Robert Michels e la Prima guerra mondiale Stampa E-mail

a cura di Federico Trocini

Robert Michels e la Prima guerra mondiale
Lettere e documenti
(1913-1921)


Casa editrice Leo S. Olschki, pagg.XII-750, € 23,00

 

trocini michels  IL LIBRO – Autore di uno dei grandi classici del pensiero politico novecentesco, "La sociologia del partito politico nella democrazia moderna" (1911), Robert Michels (1836-1936) rientra tra gli intellettuali più cosmopoliti del secolo. In quanto 'tedesco per origine' e 'italiano per elezione', egli rappresenta al tempo stesso una figura chiave tramite cui ricostruire la fitta trama di rapporti tra Italia e Germania a cavallo tra Otto e Novecento. Attraverso i documenti inediti del suo carteggio risalenti al periodo 1913-1921 e raccolti all'interno di questo volume è possibile fare luce su una porzione cruciale del suo controverso itinerario biografico e intellettuale. E, in particolare, venire a capo delle complesse ragioni che, in coincidenza con lo scoppio della Prima guerra mondiale, lo spinsero dapprima a richiedere la naturalizzazione italiana e, all'indomani del maggio 1915, nel quadro di una scelta di campo profondamente lacerante sul piano personale, a farsi promotore del principio di autodeterminazione nazionale e, più in generale, ad auspicare, per il bene dell'intera Europa, la sconfitta militare della Germania.
  Il Curatore ha raccolto i documenti in cinque grandi scansioni temporali ternaticamente coerenti alloro interno, ciascuna delle quali corrispondente a una ben precisa fase dell'itinerario michelsiano a cavallo tra 1913 e 1921. Nella prima, si trovano i documenti risalenti ai mesi compresi tra febbraio 1913 e luglio 1914, vale a dire quelli durante i quali, in coincidenza con il sofferto trasferimento di Michels a Basilea e l'avvio della sua collaborazione in qualità di co-direttore con lo «Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik», egli maturò la decisione di fare richiesta della cittadinanza italiana. Nella seconda, invece, ci sono i documenti risalenti ai mesi che vanno dal luglio 1914 al maggio 1915, nel corso dei quali, pur non esitando a dar voce al proprio disagio di fronte all'incalzare degli eventi bellici, Michels cercò di non lasciarsi travolgere dalle passioni politiche, ma anzi si impegnò a mantenere quantomeno pubblicamente un atteggiamento di moderata equidistanza rispetto alle parti in conflitto. La terza fase coincide col periodo compreso tra maggio 1915 e dicembre 1916. Ricadendo all'indomani dell'intervento italiano, essa documenta la progressiva mobilitazione intellettuale di Michels e il contestuale inasprimento delle polemiche nei suoi confronti: risalgono non a caso a questa fase sia alcuni dei suoi saggi più marcatamente orientati in senso filo-italiano, sia la rottura con Weber. La quarta fase comprende poi l'insieme di documenti e lettere risalente al periodo tra gennaio 1917 e dicembre 1918, vale a dire quello durante il quale, consolidando la propria collaborazione con il personale diplomatico italiano presente in Svizzera, Michels assunse un ruolo via via sempre più attivo nella promozione a livello internazionale degli interessi politico-culturali dell'Italia. Nella quinta e ultima fase, sono raccolti i documenti che ricadono nel periodo a cavallo tra gennaio 1919 e giugno 1921, vale a dire nel biennio in cui, in coincidenza con lo svolgimento della Conferenza di pace di Parigi e la concomitante precaria ridefiniziione degli equilibri postbellici, Michels riprese con rinnovato slancio i propri sforzi in vista del definitivo ottenimento della cittadinanza italiana.

  DAL TESTO – "[...] per quanto lo scatenamento della guerra abbia senz'altro accelerato e in parte sancito la crisi definitiva di molti suoi ideali giovanili anche all'indomani del 1914, la riflessione di Michels continuò a ispirarsi a solidi principi democratici. È quanto rivelano le stesse complesse modalità entro cui, specie a partire dal maggio 1915, prese forma e si declinò la sua mobilitazione intellettuale. Al pari di molti altri autorevoli esponenti del mondo della cultura di alloaa, anche Michels non poté infatti sottrarsi - malgrado il fuoco incrociato di sospetti cui lo espose la precarietà della sua condizione di apolide - dal prender parte a un intensa campagna pubblicistica. Nel contesto della quale, facendosi portavoce delle aspirazioni irredentiste italiane, dei diritti delle minoranze oppresse e, più in generale, del principio di autodeterinazione nazionale, egli finì per assegnare alla guerra, che pur aveva in dispregio, un significato preciso. E - si noti bene - un significato che, manifestando l'inesorabile inconciliabilità delle sue convinzioni rispetto a quelle coltivate dalla maggioranza dei colleghi tedeschi, rese la sua posizione almeno in parte assimilabile a quella del 'letterato della civilizzazione' preso di mira da Thomas Mann nelle sue Considerazioni di un impolitico. E, dunque, a quella di quel tipico esempio di 'intellettuale rinnegato', il quale, tedesco sul piano culturale ma non meno anti-tedesco su quello politico, sin dall'inizio delle ostilità auspicò per il bene dell'Europa la sconfitta militare della Germania quale premessa della sua conversione in senso democratico."

  IL CURATORE – Federico Trocini è attualmente assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Culture, politica e società dell'Università di Torino, dove nel 2006 ha conseguito il dottorato di ricerca in Studi politici europei ed euro-americani. Già borsista dell'Istituto storico italo-germanico di Trento, si occupa perlopiù di storia tedesca e italiana a cavallo tra Otto e Novecento. Tra le sue pubblicazioni: "Tra internazionalismo e nazionalismo. Robert Michels e i dilemmi del socialismo di fronte alla guerra e all'imperialismo" (Roma, 2007) e "L'invenzione della Realpolitik e la scoperta della legge del potere. A. L. von Rochau tra radicalismo e nazional-liberalismo" (Bologna, 2009).

  INDICE DELL'OPERA - Premessa – La Grande guerra e i dilemmi del 'letterato della civilizzazione' («Quando la scienza non fosse più avvinta alle patrie» - Un intellettuale tra Italia e Germania (e Francia) - «Italiano per elezione»? Michels e il suo rapporto con l'Italia - Da Colonia a Basilea, passando per Marburgo, Parigi e Torino - «L'uomo di buona volontà» e il «letterato della civilizzazione» - Un possibile spazio sovranazionale? Il concetto di 'latinità' - Gli Stati Uniti d'Europa: nient'altro che una «fantasmagoria» - Un esito controverso) – Indice tematico – Lettere e documenti (1913-1921) (I. «Sotto il peso terribile del nostro avvenire basilese»: Michels e il congedo dall'«amata» Torino (febbraio 1913-luglio 1914) - II. «Siamo diventati foglie che il vento trasporta»: lo sgomento di Michels di fronte alla guerra (luglio 1914-maggio 1915) – III. «Una posizione irta spine»: la scelta filo-italiana di Michels tra polemiche e sospetti contrapposti (maggio 1915-dicembre 1916) – IV. Per «una pace giusta che tenga conto delle legittime aspirazioni italiane»: Michels e la «propaganda d'italianità» (gennaio 1917-dicembre 1918) – V. Post res perditas. Michels e il conseguimento della cittadinanza italiana (gennaio 1919-giugno 1921)) – Indice dei nomi