Atlante geopolitico del Cattolicesimo Stampa E-mail

Matteo Matzuzzi

Atlante geopolitico del Cattolicesimo
Come cambia il potere dentro la Chiesa


Piemme, pagg.171, € 18,90

 

matzuzzi atlante  Matteo Matzuzzi (caporedattore del quotidiano "Il Foglio") esamina, in questo libro, la geopolitica (intesa "come materia incaricata di studiare i cambiamenti globali") del Cattolicesimo.

  "La Chiesa cattolica – scrive l'Autore – si muove, muta pelle cercando di restare fedele ai princìpi. Nuove figure emergono, spesso dalle periferie più lontane, portando un carico vissuto particolare e non sempre compreso alle latitudini romane. Si guardi ai numeri del collegio cardinalizio, meno europeo e più asiatico, segno che il baricentro si sposta inesorabilmente verso le nuove terre di missione e di evangelizzazione. La vecchia Europa ha l'affanno, stretta nella morsa della secolarizzazione e di una fede sempre più sbiadita e di routine".

  La crisi che colpisce oggi la Chiesa, secondo Matzuzzi, "non è legata alla situazione contingente, non è determinata dal "fattore Francesco" come vorrebbero far credere combattivi ambienti del conservatorismo cattolico nostalgici di tempi gloriosi e andati, anche se non si capisce bene a quali ci si riferisca. Di certo non a dieci anni fa, neppure a venti o trenta. Oggi, molto più semplicemente, emergono in superficie i frutti di quanto seminato nei decenni scorsi, da quando la svolta antropologica ha cambiato tutto, imprimendo una svolta radicale al senso religioso".

  Il declino ha conosciuto un'accelerazione negli anni Sessanta del Novecento ed è stato "acuito da una secolarizzazione che spezza inesorabilmente il ritmo della quotidianità scandito dal campanile".

  In Italia, "terra di papi e santi", "il declino è stato più lento e gli effetti della secolarizzazione mitigati dal substrato culturale che resta cristiano".

  "Nel tempo della pandemia – aggiunge l'Autore – lo scollamento della Chiesa con la società reale, già latente, si è manifestato in tutta la sua forza. Una distanza tra fedeli e pastori che si è acuita fino al punto di parlare di irrilevanza".

  Un'altra nota dolente è rappresentata dal crollo delle vocazioni sacerdotali.

  Matzuzzi spiega che Bergoglio "ha impresso una chiara verticalità al potere vaticano. Certo, ci sono i sinodi, gli appelli alla collegialità, ma chi decide alla fine è sempre e solo lui. Lo si vede rispetto alle nomine episcopali, agli atti di governo, alle scelte legislative che non di rado hanno creato imbarazzo ai custodi dei sacri canoni d'oltretevere, stante la proliferazione di rescritti e motu proprio intervenuti anche in processi in corso".

  Il pontificato bergogliano costituisce "uno spartiacque e sarebbe sbagliato oltreché superficiale non sottolinearlo. Un pontificato che ha concluso la lunga fase post conciliare, segnando confini netti – si pensi solo alla liturgia – e aprendo la prospettiva della Chiesa di periferia (geografica e sociologica)".

  Nei prossimi decenni, la Chiesa subirà nuovi cambiamenti, anche se risulta difficile fare "previsioni e tirare conclusioni": "A nulla vale scrutare astri e oroscopi, ché il vento soffia dove vuole e la barca che ha preso il largo prima o poi arriverà a una meta. Nessuno sa quale".