Il potere di Roma Stampa E-mail

William V. Harris

Il potere di Roma
Dieci secoli di impero


Carocci Editore, pagg.425, € 29,00

 

harris potere  IL LIBRO – L'impero romano è durato più a lungo di qualunque altro, a eccezione di quello cinese: sebbene in seguito sia stato superato in estensione, i suoi unici rivali furono l'impero persiano degli Achemenidi e la dinastia Han in Cina. È dunque legittimo domandarsi quale altro individuo al mondo abbia potuto esercitare un potere maggiore di quello detenuto dai più valenti degli imperatori romani, come Augusto o Traiano. Ma in che cosa consistette il potere di Roma? E perché si diffuse in modo così ampio e duraturo? In questo libro, William V. Harris – storico fra i più eminenti – ci guida attraverso i dieci secoli che videro la nascita e il tramonto di Roma, svelandoci le ragioni interne del suo immenso potere politico, sociale ed economico.
  Il libro è breve se rapportato all'immensità della materia. L'Autore ha però stabilito di escludere due aspetti: in primo luogo, non si è dilungato troppo su motivi, parzialità, interessi, metodi, presupposti o esperienza generale degli uomini (sono praticamente tutti uomini), i cui scritti rappresentano le nostre fonti testuali. Una discussione completa avrebbe richiesto un volume separato di natura alquanto differente, seppure i lettori noteranno senza dubbio un certo numero di valutazioni implicite. Ha anche escluso quasi ogni trattazione dell'ambiente naturale in cui vivevano i Romani e i popoli vicini, poiché questo tema sarà infatti oggetto della sua prossima ricerca. I lettori di questo volume noteranno qualche riferimento alle risorse minerarie e di legname, il cui accesso si rivelò in diverse occasioni fondamentale per il potere romano. D'altro canto, il motivo per cui non si troveranno qui altre informazioni sull'ambiente è piuttosto semplice: tutt'oggi esistono ancore troppe incertezze sull'argomento. Per fare due esempi: è già difficile determinare la deforestazione, per non parlare di quantifìcarla; di certo fu cospicua, ma è possibile che gli abitanti dell'impero abbiano gestito le proprie risorse boschive abbastanza abilmente da non provocare gravi danni ecologici e arnbientali. E poi la questione - ad essa collegata - dei cambiamenti climatici: vi è un generale consenso sull'esistenza di un "periodo caldo romano", ma quando avvenne esattamente e quale influenza poté avere sulle capacità di sopravvivenza dell'impero? Per dirla in breve, siamo ancora piuttosto lontani dal poter mettere in rapporto in modo convincente la crescita, la sopravvivenza o il declino dell'impero romano ai fattori ambientali.

  DAL TESTO – "Il potere di Roma sui popoli vicini ebbe origine innanzi tutto dalla punta acuminata delle spade e dei giavellotti dei suoi soldati; tuttavia, anche nelle rime fasi dell'espansione romana storicamente nota, nel IV secolo a.C., la questione era in realtà assai più complessa. L'aspetto più notevole non consiste tanto nella straordinaria - quale effettivamente era - abilità dei Romani in battaglia, che li rendeva molto spesso vincitori, quanto nella loro propensione a instaurare un dominio duraturo sui popoli sconfitti, che li portò, tra il 400 e il 280 a.C., ad aumentare del 3.000% il territorio sotto il loro controllo, dall'Arno fino alla punta meridionale della penisola italica.
  "Nel momento in cui si alza il sipario - ovvero da quando disponiamo di fonti sufficientemente affidabili da consentirci di scrivere una storia e non congetture -, il potere di Roma andava estendendosi lungo la valle del Tevere, e la vittoria su Veio le permise di colonizzare Ostia e altre località. Fra gli anni Ottanta del IV secolo e il 338 a. C., l'Urbe impose il proprio dominio ai Latini stanziati a est e a sud. Si trattava già di un grado di espansione considerevole, ma ciò che seguì - due generazioni di guerre (dal 327 al 272 a. C.) che portarono al controllo dell'intera penisola fino alle sponde dell'Arno - fu ancor più notevole. La prima guerra punica (264-241 a. C.) consegnò a Roma la Sicilia, la Sardegna e la Corsica; la Seconda (218-202 a.C.) la rese la potenza dominante del Mediterraneo occidentale; nel 190 a.C. la vittoria sui Seleucidi (che avevano il proprio centro in Siria) le fruttò il controllo navale sul resto del Mediterraneo e nel 168 a. C. la sconfitta del re macedone a Pidna (Pydna) instaurò stabilmente il dominio di Roma sull'intera regione. A ragione si poteva affermare - come fece Polibio - che i Romani governavano l'intero mondo mediterraneo; sebbene per quell'epoca avessero iniziato a occupare alcuni territori lontani dal litorale (nel Nord della penisola iberica, dal 179 a. C.), il loro era per la maggior parte un impero mediterraneo, consolidatosi progressivamente fino al 30 a. C. Fu Giulio Cesare, negli anni Cinquanta del I secolo a. C., a spingersi per primo, e con decisione, verso nord, guidando i Romani fino alle rive del Reno; Augusto raggiunse poi quelle del Danubio."

  L'AUTORE – William V. Harris dal 1995 al 2017 è stato titolare della cattedra di Storia William R. Shepherd della Columbia University. In italiano ha pubblicato "Due son le porte dei sogni. L'esperienza onirica nel mondo antico" (Laterza, 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione – Cronologia – Abbreviazioni - 1. L'evoluzione di lungo periodo del potere di Roma - 2. Roma contro gli altri (400 a. C.-16 d. C.) (Forze armate e controllo nell'età mediorepubblicana - Tecniche di dominio nell'età mediorepubblicana (fino al 241 a. C.) - Potenza mondiale (241-146 a. C.) - Domande e controversie - Quasi irresistibile – Conclusioni) - 3. Roma contro sé stessa: dalla repubblica alla monarchia (Il funzionamento di una società aristocratica - La forma e la natura del sistema di governo nell'età mediorepubblicana - Il malcontento in età tardorepubblicana - Il governo monocratico e i suoi effetti sulle più ampie relazioni di potere - Potere carismatico e potere economico - Potere interno, potere esterno) - 4. Roma contro gli altri (dal 16 al 337) (L'espansione rallenta e si ferma - Desiderio e ragione - Gli imperatori e i loro rivali - Punti di forza e debolezza militare - Conoscenze e metodi – Conclusioni) - 5. Roma contro sé stessa: da impero a nazione? (Durata e ubbidienza: il problema storico - Integrazione e identità - L'imperatore - Domande imperiali - Diocleziano e Costantino - Funzionari di alto e medio livello - L'ordine e la legge - I funzionari minori - Il potere sociale e di genere - Il potere delle idee - Potere interno, potere esterno) - 6. Roma contro gli altri (dal 337 al 641) (I decenni decisivi - Sofferenze in Occidente - Un tentativo di spiegazione - Due secoli dopo - L'insostenibilità dell'impero di Giustiniano – Conclusioni) - 7. Roma contro sé stessa in due lunghe crisi (Sessant'anni cruciali di potere imperiale - Vescovi, sacerdoti e Stato - La disintegrazione sociale - Le idee - Da Giustiniano a Eraclio e oltre - I rivali interni - Potere interno, potere esterno) - 8. Retrospettiva e alcune riflessioni – Note – Bibliografia - Indice analitico