I nuovi sovrani del nostro tempo Stampa E-mail

Jonathan Taplin

I nuovi sovrani del nostro tempo
Amazon, Google, Facebook


Macro Edizioni, pagg.288, € 18,60

 

taplin sovrani  IL LIBRO – Quando il nostro modo di navigare online (e non solo) ha cominciato a essere condizionato da Amazon, Google e Facebook? Chi ha permesso una crescita senza precedenti di queste potentissime aziende con grosse conseguenze per tutti noi (dalla pirateria in ambito editoriale, musicale e cinematografico alla riduzione della nostra privacy)? Perché oltre 50 miliardi di dollari all'anno sono passati dalle mani di artisti, editori, scrittori, musicisti a quelle delle piattaforme digitali monopolistiche di proprietà di questi colossi? E come mai nessuno si è opposto a questi cambiamenti generando così uno squilibrio di potere che ha portato Amazon, Google e Facebook a godere di un'influenza in campo politico pari a quella dei colossi petroliferi (Big Oil) e farmaceutici (Big Pharma)? Jonathan Taplin nel suo libro "I Nuovi Sovrani del Nostro Tempo" - in America noto come "Move Fast and Break Things" - descrive in maniera chiara e appassionante queste grandi aziende, come sono nate, chi le controlla, quali sono i loro veri obiettivi e soprattutto perché dobbiamo fermarle subito! Pensi che tutto ciò non ti riguardi? Beh è meglio che tu sappia che il loro prossimo obiettivo sarà il tuo posto di lavoro.
  "Il presente libro – scrive, nella Postfazione, Diego Fusaro - ci aiuta a comprendere appieno l'essenza della nuova "formula trinitaria" del capitale post-1989 e, per ciò stesso, a pensare vie di fuga, alla maniera platonica, dalla caverna globalizzata di cui siamo prigionieri troppo spesso inconsapevoli."

  DAL TESTO – "Se è vero che "le informazioni personali sono il nuovo petrolio", allora parecchi soggetti economici dovranno imparare a stare al passo di Google, Amazon e Facebook, destinate in pratica a rimanere le ultime imprese con cui sarà possibile guadagnarsi da vivere.
  "Queste aziende non hanno raggiunto la loro posizione dominante unicamente grazie al genio dei loro fondatori, anche se gran parte della stampa economica vuole farvelo credere. I loro monopoli sono invece il risultato effettivo di una corrente di pensiero nota come libertarianismo, basata sulle opere dell'economista Milton Friedman e del filosofo Ayn Rand. In poche parole, il libertarianismo parte dall'assunto che il governo sia quasi sempre dalla parte del torto e il mercato abbia quasi sempre ragione. Risulta quasi sorprendente pensare a come Internet sia stato creato in origine con fondi governativi e disegnato secondo i principi della decentralizzazione (che effettivamente avremmo bisogno di rispolverare, se vogliamo sconfiggere il potere delle multinazionali monopoliste nell'era digitale)."

  L'AUTORE – Jonathan Taplin è Direttore emerito del Laboratorio Annenberg per l'innovazione dell'Università della California del Sud ed è stato in passato organizzatore dei tour musicali per Bob Dylan e la Band, oltre che produttore cinematografico in collaborazione con Martin Scorsese. Esperto dei media digitali di intrattenimento, Taplin è inoltre membro dell'Accademia di Arte e Scienza Cinematografica, esponente dell'Unità operativa per la banda larga in California nonché del Consiglio per la tecnologia e l'innovazione istituito dal sindaco di Los Angeles Eric Garcetti. Grazie a questo libro milioni di persone in tutto il mondo stanno scoprendo chi sono i nuovi padroni del nostro tempo e i pericoli che la democrazia sta correndo.

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione - Introduzione – Capitolo 1. La grande rottura – Capitolo 2. La storia di Levon – Capitolo 3. Le radici della controcultura tecnologica – Capitolo 4. La controinsurrezione libertaria – Capitolo 5. Devastazione digitale – Capitolo 6. Il monopolio nell'era digitale – Capitolo 7. Google e lo sfruttamento delle regole a proprio vantaggio – Capitolo 8. La rivoluzione dei social media – Capitolo 9. I pirati di internet – Capitolo 10. I libertari e l'uno per cento - Capitolo 11. Cosa significa essere umani - Capitolo 12. Il rinascimento digitale - Conclusione - Ringraziamenti – Postfazione, di Diego Fusaro - Note