La Guerra del Vietnam Stampa E-mail

Errico De Gaetano

La Guerra del Vietnam
Storia militare del conflitto più controverso del XX secolo


Diarkos, pagg.815, € 23,00

 

degaetano vietnam  Errico De Gaetano (generale di brigata dell'Esercito italiano) ricostruisce in questo ampio e documentato volume la storia delle operazioni militari della lunga Guerra del Vietnam (1945-1975), "uno dei conflitti più controversi e complessi del Novecento, spiccando per la rilevanza degli aspetti politici e mediatici rispetto alle operazioni militari e per la natura peculiare di queste ultime, caratterizzate dalla presenza simultanea di guerriglia e combattimento convenzionale".

  La guerra è caratterizzata anche dalla "vittoria impossibile di un Paese non sviluppato contro le più avanzate forze militari della Francia prima e degli Stati Uniti poi, testimoniando la superiorità della volontà di prevalere e dello spirito combattivo rispetto alla tecnologia, della "guerra totale" rispetto alla "guerra limitata", oltre a sottolineare l'importanza decisiva di una strategia chiara e lineare che orienti l'insieme degli sforzi nazionali verso il raggiungimento della vittoria".

  La ricostruzione abbraccia l'intero conflitto, prendendo le mosse dal termine della Seconda guerra mondiale e dal successivo confronto – noto come Guerra d'Indocina - tra gli indipendentisti di Ho Chi Minh (Viet Minh) e la Francia che portò alla divisione del Vietnam, focalizzando poi l'attenzione sul successivo intervento statunitense volto a "reprimere l'insorgenza viet cong e respingere l'aggressione dell'Esercito popolare del Vietnam del Nord (Seconda Guerra d'Indocina, o Guerra del Vietnam), fino allo scontro finale tra Nord e Sud (Terza Guerra d'Indocina)".

  Secondo l'Autore, quella combattuta in Vietnam fu "una guerra su diversi piani, che oggi rientrerebbe nella definizione di "conflitto ibrido", con l'esecuzione simultanea di terrorismo, sovversione e guerriglia, ma anche di operazioni convenzionali "ad alta intensità" e con una continua battaglia per la narrazione sul fronte della comunicazione strategica. Fu un conflitto fatto di attentati nelle città, imboscate nella giungla, ma anche di grandi operazioni classiche con impiego di carri armati, artiglieria, fortificazioni, e così via. Coerentemente con gli assunti della "guerra rivoluzionaria" di Mao Tse Dong, i Viet Minh prima e i viet cong-nordvietnamiti poi, aprirono la lotta con guerriglia e terrorismo, trasformandola progressivamente in un confronto convenzionale, man mano che le forze a ciò necessarie divenivano disponibili. La Terza guerra d'Indocina, aspetto sconosciuto ai più, fu invece un conflitto prevalentemente convenzionale con un ruolo molto limitato, se non addirittura insignificante, della guerriglia".

  Sebbene la Guerra del Vietnam nel corso del tempo abbia finito per diventare sinonimo di "impresa impossibile", De Gaetano dissente da tale opinione, spiegando non esistono "guerre impossibili, ma solo guerre pianificate e combattute male. È piuttosto vero il contrario: in condizioni normali, cioè contro un avversario determinato e privo di vincoli politici, il movimento Viet Minh e il Vietnam del Nord non avrebbero mai potuto vincere, essendo la sproporzione di forze troppo grande". Le guerre, però, vanno "pianificate correttamente per poter essere vinte, e la disponibilità di mezzi di combattimento superiori o persino illimitati non fornisce alcuna assicurazione di successo".

  Sia i francesi sia gli americani "videro nel Vietnam un "conflitto limitato", al punto che lo stato di guerra non fu mai dichiarato, con tutte le conseguenze morali e giuridiche che è facile immaginare".

  Mentre "i vertici politici francesi videro nell'Indocina un problema di "polizia coloniale" che avrebbe dovuto essere risolto con forze insufficienti e senza alcuna concessione alle ex colonie", quelli statunitensi condussero le operazioni secondo "una logica di escalation controllata con una continua espansione delle forze e della portata e delle operazioni che risultò irrilevante, proprio perché l'incremento progressivo del livello di confronto consentiva al nemico di adattarvisi agevolmente".

  Pur vicini a una vittoria decisiva al culmine della grande offensiva del Tet nel 1968, gli americani furono privi "di una visione strategica finalizzata a conseguire efficacemente gli obiettivi indicati dalla politica. Senza chiari obiettivi militari le pur continue vittorie tattiche risultarono irrilevanti, così come la stessa disponibilità illimitata di mezzi da combattimento. La strategia statunitense fu rivista in maniera estensiva nel 1969 per condurre una "guerra migliore", ma ormai, a causa, del crollo del morale nazionale, gli obiettivi politici erano declinati esclusivamente in termini di celere disimpegno dal Vietnam e non più di vittoria sul campo".

  Il volume di Errico De Gaetano si segnala per l'obiettività e la profondità dell'analisi e – come spiega l'Autore – "vuole essere un omaggio ai soldati di tutti i belligeranti e alla popolazione civile, coinvolta come non mai dagli effetti dei combattimenti, affinché la memoria del loro sacrificio e delle loro gesta possa perpetuarsi" nelle pagine del libro.