dissenso. Ma Andropov, durante la sua breve segreteria dal 1982 al 1984, fu anche il protettore di Gorbacëv e il primo iniziatore di un grande processo di trasformazione dell'economia che sarebbe divenuto noto come Perestrojka. Andropov fu il primo capo di Stato russo a provenire dai servizi segreti. Il secondo è stato Vladimir Putin che, in più occasioni, ha manifestato apprezzamento per il suo predecessore. Giannotti offre così non solo un saggio storico, ma anche una chiave per comprendere la politica russa contemporanea, tracciando un quadro che dagli anni Trenta arriva alle elezioni presidenziali del 2018.
  Il pregio del volume – spiega, nella Prefazione, Elena Dundovich – non è "solo quello di ricostruire, con indubbio rigore metodologico e uso sapiente delle fonti, gli eventi, ma anche di avanzare convincenti ipotesi interpretative tanto sulla storia passata che sulle vicende contemporanee. Egli offre in tal modo al lettore quel sottile filo di Arianna che lega, nell'indissolubile matassa di passato e presente, la figura di Jurij Andropov e del KGB a quella di Vladimir Putin".

  DAL TESTO – "Rilevante fu appunto anche il suo ruolo nell'ultima grande impresa dell'Armata Rossa, l'invasione dell'Afghanistan nel 1979. In particolare, nel lungo dibattito che animò il gruppo dirigente sovietico già dal colpo di Stato del 1978 ad opera del Partito comunista afgano, Andropov fu inizialmente, a dire il vero, molto prudente. Rispetto ai campioni dell'ideologia come Suslov e Ponomarëv, alla Lubjanka non si riteneva l'Afghanistan maturo per un epilogo rivoluzionario. Svariati documenti e testimonianze indicano chiaramente che il KGB tentò di dissuadere i leader afghani dal procedere alla sovietizzazione con tanta radicalità, ma quando la rivoluzione fu compiuta e fu necessario prestare soccorso ad un Paese socialista - o aspirante tale - Andropov fu tra i più convinti che, sebbene senza entusiasmo, tale aiuto non potesse essere rifiutato. Tanto più che vi erano anche serie considerazioni geopolitiche legate alla posizione dell'Afghanistan sui confini sovietici, alla vittoria nel vicino Iran della rivoluzione islamica e alle possibili ingerenze americane. Non casualmente il KGB ebbe una parte centrale nell'organizzazione dell'intervento e nell'eliminazione di Amin."

  L'AUTORE – Andrea Giannotti è nato a Pietrasanta nel 1987. Dopo le lauree in Giurisprudenza e Scienze Politiche presso l'Università di Pisa, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Geopolitica presso il Dipartimento di Scienze Politiche del medesimo Ateneo in cooperazione con l'Istituto dell'Europa dell'Accademia Russa delle Scienze. Attualmente è assegnista presso la cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali e Storia dell'Europa Orientale del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa. È docente presso la cattedra di Processi Politici Globali dell'Istituto Statale di Mosca di Relazioni Internazionali (MGIMO). Dal 2014 è Vicepresidente e Direttore dell'Istituto di Studi Eurasiatici. Con Giappichelli Editore ha pubblicato "Fra Europa e Asia. La politica russa nello spazio post-sovietico" (2016).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Elena Dundovich – Ringraziamenti – Acronimi e abbreviazioni – Introduzione - Capitolo I. I primi passi (1. Un'origine incerta - 2. L'inizio della carriera - 3.Dalla Carelia al Comitato Centrale) - Capitolo II. Politica estera socialista (1. La sindrome ungherese - 2. Le relazioni con i partiti fratelli nei Paesi socialisti - 3. Ombre cinesi - 4. La DDR e la questione di Berlino) - Capitolo III. Il padrone della Lubjanka (1. Nuovo ordine brežneviano - 2. L'erede di Dzeržinskij - 3. Il Primo Direttorato Centrale - 4. Il Quinto Direttorato) - Capitolo IV. Il KGB di Andropov e le crisi (1. Una nuova Budapest? La primavera di Praga - 2. Afghanistan - 3. Polonia 1981: sovranità (auto)limitata) - Capitolo V. Al vertice del partito e dello Stato (1. Il ritorno sulla piazza Vecchia - 2. Quindici mesi) - Conclusioni - Bibliografia - Indice dei nomi