Grand Hotel Scalfari Stampa E-mail

Antonio Gnoli - Francesco Merlo

Grand Hotel Scalfari
Confessioni libertine su un secolo di carta


Marsilio Editori, pagg.303, € 18,00

 

gnoli scalfari  IL LIBRO – Mai Eugenio Scalfari si era aperto a considerazioni così intime. Sono le confessioni di un novantacinquenne divertito e attratto da questa lunga epoca di transizione.
  Attraverso le voci di Antonio Gnoli e Francesco Merlo, egli rivive il suo «secolo di carta», negli anni del trionfo e in quelli recenti del declino. Interrogandosi su cosa potrà riservarci il futuro.
  Se c'è un modo di essere autenticamente se stessi, queste pagine lo rivelano attraverso gli episodi meno noti o addirittura sconosciuti della sua vita.
  Ecco allora scorrere, come in un romanzo, l'infanzia cattolica e i genitori in crisi, le profonde amicizie e le contese giovanili, il fascista e l'antifascista, gli amori saldi e le avventure rapsodiche, le malattie e la forza per affrontarle, le professioni svolte e la politica vissuta giorno per giorno. Niente resta occultato in questa sorprendente storia.

  DAL TESTO – "Se dovessi, come da bambino a Civitavecchia, confessare i miei peccati di direttore, alla fine chiederei al prete e a Dio di assolvermi perché mai ho imbruttito il mio giornale per venderlo, che è il peccato peggiore insieme a quello di servire il padrone che meglio ti paga. Tra i due peccati il primo è più diabolico, perché è quasi istintivo abbandonarsi al successo ben oltre il punto in cui la libertà di stampa diminuisce se le copie aumentano. Si sa che ci sono direttori pronti per denaro a mettere in piedi anche il giornale della mafia, se la mafia facesse giornali. Si parla meno di quelli che, per vendere un giornale, lo imbruttiscono o lo involgariscono, di quelli che elevano la spazzatura al rango di notizia oppure non hanno il coraggio di sfidare l'impopolarità e tradiscono la professione e il suo orgoglio, non per servire un partito, un'area, un'ideologia o solo il padrone che paga, ma per vendere più copie, per assecondare il lato peggiore del proprio pubblico. Nel giornalismo è un atto di libertà capire e servire i lettori, trascinarli con te, compiacerli anche quando fingi di contraddirli, ma sempre accendendo la luce e senza aver timore di perderli. Paradossalmente, tradisci i lettori se hai l'ossessione di non tradirli per non perderli."

  GLI AUTORI – Antonio Gnoli scrive per «Repubblica» di cui è stato caporedattore delle pagine culturali. Si è occupato di Chatwin, Rilke, Junger, Kojève. Tra i suoi libri più recenti, con Francesco De Gregori, "Passo d'uomo" (2016) e, con Giacomo Rizzolatti, "In te mi specchio" (2016).
  Francesco Merlo, giornalista a Catania, a Milano, a Roma, per tredici anni inviato a Parigi, diciannove anni al «Corriere della Sera» e dal 2003 alla «Repubblica». Con "Il sillabario dei malintesi" (2018) ha vinto il Premio Napoli.

  INDICE DELL'OPERA - Davanti al Novecento: un passo indietro - Le occasioni di un provinciale - Dentro il Casinò - Quel vecchio topo di loggia - Mio padre, mia madre - La panchina di Sanremo - Nel giardino segreto di Calvino - Estetica di un Balilla - Antifascista in convento - Siamo stati radical chic - Un economista in banca - Storia di un sopruso - «Il Mondo» che ho vissuto - Pannunzio e lo specchio di Tocqueville - La scienza triste e la crudeltà dei numeri - Il rapporto con il vero e con il falso - Super Mario vs «L'Espresso» - Due donne di cuori - Il secolo di carta - Animali di lusso - Arriva una nave corsara - Tra amici e avversari - Il colpo del biliardo - Io e Montanelli - Il lungo addio – Ringraziamenti - Indice dei nomi