La nuova Via della seta Stampa E-mail

Diego Angelo Bertozzi

La nuova Via della seta
Il mondo che cambia e il ruolo dell'Italia nella Belt and Road Initiative


Diarkos, pagg.400, € 19,00

 

bertozzi nuovavia  IL LIBRO – L'espressione "Via della seta" venne coniata nel 1877 dal barone Ferdinand von Richthofen, uno studioso e viaggiatore tedesco che fu tra i protagonisti delle tante e controverse missioni straniere impegnate nella riscoperta dei tesori artistici e architettonici lungo le direttrici commerciali che collegavano l'Asia centrale alla Cina occidentale.
  La storica via della seta collegava, attraverso molteplici arterie terrestri e marittime, l'Impero cinese con il Mediterraneo, attraversando regni ed imperi. Per molti è stata una sorta di prima "globalizzazione", economica e culturale al contempo. Quella del XXI secolo, lanciata dal presidente cinese Xi Jinping nel 2013 ed oggi conosciuta come "Belt and Road Initiative", è certamente il progetto strategico più importante ideato dalla Cina popolare, destinato, a segnare una svolta epocale negli equilibri mondiali.
  A questa "riscoperta-invenzione" recente, che ha preso il nome di "Belt and Road Initiative", fa da sfondo una storia millenaria. Sono duemila, infatti, gli anni che ci separano dall'apertura di quella che conosciamo come la "Via della seta" e che oggi i più recenti eventi politici internazionali ci costringono di fatto a riprendere e ristudiare, anche solo per la necessità di stare al passo con una discussioneche esce dalle aule accademiche per farsi sempre più pubblica, persino popolare. È fuori di dubbio che oggi questa definizione sia inestricabilmente legata a quella dell'ascesa della potenza cinese e alla rinnovata idea di un flusso commerciale (e non solo) che colleghi sempre più l'est con l'ovest del continente euroasiatico, se non il mondo intero.
  Questo volume di Diego Angelo Bertozzi ricostruisce l'origine, i progetti e gli sviluppi di una iniziativa in perenne mutazione e dai confini poco definiti, con speciale riferimento anche all'Italia (nel 2019 entrata tra i Paesi che vi aderiscono ufficialmente), seguendo le traiettorie di una Cina divenuta ormai potenza globale.

  DAL TESTO – "La riscoperta della dimensione marittima è una delle tante conseguenze della politica di riforma e apertura avviata da Deng Xiaoping alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, di quelle zone economiche speciali, istituite nel decennio successivo, nelle province orientali per attrarre investimenti stranieri e via via sempre più coincidenti (Dalian, Tianjin, Shanghai e Guangzhou) con i grandi porti sul mar Cinese Orientale e meridionale. Le implicazioni di questo ritorno al mare sono tante, soprattutto a livello di sicurezza perché le rotte commerciali, in entrambi i sensi, devono essere protette soprattutto nel loro passaggi strategici (gli stretti di Hormuz e Malacca, il canale di Suez, il passaggio tra il mar Rosso e il golfo di Aden), richiedono una adeguata capacità di proiezione militare, collaborazioni internazionali e l'approntamento di avamposti strategici. Per questo negli ultimi anni si è giunti al varo della prima portaerei cinese (la seconda è in via di ultimazione), alle esercitazioni militari congiunte nel Mediterraneo e nel mar Baltico (con la Russia) e nello stretto di Hormuz e nel mare dell'Oman (con l'Iran). E normalità è, soprattutto, quell'abbandono del pensiero strategico collegato alla priorità della terraferma sul mare per sviluppare una moderna forza militare in «coerenza con i propri interessi di sicurezza nazionale e di sviluppo e i diritti e interessi legittimi» in grado di «proteggere la sicurezza delle vie di comunicazione marittime strategiche e gli interessi all'estero e partecipare alla cooperazione marittima internazionale». Ormai il compito cui è chiamata la marina cinese si spinge fino alla «protezione dei mari aperti» e dei cinque milioni di connazionali che lavorano all'estero e sempre più esposti a rischi crescenti. Non può esserci dubbio sul fatto che il mare non è solo un'opportunità, ma anche la grande preoccupazione di Pechino, la certezza di una pericolosa vulnerabilità perché sulle acque transita il 90% delle merci, in entrata e in uscita, e attraverso di esse giungono le indispensabili forniture energetiche. Tensioni regionali, conflitti militari e la presenza di un vero e proprio serpente di basi militari statunitensi compongono i contorni dello spettro del blocco economico."

  L'AUTORE – Diego Angelo Bertozzi (Brescia, 1973), laureato in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Milano, si occupa da tempo della storia e dei più recenti sviluppi della Cina. Ha pubblicato "La Cina da impero a nazione". Coautore dei volumi "Marx in Cina. Appunti sulla Repubblica popolare cinese oggi", "Il risveglio del Drago. Politiche e strategie della rinascita cinese" e "La Cina della Nuova Era" (uscito all'inizio del 2019). Ha scritto i volumi "Cina. Da sabbia informe a potenza globale" e "La Belt and Road Initiative. La nuova via della seta e la Cina globale". In relazione alla Belt and Road Initiative ha collaborato con il Centro Europa Ricerche (Roma) alla realizzazione del rapporto "La Nuova via della Seta: impatto sugli scambi internazionali e opportunità per l'Italia" (2018). Collabora con diversi siti e riviste specializzate in relazioni internazionali.

  INDICE DELL'OPERA - Un presente dalla storia millenaria (Una storia antica, tra commerci, scambi culturali e sicurezza - Non solo terra: il ritorno di Zheng He, la riscoperta dei mari - Non solo Pechino) - La Cina e il cammino verso una nuova globalizzazione (Addio alle cineserie: la "nuova era" in un mondo che cambia – Verso un aggiornamento della definizione di diritti umani - Una lunga (e silenziosa) marcia - Verso un nuovo soft power? - La Cina, la nuova globalizzazione e il passaggio al governo finanziario multipolare - Usa e Cina: il ritorno della guerra fredda?) - La Via della seta: un progetto aperto e in evoluzione (Tra viaggi e documenti ufficiali - Mappe e corridoi di un progetto in evoluzione - Non solo "One Belt One Road"... - Non è il momento per un nuovo piano Marshall - Un progetto aperto per tanti obiettivi - Sviluppo, equilibrio, sicurezza... - 2017-2018: una crescita scandita da vertici - La "costituzionalizzazione" e il Partito comunista cinese - Trappola del debito, tra mito e realtà - A sostegno della Via dellaseta: il "sogno cinese" e non solo...) - In giro per il mondo: realizzazioni, opportunità e sfide (Successo ed esigenza di riforme - In Asia centrale, in collaborazione con la Russia - Africa: il continente "laboratorio" della Via della seta - Tra sicurezza e non intervento: Gibuti come base per una nuova diplomazia - La Via della seta degli altri... - Un nuovo attore in Medio Oriente: la Bri come occasione di dialogo - In Asia, tra rivalità e possibili collaborazioni - Dal Pakistan alle Filippine: i progetti in corso (e qualche difficoltà) - "Raffreddare" le acque nel Mar cinese meridionale - E se la Bri fosse una soluzione per la penisola coreana? - Non solo Eurasia: Caraibi, America Latina e Pacifico) - Europa: tra opportunità e preoccupazioni (Dai confini al cuore: dai Balcani alla Spagna - Le paure di Bruxelles - Una Gran Bretagna in mezzo al guado... e Manchester da rilanciare) - L'Italia nella Belt and Road Initiative (Non solo porti: l'Italia, un partner naturale nel Mediterraneo - Una nuova fase? Roma e Pechino firmano il Memorandum sulla Via della seta) - La parola a... Interviste lungo le Nuove Vie della seta - Il testo del Memorandum Italia-Cina - Adesioni alla Belt and Road Initiative - Bibliografia