La colpa dei vincitori Stampa E-mail

Eliane Patriarca

La colpa dei vincitori
Viaggio nei crimini dell'esercito di Liberazione


Piemme, pagg.180, € 17,50

 

patriarca colpa  IL LIBRO – Ci sono italiani che hanno pagato molto caro il prezzo della Liberazione. Sono le migliaia di donne della Ciociaria e del frosinate violentate, abusate e uccise durante la marcia dei "liberatori". Tutto iniziò nel luglio del 1943, quando le truppe alleate sbarcarono in Sicilia. Nella risalita, furono molti i soldati che si lasciarono andare a episodi di violenza, mentre i generali e gli ufficiali chiudevano entrambi gli occhi. Come nel caso dei soldati francesi originari di Marocco, Algeria e Tunisia, i goumiers, al comando del generale Alphonse Juin. Abili nei combattimenti in montagna, furono determinanti nell'aggirare la linea nazista addentrandosi sui monti a sud di Roma. Ma seminarono l'orrore nei villaggi che attraversarono.
  Migliaia di donne di tutte le età, giovani e anziane, furono violentate e abusate con estrema crudeltà, anche da centinaia di soldati. Chi si ribellava veniva ucciso, gli uomini violati a loro volta. Secondo alcune stime furono decine di migliaia le vittime. Due volte vittime, perché alla violenza si unirono la vergogna e il silenzio. Si preferì tacere, le donne per pudore e autodifesa, le istituzioni italiane e francesi per non macchiare l'onore e non urtare la sensibilità dei rispettivi eroi della Liberazione.
  Eliane Patriarca, giornalista francese, indaga su questi fatti così poco conosciuti sia in Francia che in Italia, anche per scoprire se ai suoi nonni, originari di quelle zone, era toccata quella sorte. Un ritorno alle radici e un'indagine storica che, raccogliendo testimonianze terribili e sempre vivide, tocca un nervo ancora scoperto della nostra storia.

  DAL TESTO – "Gli chiesi di ripetere. Mi spiegò di nuovo: il corpo di spedizione francese, il CEF, comandato dal generale Alphonse Juin, faceva parte della coalizione alleata sotto il comando americano, ed era composto essenzialmente da uomini arruolati in Marocco, in Algeria e in Tunisia. La popolazione locale aveva presto cominciato a chiamare quegli stupri di massa con il termine "marocchinate", un neologismo formato a partire dal nome della nazionalità degli aggressori. Le truppe coloniali francesi avevano imperversato lungo tutto il loro percorso, dalla Sicilia alla Toscana, ma era stato nella mia zona d'origine, la Ciociaria, che si erano scatenate in modo particolare.
  "Per un attimo ho sperato che fossero solo dicerie, ma sapevo che il mio amico era troppo appassionato di storia, e specialmente di storia militare, per sbagliarsi. Ero arrabbiata e sconvolta. Ce l'avevo con lui perché mi aveva rivelato dei fatti che avrei dovuto conoscere, innanzitutto come figlia di italiani che dovevano necessariamente aver rasentato o addirittura subito quelle violenze, ma anche come giornalista. Ho provato rancore nei suoi confronti per via della vergogna che ho cominciato a sentire da quel momento. Il risentimento è durato solo un istante, ma il malessere e la vergogna non mi hanno più abbandonata."

  L'AUTRICE – Dopo una collaborazione ventennale con il quotidiano "Libération", Eliane Patriarca è oggi una giornalista freelance specializzata in inchieste sull'ambiente. Si è occupata in particolare del rischio amianto, in Francia e in Italia. Per approfondire il tema delle marocchinate, nel timore riguardasse anche la sua famiglia, originaria della Ciociaria, ha condotto l'inchiesta alla base di "La colpa dei vincitori", insignito del Premio Fiuggi.

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