Da eterna poesia Stampa E-mail

Roberto Cicala

Da eterna poesia
Un poeta sulle orme di Dante: Clemente Rebora


il Mulino, pagg.432, € 25,00

 

cicala rebora  IL LIBRO – Un poeta che ha fondato il Novecento, Clemente Rebora, tra i «maestri in ombra» di Montale e Pasolini, ha vissuto la sua esistenza come un inferno (durante la Grande Guerra dove subì un trauma e fu soccorso dall'amore di una donna), poi un purgatorio (alla ricerca di un'identità e di una «scelta tremenda») e infine un paradiso (dopo la conversione e gli ordini religiosi presi in età avanzata, con un calvario fisico e mistico). Tutto è stato vissuto e riletto da Rebora, come nessun altro autore contemporaneo, alla luce della «Divina Commedia», sempre al centro della sua produzione, tanto da lasciare un'edizione del poema con postille in matita rossa e blu a indicare grazia e peccato. Roberto Cicala, da sempre indagatore di carte d'autore, offre un saggio avvincente tra biografia e critica con appendice di inediti, tra cui gli appunti delle lezioni su Dante, maestro di etica ed estetica, letteratura e fede: si riscopre così un poeta novecentesco per il quale «da eterna Poesia a noi viene Dante».
  Questo libro raccoglie, nel 700° anniversario dell'Alighieri, oltre trent'anni di passione e di studio verso un autore novecentesco che Roberto Cicala incontrò la prima volta nell'antologia del liceo e in seguito rivelatosi nei colori azzurri delle copertine a tiratura numerata all'insegna del Pesce d'Oro sulle bancarelle milanesi negli anni dell'università. È la composizione di un mosaico che a ogni aggiunta di tessere inedite mostra aspetti sempre più luminosi.
  La prima parte, biografica, del volume ricostruisce la drammatica ricerca di una «Vita nuova», dall'inferno della guerra, quando Rebora viene internato con la diagnosi di «mania dell'eterno» dopo aver subìto lo scoppio di un colpo di obice, al purgatorio dell'insegnamento da «predicatore senza cattedra» in crisi che non accetta più la costrizione dell'io, fino al paradiso dopo la conversione, anche se la malattia lo paralizza a letto negli ultimi anni da sacerdote facendogli provare una mistica «grazia di patir, morire oscuro». La sua vicenda sulle orme di Dante è narrata attingendo da un epistolario vivacissimo: come confessa a Boine, «lo scrivere lettere inutili è per me talvolta una sottospecie della lirica».
  La seconda parte rilegge la sua opera nella luce dantesca alle origini del Novecento, essendo Rebora - cui anche Montale deve molto - «tra le personalità più importanti dell'espressionismo europeo» (e un confronto con l'arte coeva sarebbe proficuo), per adottare un giudizio di Contini che va aggiornato al di là del «vocabolario pungente, il registro d'immagini e metafore arditissimo». In queste pagine, mettendo in evidenza la figura salvifica della donna, che dalla madre è riflessa nella compagna russa Lydia e poi trasfigurata nella Beatrice di Dante e nella «Vergine madre» del Paradiso, è proposta un'analisi puntuale di memoria poetica dentro la «superba impurità» (così Caproni) di un poeta «necessariamente impervio, discontinuo (non di rado sconcertante)» secondo Orelli, perché le sue parole «colpiscono la fronte del lettore come una sassata», per dirla con Raboni.
  La terza parte del libro raccoglie, in un'appendice, testi e documenti selezionati sempre in funzione dantesca: da poesie e dall'epistolario agli autografi e agli appunti inediti delle lezioni su Dante, alle postille sulla Commedia e agli spunti scritti nei tipici cartigli che Rebora disseminava nei libri più meditati. Sono ulteriori tracce che rendono Rebora forse il più dantesco dei poeti novecenteschi italiani, con una dedizione al pari di Pound, Eliot, Mandel'štam e Borges, avendo adottato la Commedia quale mappa e viatico per convertire l'esilio del tempo umano presente e perenne «in un cammino di redenzione e di dignità dell'umano», come ha individuato Carlo Ossola: così dal «folle volo» e dalle orme infangate del naufrago Ulisse Rebora tenta l'«alto volo» nella luce più pura.
  Scrive Alberto Casadei nella Presentazione: "ripercorrendo tutte le tappe del dantismo di Rebora, si coglie «quasi il diario di un'anima in ricerca spirituale nelle pieghe della letteratura» (cfr. p. 105). Per di più si coglie nei fatti cosa implica il leggere i testi danteschi senza barriere fra percezione del grande stile, dissonante o armonizzante che sia, e meditazione sulle verità cristiane, assodate ma pur sempre da riconquistare. E come Rebora individuava, sulla scorta dell'Elia del Primo libro dei Re (XIX, 9-13), la voce di Dio in un sottile ronzio, iuxta una testimonianza di Montale, così possiamo dire, grazie alle egregie ricerche di Roberto Cicala, che ne cercava una traccia dentro le parole di Dante, autentico scriba Dei e quindi degno di un ascolto perpetuo."

  DAL TESTO – "Dante non è soltanto un gusto letterario ma una scelta di vita che fonda la poesia di Rebora dentro la tradizione dei valori, tra ethos e eidos, attraverso cui il buio della condizione novecentesca di crisi mostra la luce di una sofferta redenzione. Nella Commedia si riflette non tanto un modus poetandi quanto una concezione del mondo, intesa come tensione trascendente in perpetuo contrasto, fin dai Frammenti lirici del 1913, tra azione e conoscenza, tra volontà e realtà. Allo stesso modo Rebora risolve l'antinomia apparente tra dottrina e poesia nel poema sacro lasciando aperto l'approfondimento del rapporto tra figure teologiche e strutture letterarie, attraverso un'unità vissuta in prima persona mediante la fusione provocata da una spiritualità incandescente; è un'unità tentata religiosamente anche tra le diverse esperienze della sua tormentata esistenza."

  L'AUTORE – Roberto Cicala insegna presso l'Università Cattolica a Milano, è editore, critico letterario per «la Repubblica» e «Avvenire», presidente del Centro Novarese di Studi Letterari. Di Rebora ha curato «Bibliografia reboriana» (con V. Rossi, Olschki, 2002), edizioni critiche («Curriculum vitae», con G. Mussini, Interlinea, 2001), inediti e studi. Con il Mulino ha pubblicato «I meccanismi dell'editoria» (2021).

  INDICE DELL'OPERA - Presentazione, di Alberto Casadei - Premessa. Dante, lettura e ispirazione di una vita - Parte prima. La drammatica ricerca di una vita nuova - I. L'alba del Novecento «al tempo che la vita era inesplosa»(1. Un giovane lettore di Dante contro il padre e la società - 2. «Professoruccio filantropo»: gli esordi in poesia e in amore) - II. La parabola di una vita riflessa nella Commedia (1. L'inferno della Grande Guerra: «martirio inimaginabile» nella città di Dite - 2. Il purgatorio nell'«imminenza di attesa»: la ricerca anonima di una missione - 3. Il paradiso di un convertito e mistico: «santità soltanto compie il canto») - Parte seconda. Un'opera novecentesca nella luce di Dante - III. «A verità condusse poesia»: tensioni ed esperienze dantesche (1. La donna che salva: dalla mamma alla Lucciola, da Beatrice alla «Vergine madre» - 2. L'insegnamento dei valori: le lezioni tra Divina Commedia e Vita nuova - 3. Le postille in matita rossa e blu al poema: la lettura di un'intera vita) - IV. «Da eterna Poesia a noi vien Dante»: analisi di memoria poetica (1. «Quattro mura di libri e d'ombre»: un itinerario nella critica - 2. La Commedia nei Frammenti lirici: non solo forma - 3. Dantismi nei Canti anonimi e nelle poesie della guerra e dell'attesa - 4. «Verrà a farmi certo»: per una lettura di Dall'imagine tesa - 5. Dante modello per il Rebora religioso tra Pound e Bibbia - 6. Come un libro aperto: dentro la selva delle fonti e delle interpretazioni) - Parte terza. Appendice - V. Tracce dantesche in testi e documenti (1. Dalle poesie - 2. Dall'epistolario - 3. Riproduzioni di autografi - 4. Postille inedite alla Commedia (Inf. XXVI e Par. XXXIII) - 5. Lezioni su Dante (1929-1930). Appunti inediti - 6. Note dantesche inedite. Cartigli (1930-1950)) - Bibliografia essenziale. I libri di Clemente Rebora - Indice dei luoghi danteschi - Indice dei nomi