La guerra civile in Libia Stampa E-mail

Sofia Cecinini

La guerra civile in Libia
Dalla caduta di Gheddafi al governo Draghi
(2011-2021)


Carocci Editore, pagg.208, € 23,00

 

cecinini libia  IL LIBRO – Il volume ricostruisce i momenti cruciali della guerra civile in Libia per rispondere alle principali domande che attraversano il dibattito accademico e politico, tra cui il ruolo dell'Italia nella crisi libica, le scelte strategiche di Obama, Trump e Biden, il ruolo di Egitto, Russia, Francia, Arabia Saudita, Turchia, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, la rivalità tra Italia e Francia nel Mediterraneo, e la penetrazione dell'ISIS. L'autrice propone una periodizzazione del conflitto in quattro fasi. La prima, denominata "periodo dei fallimenti elettorali", comincia nell'ottobre 2011, quando si conclude l'intervento della NATO, e termina con le elezioni del giugno 2014. La seconda, detta "periodo del collasso", è compresa tra l'agosto 2014 e il dicembre 2015, mese della ¬ forma dell'accordo di Skhirat. La terza, o "periodo della rivalità tra Haftar e al-Serraj", ha inizio nel marzo 2016 e giunge ¬fino all'offensiva del generale Haftar contro Tripoli dell'aprile 2019. La quarta, o dell'"inversione degli equilibri", va dall'intervento della Turchia in Libia al ¬fianco del governo di Tripoli, nel novembre 2019, ¬ fino ai primi mesi del governo Draghi (maggio 2021). L'excursus di questi complessi dieci anni apre a una riflessione sui possibili scenari a breve termine di un conflitto che fa parte di un contrasto ancor più grande e articolato per il predominio nel Mediterraneo.
  Il libro è il frutto di un'attività di ricerca sulla guerra civile in Libia iniziata nel novembre 2016 presso l'Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS, confluita dapprima in un saggio per la rivista "Nuova Storia Contemporanea'", e poi, ampliata, in questo volume. In quel saggio, l'Autrice elaborava una periodizzazione del conflitto libico in quattro fasi, che ripropone in queste pagine, leggermente modificata, per via del mutare degli eventi. L'obiettivo del libro è ripercorrere gli anni della guerra civile in Libia, dallo scoppio della rivoluzione del 15 febbraio 2011 fino a oggi (maggio 2021), per offrire un'analisi dettagliata delle dinamiche interne e internazionali del conflitto, rispondendo alle principali domande che attraversano il dibattito accademico e politico, relative alle scelte strategiche di Obama e Trump, al ruolo degli attori stranieri e dell'Italia, all'intervento della Turchia, al fenomeno migratorio e al pericolo dell'ISIS.
  Il volume si divide in sei capitoli.
  Il Capitolo 1 ripercorre la storia del regime quarantennale di Gheddafi: una ricognizione necessaria per comprendere le radici della rivoluzione del 15 febbraio 2011. Nello specifico, il capitolo ricostruisce le relazioni tra la Libia, da una parte, e gli Stati Uniti, l'Italia, e gli Stati confinanti, dall'altra. Il Capitolo 2 affronta lo scoppio della rivolta e il conseguente intervento della NATO, facendo luce sulle motivazioni che hanno portato gli USA, la Francia e l'Inghilterra ad avviare i bombardamenti. In tale contesto, viene dedicato spazio alla posizione italiana. I Capitoli 3, 4, 5 e 6 trattano rispettivamente le fasi prima, seconda, terza e quarta in cui l'Autrice ha suddiviso il conflitto. Il Capitolo 3 è dedicato alla prima fase, denominata "periodo dei fallimenti elettorali", che ha inizio nell'ottobre 2011, quando termina l'intervento della NATO, e si conclude il 25 giugno 2014, data delle elezioni libiche in cui gli islamisti vennero sconfitti dai moderati. In questo lasso di tempo, la Libia ha fallito nel tentativo di avviare un processo di democratizzazione, nonostante le speranze iniziali del post-intervento, La mancata stabilizzazione del Paese, in questa fase, viene ricondotta al fallimento delle prime elezioni, tenutesi il 7 luglio 2012, e alle tensioni interne, causate dai numerosi attentati terroristici contro obiettivi governativi e stranieri, come quello dell'11 settembre 2012 contro due compound americani a Bengasi, in cui è rimasto ucciso l'ambasciatore Chris Stevens insieme ad altri tre funzionari. Le elezioni del 25 giugno 2014 sono di cruciale importanza, poiché la vittoria dei moderati sugli islamisti ha rappresentato la miccia che ha acceso nuovamente il conflitto libico. Il Capitolo 4 ricostruisce la seconda fase, o "periodo del collasso", compresa tra l'agosto 2014 e il 17 dicembre 2015, data della firma dell'accordo di Skhirat, che ha dato vita al Governo di accordo nazionale (GNA) con a capo Fayez al-Serraj. In questo periodo, la perdurante instabilità libica ha portato alla crisi migratoria nel Mediterraneo e all'ascesa dell'ISIS nel Paese nordafricano. Nel Capitolo 6 si entra nella terza fase o "periodo della rivalità tra Haftar e al-Serraj", che ha inizio il 30 marzo 2016, con l'insediamento del GNA nella capitale, e giunge fino all'offensiva del generale Khalifa Haftar contro Tripoli del 4 aprile 2019. Questa fase è caratterizzata dalla formazione di due schieramenti internazionali a sostegno dei governi rivali in Libia, dal disimpegno di Trump nei confronti del Paese e dalle diverse iniziative internazionali organizzate per cercare di riavviare il processo di democratizzazione. Il Capitolo 6, infine, abbraccia la quarta fase del conflitto libico, chiamata nel volume "l'inversione degli equilibri". Essa ha inizio con l'intervento della Turchia in Libia al fianco del GNA, nel novembre 2019, e si protrae fino ai giorni nostri. L'appoggio turco al governo di Tripoli non solo ha determinato un rovesciamento degli equilibri del conflitto, in cui Haftar sembrava prevalere, ma ha anche permesso ad Ankara di inserirsi nelle dinamiche energetiche e politiche del Mediterraneo orientale, trasformando la Libia in un tassello di un mosaico più ampio, rappresentato dalla lotta per il predominio nel Mediterraneo.
  Nelle conclusioni del libro, facendo riferimento alla lezione di Max Weber sulla metodologia delle scienze storico-sociali e, più in particolare, al suo saggio "Possibilità oggettiva e causazione adeguata nella considerazione causale della storia" (1906) sull'uso dei giudizi di possibilità oggettiva nella spiegazione causale in storia, Cecinini cerca di rispondere alla seguente domanda: se la NATO non fosse intervenuta, Gheddafi sarebbe caduto ugualmente? Questo esercizio di storia controfattuale rappresenta anche l'occasione per interrogarsi sui fini dell'intervento della NATO e se questo debba considerarsi un successo o un fallimento.

  DAL TESTO – "La Turchia, invece, molto vicina al nuovo premier libico, ha ottenuto ciò a cui mirava di più, ovvero il rinnovo, da parte del nuovo esecutivo libico, dell'accordo controverso sui confini marittimi firmato con l'ex governo di Tripoli il 27 novembre 2019. In occasione di una conferenza stampa congiunta a seguito di un meeting del Consiglio di cooperazione strategica libico-turco, tenutosi il 13 aprile a Istanbul, Tripoli e Ankara hanno altresì concluso cinque memoranda in ambito di educazione, energia, media e ricostruzione. A conferma degli stretti rapporti con la Turchia, Dbeibah ha esortato le compagnie turche a investire in Libia per accrescere la stabilità e promuovere lo sviluppo, dicendosi intenzionato a saldare i debiti che il paese nordafricano ha nei confronti delle industrie turche. Nonostante l'impegno preso dalla Turchia di ritirare i mercenari siriani dalla Libia entro cinque mesi alla data del 17 aprile, secondo le stime dell'Osservatorio siriano sui diritti umani (SOHR), nel paese nordafricano erano ancora presenti oltre 11.000 combattenti siriani assoldati da Ankara. Tale cifra rivela che, fino a quel momento, la Turchia aveva ritirato soltanto poco più di 1.200 mercenari a fronte di un totale di quasi 13.000. Secondo fonti diplomatiche citate dal quotidiano arabo "The Arab Weekly", Ankara non ritirerà i combattenti siriani finché non avrà garanzie sul mantenimento della propria influenza economica in Libia."

  L'AUTRICE – Sofia Cecinini è coordinatrice dell'Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della Luiss. È autrice di "Le sanguinarie" (Luiss University Press, 2018). Ha pubblicato oltre mille articoli sulla Libia per il quotidiano telematico "Sicurezza Internazionale" della Luiss.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa – Introduzione - 1. Il regime di Gheddafi e le radici del conflitto (Dalla nascita della Jamahiriyya al disgelo internazionale - Gheddafi e le relazioni con gli Stati Uniti - Gheddafi e le relazioni con l'Italia - Gheddafi e le relazioni con gli Stati confinanti) - 2. Lo scoppio della rivoluzione e l'intervento della NATO (Le Risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU - La posizione delle amministrazioni Obama, Sarkozy e Cameron - L'Italia e l'intervento: la posizione dei principali protagonisti e la documentazione emersa finora - L'operazione militare e le caratteristiche dei bombardamenti) - 3. La prima fase del conflitto: dalla fine dell'intervento alle elezioni del 25 giugno 2014 (Le false speranze del post-intervento - Le elezioni del 7 luglio 2012 - L'attacco contro il consolato americano a Bengasi - Le elezioni del 25 giugno 2014) - 4. La seconda fase del conflitto: dall'estate 2014 alla firma degli accordi di Skhirat (La Libia dopo l'estate 2014 - L'ISIS in Libia - La crisi migratoria - L'accordo di Skhirat e la nascita del Governo di accordo nazionale (GNA)) - 5. La terza fase del conflitto: dall'insediamento del GNA a Tripoli all'offensiva di Haftar del 4 aprile 2019 (L'insediamento del GNA a Tripoli il 30 marzo 2016 - L'internazionalizzazione del conflitto libico: i blocchi di paesi a favore di Tripoli e Tobruk - Le conferenze internazionali e la rivalità tra Italia e Francia - Verso Tripoli: l'offensiva di Haftar e il ruolo degli Stati Uniti) - 6. La quarta fase del conflitto: dall'intervento della Turchia a oggi (maggio 2021) (L'inversione degli equilibri - Il ruolo della Libia nelle mire di Erdogan nel Mediterraneo orientale - Dal cessate il fuoco dell'agosto 2020 alle elezioni del febbraio 2021) - Conclusioni. La lezione di Max Weber - Prospettive future – Bibliografia - Indice dei nomi