Giovanni Gentile: Lettere alla fidanzata (1898-1900) Stampa E-mail

Giovanni Gentile

Lettere alla fidanzata
(1898-1900)


Le Lettere, pagg.XXXVIII-402, € 34,00

 

gentile fidanzata  Nell'ottobre del 1898, Giovanni Gentile, trasferitosi a Campobasso per prendere servizio al liceo "Mario Pagano" di quella città, va ad abitare presso la famiglia Nudi. E lì conosce Erminia, la giovane maestra figlia dei padroni di casa. I due, poco più che ventenni, si innamorano e per i tre anni consecutivi si scrivono soprattutto durante le vacanze estive, quando lui torna a casa a Castelvetrano dalla sua famiglia.
  La loro corrispondenza è stata conservata prima di tutto dai diretti interessati, poi dai loro figli e successivamente dai loro nipoti che, dopo alcune esitazioni, hanno deciso di pubblicare le lettere scritte dal filosofo alla fidanzata durante il triennio 1898-1900 (nel maggio 1901 infatti i due si sposano interrompendo il carteggio).
  In questo volume, la scelta editoriale ha inteso pubblicare le lettere manoscritte in facsimile per conservarne il più possibile l'aspetto di documento affettivo e familiare, pur nella consapevolezza che la mancata trascrizione e l'assenza di note ne rende meno agevole la lettura. Per motivi di spazio e di opportunità sono state pubblicate soltanto le missive di Giovanni Gentile, avendo la pubblicazione lo scopo di gettare una luce nuova su alcuni anni della vita del filosofo finora mai esplorati a fondo. Insomma, il loro interesse non è di carattere filosofico ma umano: si conosce meglio un Giovanni Gentile poco più che ventenne, pieno di speranze, del quale fino a oggi molto non si sapeva. La Sicilia con la vita quotidiana di una famiglia modesta di più di un secolo fa, con le malattie, le difficoltà, l'arretratezza ma anche la profondità dei legami familiari e la bellezza dei luoghi è la protagonista di molte lettere che vanno a dipingere l'affresco di un'epoca che è sembrato giusto condividere con chi vorrà leggerle.
  Il tema prevalente è l'amore, che la lontananza (Gentile scrive per lo più da Castelvetrano e da Napoli) accentua e rende ancor più consapevole. Lontano dalla fidanzata, il giovane soffre e descrive, mescolandoli nella sua narrazione, luoghi e stati d'animo.
  Dall'epistolario emerge il carattere di Gentile, sentimentale e passionale, estremamente tenero verso la donna che ama e affettuoso nei confronti degli amici (Salza, Pintor) o di chi gli vuole bene. Sicuro di sé negli studi e con obiettivi precisi, che sa argomentare e padroneggiare, è pronto, quando necessario, alla polemica, a mettere le cose in chiaro.
  Nelle lettere che Gentile scrive in tre anni alla futura moglie e già pienamente compagna della sua esistenza, il lettore attento non solo può scorgere l'affermazione e il consolidamento di un sentimento che il filosofo porterà per tutta la sua vita, descritto con una delicatezza particolare e al tempo stesso con pathos, pienamente ricambiato da Erminia che è partecipe alle vicende private e pubbliche del suo Giovanni; ma può ricostruire anche un frammento della vita speculativa di Gentile e del mondo che gli sta intorno. Il mondo culturale, certo, ma anche e soprattutto il mondo familiare.
  Gentile, in effetti, è un po' restio a indugiare sul contenuto delle sue riflessioni di studioso, del quale invece probabilmente assai parla quando Erminia è con lui. D'altronde occorre rammentare che le lettere vogliono esprimere, a prescindere dalla varietà di informazioni che servono a tratteggiare il volgere delle giornate, la continuità dell'affetto e in questo esse lo testimoniano con grande chiarezza.
  "Può accadere – scrive, nell'ampia Introduzione, il prof. Hervé A. Cavallera - che in lettere veramente private, come sono queste rivolte alla fidanzata, un grand'uomo possa uscire un po' immiserito per le debolezze o il malanimo che talvolta potrebbe manifestare. Nulla di questo nelle lettere di Gentile che devono essere intese come testimonianza di un sentire veramente adamantino, che egli in effetti avrebbe avuto - e così sarebbe apparso agli occhi dei discepoli - per tutta la vita, divenendo davvero maestro di generazioni, di là dalle fratture che il volgere degli anni e la professione delle idee avrebbero inevitabilmente generato."