La facciata nord di San Marco a Venezia Stampa E-mail

Rudolf Dellermann - Karin Uetz

La facciata nord di San Marco a Venezia
Storia e restauri


Cierre Edizioni, pagg.256, € 49,00

 

dellermann facciata  IL LIBRO – La basilica di San Marco a Venezia è uno fra i più importanti edifici sacri del medioevo. Nonostante sia anche uno dei più studiati, alcuni aspetti sostanziali della sua storia sono tuttora incerti. Dal 2002, in occasione del restauro del fianco nord della basilica, un gruppo di studiosi tedeschi ha indagato con metodi all'avanguardia lo sviluppo architettonico dell'edificio, dalle strutture preesistenti alla basilica contariniana dell'XI secolo fino ai restauri moderni. In parallelo, accurate ricerche d'archivio hanno messo a confronto i documenti dei restauri otto-novecenteschi, in parte inediti, con le evidenze studiate dal vivo. Alla luce delle nuove conoscenze, la facciata nord - a lungo considerata una facciata minore, all'ombra della basilica - risulta ora rivestire un ruolo fondamentale per la storia architettonica dell'intero edificio. Punti salienti dell'indagine sono gli "impulsi" che San Marco riceveva dalla sua chiesa gemella, San Teodoro, la funzione della zona nord della basilica come luogo di sepoltura e l'aspetto della facciata prima del criticato restauro ottocentesco, le cui manomissioni sono ora chiaramente evidenziate.
  Il testo è suddiviso in due parti. La prima riguarda il lento nascere della facciata nord, dalle preesistenze ai mutamenti tre-quattrocenteschi. Approfondisce la facciata del transetto contariniano dai residui di San Teodoro al XII secolo. Prosegue con la costruzione del nartece nord, la nuova veste della basilica nella facciata duecentesca e la costruzione delle cappelle di sant'Isidoro e dei Mascoli. Si conclude illustrando un nuovo aspetto funzionale della zona nord di San Marco, quello delle sepolture. La parte seconda tratta specificamente dei restauri della facciata nord nel XIX e XX secolo. La complessità del tema affrontato rende necessario un ampio e articolato sviluppo. Si parte dalle poche notizie sulla facciata, si illustrano le conseguenze dei restauri sulla stessa e si analizza la documentazione ottocentesca a confronto con le vedute del Settecento. Il testo presenta le due fasi dei restauri: quella dell'Ottocento condotta da Giovan Battista Meduna a partire dalla commissione governativa direttrice dei lavori, a cui si devono il restauro dell'arco Manin e della cappella dei Mascoli, quindi il restauro dell'arcata delle pecorelle (campata Gradenigo) e infine il restauro dell'intera facciata del nartece secondo un nuovo progetto di Meduna. La seconda fase riguarda l'angolo di Sant'Alipio a cura di Manfredo Manfredi e Luigi Marangoni. Mette in evidenza i nuovi standard della documentazione: rilievi architettonici, fotografie, diario dei lavori, calchi, che risultano di rilevante importanza per la conservazione di San Marco. Quindi riguarda il restauro della cappella dei Mascoli dopo l'alluvione del 1966, per garantire, con nuove tecniche, la stabilità delle murature dell'angolo nordovest. Il volume si conclude con la pubblicazione di passi scelti dei documenti.
  Gli studi pubblicati nel volume – scrive Ettore Vio (Proto emerito di San Marco) - "poggiano sulla ormai più che secolare produzione di centinaia di studiosi e costituiscono, assieme alle continue indagini eseguite ed eseguibili nel corso di accurate opere di conservazione, la nuova base di partenza per ulteriori approfondimenti. Un grazie profondo per il lavoro a Karin Uetz, a Rudolf Dellermann, al Centro Tedesco di Studi Veneziani e alla generosità con cui hanno impegnato persone e finanziamenti nelle ricerche sulla basilica e nella pubblicazione di questo volume."

  DAL TESTO – "Come l'intero edificio della basilica, anche la facciata settentrionale nel corso dei secoli non solo aveva subito trasformazioni, ma aveva avuto bisogno di continue cure, lavori di manutenzione e riparazioni che a volte comportavano anche sostituzioni. Sappiamo, grazie ai documenti pubblicati da Cecchetti, che nel 1639 la facciata settentrionale era stata "restaurata". Il libro dei conti dei procuratori de supra contiene per il marzo 1713 una lista di spese "fatte nella restaurazione della facciata nel fianco della Chiesa sud. in prospetto di S. Basso". Nel 1741 Bernardino Zendrini deplorò il cattivo stato della facciata, che in seguito fu constatato anche in una serie di perizie statali del 1779. Nel maggio 1779 Domenico Cerato fu incaricato dal cassiere della procuratoria, Sebastiano Venier, di valutare le perizie e i preventivi di Roberto Zuccareda e Marco Gregori, Gaetano Brunelli, Piero Luccheri, Giovanni Iseppo e Antonio Saleri. Cerato riferisce che le lunette danneggiate della facciata del nartece settentrionale non sarebbero state a piombo di quasi cm 50 e che il loro fissaggio provvisorio non era più in grado di sostenerle. Secondo una perizia stesa dal proto Girolamo Soardi e da Gaetano Brunelli erano necessarie riparazioni allo zoccolo che, diversamente da quello della facciata occidentale, era costituito da pietra d'Istria ed era sprofondato negli anni venti del Settecento in seguito alla nuova pavimentazione della Piazza. I rivestimenti delle pareti del primo ordine di colonne dovevano essere completamente sostituiti. Con un certo pragmatismo si pensò di riutilizzare nei registri superiori le lastre dell'incrostazione ben conservate. Il proto desiderava che la decorazione fosse riparata con "marmo il più assomigliante che sia possibile all'antico, dal che ne risulta la nobilità di questo tempio [...] che il tutto sia correlativo a quelli che al presente si attrovano con l'istessa qualità di pietre e sagornadure", un chiaro segno di apprezzamento della sostanza tramandata. In considerazione della diversa importanza urbanistica data alle facciate, Antonio Saleri non vedeva problematico l'asporto di lastre dalla facciata settentrionale per completare sia quella occidentale che quella meridionale e colmare le lacune a nord con materiale nuovo."

  GLI AUTORI – Rudolf Dellermann ha studiato Storia dell'arte a Bamberg e alla Technische Universität Berlin. La sua tesi di dottorato è dedicata alla cappella di Sant'Isidoro a San Marco e alle arti sotto il doge Andrea Dandolo. Ha svolto la sua attività di ricerca in ambito universitario in particolare su San Marco e sull'architettura carolingia.
  Karin Uetz si è formata come architetto presso la Technische Universität Munchen. Dal 1997 lavora come archeologa dell'architettura, sia in ambito universitario, sia da libera professionista. La sua tesi di dottorato è dedicata alla Badia Fiorentina.

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione, di Mario Piana - Introduzione, di Manfred Schuller – Parte I: Storia della costruzione – 1. La fronte del transetto contariniano: dall'edificio precedente all'assetto del XII secolo, di Karin Uetz (1.1. La questione di San Teodoro, di Karin Uetz e Rudolf Dellermann) – 2. La genesi del nartece settentrionale, di Karin Uetz e Rudolf Dellermann – 3. La facciata duecentesca, di Karin Uetz – 4. La cappella di Sant'Isidoro e la cappella dei Mascoli, di Karin Uetz – 5. Un aspetto funzionale trascurato: sepolture all'interno e all'esterno di San Marco, di Rudolf Dellermann - Tabella 1. La fronte del transetto: fasi costruttive - Tabella 2. Livelli rilevati nei vani annessi al transetto – Tavole - Parte II: Storia dei restauri - 1. La facciata nord di San Marco: una facciata poco considerata, di Rudolf Dellermann - 2. I restauri dell'Ottocento diretti da Giambattista Meduna, di Rudolf Dellermann (2.1. Fase I: il restauro dell'arco Manin e della cappella dei Mascoli eseguito da Vincenzo Fadiga - 2.2. Fase II: il restauro della campata Gradenigo eseguito da Vincenzo Fadiga - 2.2. Fase III: il restauro della facciata del nartece settentrionale eseguito da Giacomo Spiera) - 3. I restauri sotto Pietro Saccardo, di Rudolf Dellermann – 4. Il restauro dell'angolo di Sant'Alipio sotto Luigi Marangoni, di Rudolf Dellermann - 5. Il restauro della cappella dei Mascoli sotto Ferdinando Forlati, di Rudolf Dellermann – Summary - Bibliografia essenziale - Referenze iconografiche