Morale del giocattolo Stampa E-mail

Charles Baudelaire

Morale del giocattolo
Testo francese a fronte
A cura di Giovanni Santambrogio


La Vita Felice, pagg.70, € 8,00

 

baudelaire morale  IL LIBRO – La Morale del giocattolo, nella classificazione delle opere di Charles Baudelaire, appartiene ai "Saggi estravaganti". Si tratta di poche pagine sorrette da intuizioni improvvise, svincolate dai progetti in corso, ma che portano alla luce un pensiero intimamente legato a esperienze personali in grado di rivelare accenti e sfumature di un articolato sistema di valori. In questo caso, al centro dello scritto c'è la relazione tra il gioco e il bambino dove il giocattolo svolge un compito pedagogico rilevante. Più in generale, il tema si allarga al confronto tra la stagione dell'infanzia e quella della maturità, all'influenza dei genitori, al rapporto tra gioco e arte, al nesso con l'immaginazione fino allo sviluppo della sensibilità artistica. Il testo viene pubblicato il 17 aprile 1853 sul periodico «Le Monde Littéraire». Baudelaire da una settimana ha compiuto 32 anni. Che sia una riflessione per leggere, accompagnare e sostenere un anno iniziato all'insegna di non pochi problemi? Un autoregalo? Non è da escludere.
  "La Morale del giocattolo, in quel 1853 – scrive, nell'Introduzione, Giovanni Santambrogio -, concorre a fissare una tappa importante nel pensiero di Baudelaire. È un'acuta riflessione sul paradiso perduto dell'infanzia ma anche la lettura di un tempo dell'esistenza in cui inoltrarsi per ritrovare le origini dei sentimenti per la bellezza. È la stagione che modella il gusto, che governa le scorribande della fantasia nel mondo del meraviglioso dove si esprimono stupore, innocenza, sorpresa, piacere di abbandonarsi alle cose, curiosità, fascino, sensibilità spirituale."

  DAL TESTO – "Tutti i fanciulli parlano ai loro giocattoli; i giocattoli diventano attori nel grande dramma della vita, ridotto dalla camera oscura del loro piccolo cervello. I fanciulli coi loro giochi testimoniano la propria grande facoltà d'astrazione e la loro alta potenza immaginativa. Giocano senza giocattoli. Non voglio parlare di quelle bambine che giocano alle signore, si fanno visite, si presentano i loro figli immaginari e parlano dei propri abiti. Le povere piccine imitano le loro mamme: preludono già alla loro immortale puerilità futura, e nessuna di loro, certo, finirà mia moglie. Ma la diligenza, l'eterno dramma della diligenza rappresentato con seggiole; la diligenza-seggiola, i cavalli-seggiole, i viaggiatori-seggiole; solo il postiglione è vivo! La muta resta immobile, e tuttavia egli divora con una rapidità ardente spazi fittizi. Quale semplicità di sceneggiatura! E non c'è da far arrossire della sua impotente immaginazione questo pubblico viziato che esige dai teatri una perfezione fisica e meccanica, e non concepisce che i drammi di Shakespeare possano rimaner belli con un apparato di una semplicità barbara?"

  L'AUTORE – Charles Baudelaire (Parigi 1821-67) poeta francese iniziatore di una nuova stagione lirica. La sua opera viene collocata fra le più alte espressioni della poesia di tutti i tempi. Autore di un'unica ma fondamentale raccolta, "I fiori del male" (1857), la sua originalità non fu compresa dai contemporanei, ma esercitò subito un'influenza notevolissima sul Parnasse e la scuola simbolista. Con lui si misurarono Verlaine, Mallarmé, Rimbaud e tutta la poesia europea fino al surrealismo.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Giovanni Santambrogio - Nota biografica - Morale del giocattolo (Morale du joujou / Morale del giocattolo) – Appendice (Archeologia del giocattolo, di Giampaolo Dossena - Piccolo contributo alla storia dei giuochi, di Philippe Ariès - Il giocattolo come personaggio, di Gianni Rodari - Il gioco: un ponte verso la realtà, di Bruno Bettelheim - Il piccolo padrone, di Roland Barthes - Il paese dei balocchi, di Carlo Collodi)