Fascismo-fascismi. Il caso dell'Ungheria di Horthy Stampa E-mail

Luca Mancini

Fascismo-fascismi
Il caso dell'Ungheria di Horthy


Prospettiva Editrice, pagg.165, € 14,00

 

mancini fascismo  IL LIBRO – Il fascismo italiano con il tentativo di costruzione di uno Stato corporativo ha cercato di mettere in pratica un terzo sistema economico-sociale, alternativo sia al liberalismo sia al comunismo.
  Nelle analisi di De Felice, Gentile e altri importanti storici italiani del fascismo, il corporativismo è considerato un elemento essenziale per riconoscere un movimento/regime fascista. Il libro, tramite l'analisi di documentazione inedita, cerca di comprendere quanto fosse forte l'influenza dell'anima corporativista del fascismo italiano in Ungheria, dove il regime di Mussolini godeva di un'ottima fama. Ciò al fine di capire meglio il carattere "fascista" o meno del regime horthysta, tema abbastanza discusso dalla storiografia, ma mai definitivamente risolto.
  Il regime di Horthy è stato definito "il più ostinato satellite dell'hitlerismo", "un regime rigidamente dittatoriale e con una politica estera fortemente aggressiva tesa alla revisione dei trattati di pace di Versailles e alla espansione territoriale a danno dei paesi limitrofi, stringendo stretti legami con l'Italia fascista e la Germania hitleriana". Definizioni semplicistiche, come spiega Mancini, le quali sicuramente non rendono giustizia alla complessità dell'esperienza horthysta in Ungheria.

  DAL TESTO – "Il regime horthysta, nel complesso, ricordava molto l'impero asburgico e lo stesso Reggente affermò diverse volte che, nel prendere le sue decisioni, si chiedeva sempre "cosa avrebbe fatto al suo posto il suo vecchio sovrano." Effettivamente la struttura economico-sociale era la stessa dell'Ungheria ai tempi della duplice monarchia, così come la posizione dominante dell'aristocrazia e il codice di valori (autorità, gerarchie ecc.). Anche le istituzioni erano piuttosto simili, con una discreta libertà di stampa e di associazione, nonché la libertà di parola per gli oppositori dentro il parlamento. È probabile che tutto ciò venisse avvertito come profondamente ingiusto da quegli uomini che desideravano un'"Ungheria rivoluzionaria", e da questo nacquero tutte quelle differenze [...] tra gli uomini e gli ambienti conservatori e coloro che, con modalità differenti ad essi si opposero per ben venticinque anni.
  "In questo clima c'è stato, sin dal 1927, l'avvicinamento e la collaborazione con l'Italia fascista e sicuramente l'elemento che avvicinò di più l'Ungheria al nostro Paese era una comune visione revisionista riguardo ai temi di politica estera. Tuttavia se nella fase di Bethlen questo era praticamente l'unico elemento, non si può assolutamente dire altrettanto per quanto riguarda gli anni di Gömbös, durante i quali alcune idee e istituzioni del regime fascista esercitarono una notevole influenza.
  "Ciò non significa che Gömbös e Szalasi fossero fascisti esattamente come lo era Mussolini. Un dato molto importante che si è cercato di evidenziare è che la visione di un fenomeno fascista unico, identico in tutti i Paesi, che raccogliesse tutti i movimenti e i regimi che si potrebbero definire tali è estremamente riduttiva. Tale visione ha portato a una eccessiva generalizzazione e a un vero e proprio abuso della parola "fascismo", che era esattamente ciò da cui cercava di mettere in guardia Togliatti nelle sue analisi nella seconda metà degli anni Venti [...]."

  L'AUTORE – Luca Mancini si è diplomato al liceo classico "Ugo Foscolo" di Albano Laziale e successivamente si è laureato in scienze storiche all'Università "La Sapienza" di Roma. Negli anni accademici si è specializzato in storia contemporanea, prestando particolare attenzione al periodo tra le due guerre mondiali e dedicandosi principalmente allo studio del fascismo e del corporativismo. Attualmente svolge l'attività di docente di storia e filosofia presso alcune scuole private della provincia di Roma.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - 1. Rapporti diplomatici tra Italia e Ungheria nel rapporto interbellico - 2. L'Ungheria di Horthy nella fase di governo di István Bethlen (1921-1931) - 3. L'Ungheria nella fase di governo di Gyula Gömbös (1932-1936) (3.1. Gyula Gömbös: l'avanzata del ceto medio - 3.2. Imitare Mussolini - 3.3. Il Piano di Lavoro Nazionale: le riforme economiche e sociali del governo - 3.4. "L'arancio italiano non può essere trapiantato in Ungheria") - 4. L'interesse ungherese (4.1. La Carta del lavoro ungherese - 4.2. Visite di studio in Italia) - 5. Il Post- Gömbös: i partiti nazionalsocialisti e le Croci frecciate di Ferec Szalasi (1936-1945) - Conclusione -Fonti archivistiche - Fonti edite - Bibliografia