La grande trattativa Stampa E-mail

Nicola Terrenato

La grande trattativa
L'espansione di Roma in Italia tra storia e archeologia


Carocci Editore, pagg.330, € 28,00

 

terrenato trattativa  Nicola Terrenato (E. B. Van Deman Collegiate Professor of Roman Studies nella University of Michigan) rilegge, in questo libro, la storia e le dinamiche dell'imperialismo romano dalle origini fino alla Seconda guerra punica, ipotizzando uno scenario alternativo fondato sull'"esistenza di una grande trattativa fra aristocratici, raggruppati in fazioni, che funse da catalizzatore per l'unificazione dell'intera penisola". Secondo tale chiave interpretativa che "contrasta con la maggior parte delle opere storiografiche (comprese alcune scritte solo pochi secoli dopo i fatti) e che in più punti è basata su indizi e congetture", Roma e i suoi generali avrebbero esercitato "un ruolo meno preponderante di quel che generalmente si crede".

  L'Autore ritiene che il ruolo chiave, invece, venne svolto dalle "aristocrazie terriere, e molte (ma assolutamente non tutte) casate non romane furono partecipanti volenterose o solo leggermente riluttanti di tali sviluppi, quando non ne furono le promotrici".

  La ricerca "si concentra sui primi due secoli della conquista dell'Italia peninsulare", contestualizzandoli "nella lunga storia che li ha preceduti, oltre che in una più ampia prospettiva mediterranea".

  Il Mediterraneo centrale, infatti, "ospitava già da secoli una miriade" di "gruppi di parentela" che "vivevano in villaggi fortificati e combattevano piccole guerre di scorreria, tenuti insieme da uno stretto vincolo di fedeltà familiare; possedevano dei dipendenti sociali di vario genere e presentavano dinamiche interne molto complesse".

  Nell'arco di tempo compreso tra il IX e il VI secolo a.C., alcune di queste "élite confinanti si unirono per formare più ampie comunità statali, che assunsero quasi sempre una forma urbana", pur non dissolvendosi "nelle nuove entità, alle quali cedettero semplicemente una parte del loro potere in alcuni specifici contesti pubblici".

  Terrenato avanza l'ipotesi "che l'unificazione possa essere spiegata come una reazione delle élite alle mutate condizioni e alle sfide dell'epoca". Ciò, tuttavia, "non equivale a dire che tutti" gli aristocratici "abbiano visto migliorare la propria posizione, in un idilliaco scenario in cui tutti vincevano. La conquista dell'Italia, come tutte le grandi trasformazioni storiche, ebbe i suoi sconfitti, che subirono terribili privazioni in termini di vite umane e di proprietà".

  Quindi, la conquista romana dell'Italia ebbe dei perdenti e conobbe pure "enormi spargimenti di sangue, schiavitù, stupri, incendi, saccheggi e confische", che "colpirono in modo sproporzionato coloro che si erano opposti al progetto di integrazione risultato vincente".