Conoscenza sacra Stampa E-mail

Hossein Nasr Seyyed

Conoscenza sacra
Prefazione di Giovanni Monastra


Edizioni Mediterranee, pagg.384, € 29,50

 

nasr conoscenza  Hossein Nasr Seyyed descrive, in questo ampio saggio recentemente tradotto e pubblicato dalle Edizioni Mediterranee, l'approccio al Sacro di Induismo, Buddhismo, Taoismo, Ebraismo, Cristianesimo, Islam, Zoroastrismo e commenta le sfide lanciate dal mondo secolarizzato alle religioni.

  Nasr, che nell'Introduzione esprime la propria gratitudine nei confronti di Frithjof Schuon ("la cui impareggiabile esposizione degli insegnamenti tradizionali è riflessa, sia pure in maniera imperfetta, in molte delle pagine" del volume), intende offrire un contributo "alla riaffermazione della qualità sacra della conoscenza e dell'autentica tradizione dell'Occidente con l'aiuto di quelle ancora vive in Oriente, dove la conoscenza non è mai stata separata dal sacro".

  Il riferimento sapienziale dell'Autore è rappresentato dalla Tradizione: "Il termine "tradizione" – spiega Nasr - è connesso sul piano etimologico alla trasmissione, e nel suo significato vi è anche l'idea della trasmissione di conoscenze, pratiche, tecniche, leggi, forme e molti altri elementi di natura tanto orale quanto scritta. La tradizione è come una presenza vivente che lascia la sua impronta, ma che non può identificarsi con essa. Ciò che trasmette può assumere la forma delle parole scritte su pergamena, ma anche quella delle verità incise sulle anime umane, può essere sottile come il soffio, o folgorante come lo sguardo con cui vengono trasmessi determinati insegnamenti.

  "Il termine "tradizione", così come viene impiegato in quest'opera e in tutti i nostri scritti nel suo senso tecnico, significa le verità o i principi dì origine divina rivelati o svelati all'umanità e, di fatto, a un intero settore cosmico attraverso figure diverse, definite come messaggeri, profeti, avatara, il Logos o altri mediatori, assieme a tutte le ramificazioni e applicazioni di tali principi ai diversi domini, compresi il diritto e le strutture sociali, l'arte, il simbolismo, le scienze, comprendendo con ogni evidenza la Conoscenza Suprema, e i mezzi per la sua realizzazione".

  Nasr osserva che "L'uomo è prigioniero delle sue passioni, che ordinariamente impediscono all'intelligenza che è in lui di operare in modo "normale" secondo la natura umana primordiale, quella che l'Islam chiama al-fitrah. Passioni come superbia, meschinità e falsità sono deformazioni animiche e ostacoli alla realizzazione della conoscenza. La prospettiva sapienziale considera questi difetti o peccati non solo in un'ottica morale, connessa alla volontà dell'uomo, ma anche da un punto di vista ontologico, relativo all'essere e alla conoscenza. L'uomo dev'essere umile, non superbo, poiché Dio è mentre noi non siamo, e perché il prossimo possiede alcune perfezioni che noi non possediamo. La base dell'umiltà, pertanto, non è sentimentale, ma intellettuale. Lo stesso vale per la carità, la veracità e le altre virtù cardinali, la cui assenza o inversione determinano le deformità dell'anima e, teologicamente parlando, conducono al peccato. Per realizzare la conoscenza l'uomo deve coltivare queste virtù e abbellire l'anima in modo da renderla degna della visita dell'angelo della conoscenza".

  L'uomo è in grado di partecipare alla verità attraverso le virtù, le quali altro non sono che l'ornamento dell'anima che si conforma alla verità. "Beninteso – aggiunge l'Autore -, metafisicamente parlando, il conseguimento della conoscenza suprema e liberante significa la comprensione della natura relativa di tutto ciò che è relativo, incluse l'anima, le virtù e l'offerta dell'anima stessa a Dio. Ma questo superamento della sfera animica è possibile solo attraverso la trasformazione dell'anima stessa, perché non si può offrire a Dio un dono che non sia degno della Sua Maestà e non rifletta la Sua Bellezza. Il Sacro che è la Presenza Divina stessa trasmuta l'anima e conferisce a quest'ultima bellezza, forza e intelligenza; solo dopo, però, tali doni vengono tolti e si apre la porta della camera interiore del Sacro, in cui l'uomo riceve la gnosi il luminante e unificante che dissolve ogni alterità e separazione".

  Secondo Giovanni Monastra, quest'opera – che riporta le lezioni tenute da Nasr "nell'ambito delle prestigiose Gifford lectures di Edimburgo, dove egli, nel 1981, è stato il primo non-occidentale a essere invitato" - "offre una delle migliori sintesi" del pensiero dell'Autore "e per questo rappresenta uno dei [suoi] testi più importanti".