Trattato del perfetto cancelliere e altri scritti Stampa E-mail

Bartolomeo Carli Piccolomini

Trattato del perfetto cancelliere
e altri scritti


Nino Aragno Editore, pagg.260, € 25,00

 

piccolomini trattato  Bartolomeo Carli Piccolomini (1503-1538) fu attivo nella vita amministrativa e politica della Repubblica senese, rivestendo, tra le altre, la carica di cancelliere della stessa dapprima nel 1525 e successivamente nel 1529. Autore alquanto prolifico, di lui si conservano manoscritti autografi e opere stampate. In questo volume curato da Germano Pallini, sono stati raccolti i "Trattati della Prudenza" (risalenti probabilmente al periodo 1526-1528), il "Trattato del perfetto cancelliere" e quattro discorsi politici.

  Nella Premessa, Jean-Louis Fournel chiarisce che "Carli Piccolomini non propone una forma senese del machiavellismo ma una specie di preistoria del machiavellismo, di un Machiavelli che vive in modo pacifico, né monumentalizzato né demonizzato, in dialogo con le altre fonti politiche di un cancelliere colto".

  Tale concetto trova conferma nel saggio introduttivo del Curatore, in cui si legge: "Nella ricerca di un punto d'incontro tra le parti avverse, Bartolomeo Carli Piccolomini mette al servizio della politica tutte le risorse dell'eloquenza, compreso il "suo" Machiavelli. Sarebbe tuttavia un errore vedere in lui una sorta di Machiavelli senese, e leggere i suoi scritti alla sola luce delle opere del Segretario".

  Secondo Bartolomeo Carli Piccolomini, l'età "atta a tener quel titolo, et esercitar quello studio" (cioè la carica di cancelliere) è "adunque una matura età, tanto che sia più piena e di sapere e di discrezione, e che possi sopportare le gravezze".

  Poiché il cancelliere ha "più a valer del dire che d'altro, bisogna che di quello sia maestro principalmente". Pertanto, coloro che "senza vestirsi alcuna falsa credenzia hanno gentilmente congionta con la scienzia la virtù della lingua, si possono dire atti a tale esercitio".

  L'Autore raccomanda poi "modestia, destrezza e ragione", evitando "alcuna arroganza che lo possi macchiare". Il cancelliere dev'essere "pulito in ogni minima azione sua". Ed è bene che conosca le "lingue moderne forestiere, come spagnuola e franzese, e altre nelle quali possi esser scritto alla sua repubblica".

  "Userà piacevolezza – aggiunge il Carli – et una dolce maniera nel comandare, e se gli doverà ammonire, o ricordare lo offitio loro, per via di esortatione amorevole gli doverà far solleciti, e diligenti, perché gran parte dell'honor del Cancelliere pende da loro".

  Nell'Appendice, sono riportate la lettera di Claudio Tolomei a Gabriele Cesano (datata 21 gennaio 1531) e l'orazione pronunciata da Alessandro Guglielmi in occasione della morte di Bartolomeo Carli Piccolomini.