I riti di caccia dei popoli siberiani Stampa E-mail

Éveline Lot-Falck

I riti di caccia dei popoli siberiani

Adelphi Edizioni, pagg.240, € 30,00

 

lotfalck caccia  IL LIBRO – La caccia, in Siberia, è una questione di vita o di morte, uno scontro inesorabile tra l'uomo e le potenze invisibili che dominano le immense distese ghiacciate, le foreste, i monti, i laghi, e a cui appartengono gli animali. In un mondo dove tutto è pieno di dèi, popolato da spiriti di ogni sorta con le loro gerarchie e antipatie reciproche, il cacciatore che si addentra nella foresta o s'avventura per mare «deve trovarsi in uno stato di grazia, come il sacerdote che si accosta al sacrificio». Si muove dunque con circospezione, protetto solo dalla magia, mediante la quale stipula un patto con l'«altro lato», perché «il diritto di uccidere si paga, come un permesso di caccia rilasciato da potenze superiori», e in cambio dei sacrifici le divinità concederanno selvaggina in abbondanza. L'esito dell'impresa, pertanto, non dipende solo dall'abilità dei cacciatori, ma dallo scrupolo con cui si atterranno alle innumerevoli prescrizioni e interdizioni rituali che accompagnano dal principio alla fine la battuta di caccia. Dovranno, soprattutto, conciliarsi la preda – far sì che acconsenta alla propria uccisione – e placarne l'anima dopo la morte, affinché non torni a perseguitarli.
  "Ben più che un omaggio, ben più che un tributo alla sua memoria – scrive Claudio Rugafiori – merita Éveline Lot-Falck da parte dei suoi colleghi, dei suoi allievi, dei suoi amici. Bisogna innanzitutto riconoscere, ora che lei non c'è più - lei, che per discrezione, per modestia, per riservatezza tendeva quasi a eclissarsi - che la sua opera, per molti aspetti, è assolutamente eccezionale, che il suo metodo di lavoro è un modello a cui d'ora in poi sarà necessario rifarsi. Bisogna anche riconoscere che il suo rigore, la sua intransigenza perfinoi, in un ambito come lo sciamanismo, soggetto a ogni sorta di generalizzazioni, sono doppiamente preziosi in virtù di certe indicazioni d'insieme e di una scelta ammirevole di dettagli significativi, proposti sempre con rara maestria. Bisogna infine riconoscere che la sua morte è una grave perdita, non soltanto per lo studio delle religioni dell'Eurasia settentrionale e dell'Artico, ma anche per l'etnologia e per il linguaggio delle ricerche future, che lei ha contribuito così efficacemente a precisare, arricchendolo d'un miglior abito di astrazioni e «consegnando», come scrive, non senza ironia, «dei materiali abbastanza attendibili alle formule matematiche del futuro, a coloro che sperano, riducendo a equazioni le operazioni della mente umana, di fornire la spiegazione definitiva»."

  DAL TESTO – "La caccia, per i popoli arcaici, non è un'attività meramente tecnica come è poi diventata per l'uomo moderno. Essa forma un insieme ben più complesso, che abbraccia gli ambiti più diversi. I sentimenti che mette in gioco sono di tutt'altra natura. Nulla di più lontano dall'eccitazione sportiva, dal gusto del rischio, dell'inseguimento. La caccia non è un lusso, ma una questione di vita o di morte che implica, da parte del cacciatore primitivo, un'attenzione, una concentrazione, una serietà fatalmente estranee al cacciatore moderno.
"Non è un semplice duello tra l'uomo e la bestia, dove l'uomo ha saputo garantirsi una schiacciante superiorità tecnica. Gli avversari non si scontrano in singolar tenzone: dietro l'animale il cacciatore scorge una schiera di forze soprannaturali pronte a intervenire contro la sua irruzione nel loro dominio. I ruoli sono invertiti: l'uomo, inerme, si batte in condizioni di inferiorità contro un avversario più grande di lui. Affronta un guerriero le cui doti non sono affatto inferiori alle sue, protetto da potenze superiori e che deve acconsentire alla propria uccisione. Se dovesse confidare nelle sue sole forze, l'uomo non oserebbe nulla. Di per se stesso, egli non esiste. Perciò non sottovaluterà l'importanza della tecnica. Non mancherà di addestrarsi nel maneggio delle armi, di sviluppare forza e agilità. Studierà le abitudini degli animali, i luoghi che frequentano, le date delle migrazioni, riconoscerà le tracce più impalpabili, saprà esattamente dove piazzare le trappole, tendere i lacci, compiere un'imboscata."

  L'AUTORE – Éveline Lot-Falck (1918-1974) ha diretto il Dipartimento dell'Artide e dell'URSS asiatica presso il Musée de l'Homme di Parigi e, su invito di Claude Lévi-Strauss, tenuto la cattedra di Religioni dell'Asia settentrionale e dell'Artide presso l'École Pratique des Hautes Études. "I riti di caccia dei popoli siberiani" è apparso per la prima volta nel 1953 ed è qui accompagnato da un saggio in cui Claudio Rugafiori traccia un illuminante profilo della sua autrice.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. Importanza della caccia (L'ambiente e l'uomo – Le popolazioni studiate - Influenze culturali - Il territorio) - II. Uomini e animali (L'indifferenziazione primitiva tra uomo e animale - Incarnazioni di divinità) - III. Il totemismo in Siberia (Identificazione di uomo e animale - Nozione di parentela - Tabu alimentari – Alleanze) - IV. Gli spiriti-signori (Il gran dio - I signori della natura - Rapporti con gli animali - I «guardiani» - I signori-animali – Gli spiriti dei morti – Gerarchia - Il genere di vita e l'aspetto dei «signori» - Raffigurazioni - Le relazioni tra i «signori») - V. Il culto degli spiriti (Sacrifici periodici e occasionali - A chi si rivolgono i sacrifici - Le offerte - Luoghi delle offerte - Il ruolo del fuoco - Le preghiere di neutralità - Le preghiere di concorso - Gli incantesimi) - VI. Gli amuleti (Amuleti protettivi: il ruolo del ferro - Amuleti animali - Amuleti ausiliari) - VII. Linguaggio di caccia (Prima della caccia - Nomi dell'orso - Nomi di altri animali - Il linguaggio durante la caccia) - VIII. Preparativi di caccia (Divinazione - Cerimonie magiche - Purificazione prima della caccia - La donna e la caccia - Gli odori - Modi di purificazione) - IX. Comportamento durante la caccia (La partenza - Cacce collettive e individuali - Capi della caccia - Presa di contatto con la foresta - Soggiorno nella foresta - Comportamento verso l'animale. Precauzioni riguardo l'uccisione - Le armi - La messa a morte - Limiti alle uccisioni - Comportamento della donna) – X. Comportamento dopo la caccia (Giustificazione dell'uccisione - Rifiuto della responsabilità - Trattamento del corpo - Il ritorno dalla caccia - Ingresso della selvaggina – Spartizione - Offerte di ringraziamento – Dissacrazione) – XI. Consumazione (Preparazione - Separazione dei prodotti di terra e di mare - Distribuzione delle parti. Restrizioni alimentari) - XII. Riconciliazione e resurrezione (La riconciliazione - Onori resi all'animale. La sua «visita» agli uomini - La resurrezione - Conservazione delle ossa - «Sacrifici» di crani e ossa lunghe - Confronti con la preistoria) – Conclusione - Éveline Lot-Falck. Un profilo, di Claudio Rugafiori – Bibliografia - Indice delle carte e delle illustrazioni nel testo e delle tavole fuori testo