Notte Stampa E-mail

Edgar Hilsenrath

Notte
Postfazione di Paola Del Zoppo


Voland Edizioni, pagg.573, € 18,00

 

hilsenrath notte  IL LIBRO – Marzo 1942. Sul ghetto di Prokov – città ucraina occupata dalle truppe romene, alleate con i nazisti – è perennemente notte. Giorno dopo giorno, smarrito in un'atmosfera apocalittica, Ranek combatte per sopravvivere. Antieroe spietato e cinico, è disposto a tutto pur di restare aggrappato alla vita, in un'incessante lotta per il cibo e un posto letto con gli altri personaggi del romanzo, ombre costrette a muoversi nella nebbia che si imprimono nella memoria del lettore. Paragonato a "Viaggio al termine della notte" e "Morte a credito" di Céline, ma anche ai testi di Miller, Steinbeck, Burroughs e Gor'kij, "Notte" è un affresco crudele e grottesco, unanimemente considerato un capolavoro. Controverso per la sua durezza, esce finalmente anche in traduzione italiana.
  "Diviso in quattro parti – scrive, nella Postfazione, Paola Del Zoppo -, racconta la vicenda di Ranek nel ghetto di Prokov, l'equivalente immaginario di Mogilëv, in Transnistria (Romania), dove l'autore ebreo fu deportato nel 1941: un'esistenza scurrile, brutale, sicuramente una materia difficilissima da trattare. Hilsenrath sceglie per affrontarla una modalità provocatoria e di certo disturbante, in cui l'effetto di straniamento esistenziale è perfettamente coerente con la scrittura, che a sbalzi e strappi procede su una precisa linea mai lontana dal grottesco. La consequenzialità di azioni, eventi e sentimenti è del tutto illusoria e, dunque, viene messa in discussione di continuo. Hilsenrath, lungi dal voler comunicare la narrabilità di un evento tragico come lo sterminio, produce un documento letterario della rottura, della violenza, e si spinge fino all'implicito giudizio di ipocrisia verso chi sceglie di non narrare affatto, restituendo anche alla letteratura e alla scrittura il valore eversivo che le motivano."

  DAL TESTO – "La strada era deserta. Saranno stati la pioggia e il crepuscolo a far sparire la gente... o solo la paura? Sarà la paura, pensò l'uomo. Le labbra che avevano appena sorriso si serrarono e il viso si indurì di colpo.
  "Aveva la faccia devastata, fame e privazioni ci avevano imperversato senza pietà. Calò sulla fronte il cappello altrui, troppo grande; strinse meglio i calzoni legati con il fil di ferro; non portava la camicia, il petto denutrito spuntava grigio e peloso dalla giacca lacera. Fa ancora un freddo, pensò tremando. La primavera si faceva attendere. E dire che era già marzo... il marzo 1942.
  "Uscendo di casa aveva preso a sinistra e tirato diritto a casaccio. Avrebbe anche potuto girare a destra; sarebbe stato lo stesso, tanto non aveva idea di dove andare. Sapeva solo che quella notte sarebbe arrivato da qualche parte, che doveva arrivare sotto un tetto, tra quattro mura.
  "Nel ghetto di Prokov le strade erano pressoché tutte uguali. La guerra non aveva risparmiato molto... qualche casa sparsa... e per il resto... solo lunghe file di rovine cieche e annerite. Prokov era una città ucraina bagnata dal Nistro che al ritiro dell'Armata Rossa era stata occupata dalle truppe romene. Ora nel ghetto vivevano perlopiù ebrei romeni deportati, ma ce n'erano anche altri, qualche sopravvissuto della vecchia comunità ebraica di Prokov, che abitava lì da sempre, e pure ebrei dei dintorni. Quando era era stato istituito il ghetto, gli ucraini se n'erano andati; non avevano granché da perdere in quelle distese di macerie; le autorità avevano assegnato loro degli alloggi nei quartieri a nord e a sud della città, in parte risparmiati dalla guerra; molti però si erano trasferiti più lontano, disperdendosi ai quattro venti."

  L'AUTORE – Nato a Lipsia nel 1926, ebreo d'origine orientale, Edgar Hilsenrath fugge in Romania con la famiglia per sottrarsi alla minaccia nazista. Internato in un ghetto ucraino fino al 1944, nel 1951 si imbarca per gli Stati Uniti, dove rimane per oltre trent'anni, prima di rientrare in Germania e stabilirsi definitivamente a Berlino. La sua opera è ispirata dall'esperienza della guerra e della shoah, e la sua scrittura cruda e irriverente, giudicata spesso amorale, ha suscitato a lungo polemiche soprattutto in Germania. I suoi libri, di cui alcuni pubblicati negli Stati Uniti e soltanto diversi anni dopo in lingua originale, sono ormai best seller tradotti in tutto il mondo.

  INDICE DELL'OPERA – Prima parte – Seconda parte – Terza parte – Quarta parte – Nota dell'editore tedesco all'edizione inclusa nelle Opere Complete – Nota biobibliografica. Edgar Hilsenrath e Notte – Postfazione, di Paola Del Zoppo