Rifugiati. I moriscos e l’Italia Stampa E-mail

Bruno Pomara Saverino

Rifugiati
I moriscos e l'Italia


Firenze University Press, pagg.348, € 17,90

 

pomara rifugiati  IL LIBRO – Il libro ricostruisce una vicenda poco conosciuta: l'arrivo in Italia di migliaia di esuli moriscos, discendenti di origine arabo-musulmana, da secoli insediati nella penisola iberica, battezzati a seguito della Reconquista cristiana (1492), sovente accusati di cripto-islamismo e tradimento della patria, infine espulsi e deportati dalla Spagna (1609-1614). Quali sono gli ostacoli incontrati dai rifugiati nel cammino dell'esodo? Quale il comportamento delle autorità di fronte agli sbarchi? E in che termini i profughi hanno interagito con le popolazioni locali? Domande attuali poste a problemi antichi che l'Italia, nella sua frammentazione politica, ha vissuto già in altre occasioni.

  DAL TESTO – "A partire dal 1610 i profughi attraccati al largo di Civitavecchia sono bloccati dalle autorità portuali in varie occasioni, anche in modo violento (si e già evocato l'espisodio della nave presa a cannonate) e le richieste manifestate a bordo dai portavoce moriscos di scendere sulla terraferma e potersi recare a Roma sono ignorate da Paolo V, che risponde con il secco «noluit concedere». Questa formula papale, infatti, è sovente utilizzata per replicare a istanze di accesso a Roma da parte anche di altri gruppi stranieri: soprattutto dal XVI secolo la politica pontificia è caratterizzata da un'intransigenza normativa nel confronti di eretici ultramontani che vogliono sostare presso l'Urbe e i bandi di allontanamento sono emanati in ripetute occasioni. A prima vista, dunque, l'impressione è che Roma sia una citta inaccessibile per chi viene da paesi eretici o a rischio eresia, ma di fatto tra Cinque e Seicento si moltiplicano le eccezioni che derogano alla regola. Talvolta per l'inapplicabilità di bolle in una città che vede transitare ogni giorno migliaia di semplici visitatori, mercanti, studenti e pellegrini, talaltra perché, a partire dal XVII secolo, la Chiesa cattolica vuole dare una nuova immagine di sé, manifestando una misericordia che, da un lato, vorrebbe sedurre e attrarre lo straniero eretico, dall'altro, cooptare nuovi fedeli: «scoprire e identificare, per poi aiutare, convertire, rieducare». La Santa Sede, insomma, si impegna in strategie conversioniste dirette in forma prevalente a figure del mondo protestante, magari di un certo rilievo sociale; si sforza di farlo anche con persone comuni del mondo ebraico e musulmano stanziati in Italia, grazie alla fondazione delle case dei catecumeni."

  L'AUTORE – Bruno Pomara Saverino è professore di Storia Moderna all'Universitat de València. È stato visiting researcher presso le università di Nantes, La Sapienza, Federico II e premio Jóvenes Investigadores (2011). Tra i curatori di Identidades cuestionadas. Coexistencia y conflictos interreligiosos en el Mediterráneo (2016), è autore del libro Bandolerismo, violencia y justicia en la Sicilia barroca (2011).

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione (I moriscos nella storiografia - Il problema e le questioni chiave: diaspora, identità, stranieri, migrazioni - Note su metodologia e ricerca) - Capitolo 1. L'espulsione generale e la ricezione in Italia (1.1. Dal battesimo alla deportazione. Breve compendio sui moriscos - 1.2. Trattatistica e avvisi - 1.2.1. Le prime notizie - 1.2.2. Giovanni Botero e le Relationi universali - 1.2.3. Antonio Quintini e il Tradimento ordinato da' Moreschi - 1.2.4. Interpretare l'altro a proprio uso e consumo - 1.3. Tensioni e questioni tra Monarquía e Santa Sede - 1.3.1. A Roma no le importa un Bleda - 1.3.2. Le censure pontificie a Damián Fonseca) - Capitolo 2. Sbarchi, insediamenti, problemi (2.1. Geografia del contatto - 2.1.1. Ripopolare i regni. Proposte di scambio - 2.1.2. Scalo in Francia - 2.1.3. Approdo in Italia - 2.1.4. Sanità - 2.1.5. I primi stanziamenti - 2.2. Mantova e l'audacia di Vincenzo I - 2.2.1. Il lungo viaggio - 2.2.2. Frizioni con Milano - 2.2.3. Cristiani o musulmani, ma gente che lavora - 2.2.4. Ostacoli al progetto - 2.3. Il granducato di Toscana, il progetto di popolamento e i conflitti giurisdizionali - 2.3.1. Il procaccio marsigliese - 2.3.2. Prenderli a Roma e portarli in Maremma - 2.3.3. Terreno di scontro - 2.4. Genova e l'intransigenza - 2.4.1. L'implicazione genovese nel destierro - 2.4.2. Perché no? - 2.4.3. I raccomandati di Vivas - 2.4.4. Quale presenza? - 2.5. Il corridoio veneziano - 2.5.1. Di passaggio - 2.5.2. Teste di ponte - 2.6. A Napoli - 2.6.1. Tutti nella capitale (o quasi) - 2.6.2. Tomasa, morisca di Benidoleig - 2.7. Tra viceré e inquisitori. Il caso siciliano - 2.7.1. Isola non isolata - 2.7.2. Abiti mori - 2.7.3. Passaporti - 2.7.4. Vita da musulmana. Catalina Barón di Bellús - 2.7.5. In carcere con i moriscos - 2.7.6. Sotto torchio - 2.8. Breve postilla sui moriscos in Sardegna) - Capitolo 3. A casa del Papa (3.1. Negli Stati pontifici, nonostante tutto - 3.1.1. Fermarsi fuori l'Urbe - 3.1.2. Espulsi da Paolo V - 3.1.3. Tutte le strade portano a Roma - 3.1.4. Il padre Funes e la salvazione frustrata - 3.2. M come moriscos. Lo stanziamento romano - 3.2.1. Abitare - 3.2.2. Pregare - 3.2.3. Accedere ai sacramenti - 3.2.4. Peccare - 3.2.5. Lavorare - 3.2.6. Morire - 3.2.7. Appartenere - 3.3. Il gaudente Diego Ruiz Zapata - 3.3.1. Soy español - 3.3.2. Buoni cristiani - 3.3.3. Buona fama - 3.3.4. Reti e protezioni - 3.3.5. Il portafoglio di Diego) - Capitolo 4. Il lascito degli avi. Pratiche e credenze musulmane, eterodossie cristiane (4.1. Dei delitti... - 4.2. Circoncisione - 4.3. La bambina di Aix - 4.4. I battesimi sub conditione - 4.5. Confessione - 4.6. Comunione - 4.7. Matrimonio - 4.8. Ordine sacro - 4.9. ... e delle pene - 4.10. Conversioni) - Capitolo 5. L'affare morisco (5.1. Gli espulsi vittime della schiavitù - 5.1.1. L'emporio toscano - 5.1.2. Prede di corsa e non - 5.1.3. Impenitenti e pertinaci - 5.1.4. Bottino di guerra - 5.1.5. Liberi tutti? I bambini - 5.1.6. Schiavitù nascosta o servitù conclamata? - 5.1.7. Libere dalle catene - 5.2. I mercanti-redentori - 5.2.1. Luis Zapata, il sivigliano - 5.2.2. Mehmet Farache, il valenziano - 5.3. Juan Pérez, il saragozzano - 5.3.1. Traffico di minori? - 5.3.2. Reti e fazioni mercantili - 5.3.3. Patronage italiani - 5.3.4. Itinerari - 5.3.5. Religiosità - 5.3.6. Il breve soggiorno livornese - 5.3.7. Viaggi frustrati, occasioni mancate - 5.3.8. La regia del Sant'Uffizio romano) - Conclusioni - Appendice documentale (Istruzioni di Filippo III all'ambasciatore a Roma, conte di Castro, per giustificare l'espulsione dei moriscos davanti a Paolo V - Bando di Filippo III per rivelare i moriscos in Sicilia - Salvacondotto (guiaje) a Luis Zapata per recarsi a Messina - Licenza a Luis Zapata per andare in Barberia con schiavi affrancati - «Nota di tutti li stiavi e stiave spagnole morescate, che sono di presente nel Bagno di Sua Altezza Serenissima questo dì 27 d'aprile 1611» - Istruzione per la venuta de' mori nelle maremme di Siena - Sugli schiavi presi a Berchet - Denuncia di Simon Francesco Franchi di Bastia contro Juan Pérez - Sequenza di domande a cui sottoporre i testimoni in difesa di Juan Pérez - Sentenza contro Juan Pérez di Zaragoza - Processo sommario a Abrahim di Biserta) - Abbreviazioni - Bibliografia - Mappe e tabelle - Ringraziamenti - Indice dei nomi