Il grande Iran Stampa E-mail

Giuseppe Acconcia

Il grande Iran
Prefazione di Mohammad Tolouei


Exòrma Edizioni, pagg.235, € 14,50

 

acconcia iran  IL LIBRO – Questo libro è il frutto di dieci anni di vita, di viaggi e ritorni in questo paese di Giuseppe Acconcia, uno dei più accreditati corrispondenti italiani dal Medio Oriente.
  Il titolo del libro è un riferimento agli intrighi russi, statunitensi e britannici – paesi che hanno manipolato la Persia sin dall'Ottocento – riportati nel classico di Peter Hopkirk "Il Grande gioco", ma è soprattutto una riflessione critica sul progetto dell'ex presidente Usa, George W. Bush, di Grande Medio Oriente.
  Se la politica estera della Repubblica islamica non ha mai assunto un atteggiamento aggressivo dopo il 1979 e neppure ha perseguito forme di esportabilità del modello khomeinista, ci ha pensato la cieca politica estera Usa a creare il mito del Grande Iran.

  DAL TESTO – "Sono arrivato per la prima volta a Tehran alle sei della mattina. Tehran all'alba, a maggio, era bellissima. Il tempo trascorso lì ha cancellato i miei sguardi sofferenti. In una città così poco accogliente si scorgeva talvolta il vivere tremendo di uomo povero, che si barcamenava ogni giorno. È una città tagliente, Tehran, piena di gente, macchine, strade giganti con alberi ai lati e con l'acqua corrente. Acqua corrente, proprio che corre, per le strade, lungo i canali, a dare linfa agli alberi e per pulire le mani. Sì, alcuni usano sciacquarsi le mani nell'acqua che scorre. Quest'acqua proviene dal nord, dalla montagna, e scende, scende giù per chilometri. Si riempie di bottiglie, spazzatura e scorre, scorre. Più la gente si fa povera più l'acqua è sporca. Più scorre, più si vive con niente. Tehran contraddice Tehran. Il nord si culla in una quiete occidentale. Il sud si distrae tra le brevi stradine o i grandi bazar. La via che ricorda la Rivoluzione del 1979 separa i due volti, le due contraddizioni. Le stesse che creano i mali di un paese bellissimo, di una terra per tanto tempo isolata, continuamente messa a tacere e manipolata."

  L'AUTORE – Giuseppe Acconcia, giornalista professionista e ricercatore, specializzato in Medio Oriente, dal 2005 ha vissuto tra Iran, Egitto e Siria. Scrive per "Al Ahram", "The Independent", "il Manifesto". Collabora con Linkiesta, Oil, Radio3Rai, Reset. Ha pubblicato saggi con Il Mulino, The International Spectator, Ispi. Autore di "Egitto. Democrazia militare" (Exòrma, 2014), "La primavera egiziana" (Infinito, 2012) e di "Un inverno di due giorni" (Fara, 2007). Gli è stato assegnato il premio "Giornalisti del Mediterraneo 2013" e ha recentemente realizzato un documentario radiofonico per Radio3 Il Cairo dalle strade della rivoluzione.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione. Un nuovo Oriente, di Mohammad Tolouei – Tehran - L'Iran dei Qajar (I sovrani Qajar e la debolezza dello Stato - L'intelligentia persiana: anticlericale ma non antireligiosa - Gli 'ulama', manipolati dai Qajar e criticati dagli intellettuali - Le concessioni dei Qajar, la presenza britannica e russa in Iran - Giornali, università e movimenti trans-caucasici) - La rivoluzione iraniana (1979) (Cause e antefatti - I mullah leader della Rivoluzione - La Repubblica islamica) - La Repubblica islamica e il movimento riformista (Ideologia rivoluzionaria e leadership religiosa - Le istituzioni della Repubblica islamica - Ideologia politica e pluralismo politico - La novità del movimento riformista - Base sociale e mobilitazione) - La società civile iraniana (Il movimento studentesco - Il giornalismo iraniano - La cultura e gli intellettuali - Il movimento per la difesa dei diritti delle donne - Le organizzazioni non governative) - Un'economia rivoluzionaria: fondazioni e bazar (Le fondazioni - Il bazar) - L'onda verde travolge Tehran - Un moderato a Tehran: Hassan Ruhani (Ruhani: un moderato alla guida della Repubblica islamica - Il primo discorso di Hassan Ruhani: tra festeggiamenti e promesse - La campagna elettorale: i riformisti all'angolo e l'eliminazione di Rafsanjani - Programma nucleare e sanzioni internazionali - Lo scontro su tv pubblica e università) - Quei salotti trasformati in cineclub (La casa di Monir - I concerti rock all'Eyvan-e Shams - La musica in radio e tv: tra paesaggi e colonne sonore - Quando la contestazione si fa sui tetti - Il Festival Fadjr) - I curdi di Kermanshah e Sanandaj (Il passato curdo di Kermanshah - A Sanandaj, tra Barzani e Öcalan) - Ripensando Khomeini, tra Qom e Mashhad (Viaggio nella città sciita di Qom - Tra i pellegrini della moschea Imam Reza - Il volto laico di Mashhad) - L'accordo di Vienna sul nucleare iraniano (Il riavvicinamento con gli Stati Uniti - Dal "dual containment" alle guerre in Iraq e Afghanistan - Le sanzioni per il programma nucleare - L'accordo di Ginevra e l'inasprimento delle sanzioni - Le implicazioni per i conflitti in Medio Oriente - Le feste per l'intesa preliminare e il risveglio della società civile iraniana - Noam Chomsky: «È una farsa» - Shirin Ebadi: «Siamo contro il nucleare») - Iran a tutto gas (Il boom di investimenti esteri - Tehran si rifà il trucco - E nei bazar i prezzi scendono - Si riparte dal Golfo persico - Paesaggi al posto di Twitter - Il ritorno delle ong) - L'Iran e le rivolte in Medio Oriente (Piazza Azadi - Il riavvicinamento tra Cairo e Tehran - Perché in Iran la Rivoluzione ha vinto e in Egitto no? - Accordo storico o fotografia del reale? - L'euforia per la vittoria dei moderati alle elezioni parlamentari) – Note – Bibliografia - Interviste