Il purgatorio dei vinti Stampa E-mail

Gianni Oliva

Il purgatorio dei vinti
La storia dei prigionieri fascisti nel campo di Coltano


Mondadori, pagg.216, € 21,00

 

oliva purgatorio  Gianni Oliva (docente di Storia delle istituzioni militari) ricostruisce in questo saggio la vicenda dei fascisti – da "Dario Fo a Raimondo Vianello, da Ugo Tognazzi a Walter Chiari, da Giorgio Albertazzi ad Enrico Maria Salerno: e con loro il giornalista Mauro De Mauro, il futuro deputato missino Mirko Tremaglia, l'olimpionico della marcia Pino Dordoni, lo storico Roberto Vivarelli" - che alla fine della Seconda guerra mondiale vennero imprigionati nel campo di prigionia di Coltano, "alle porte di Pisa".

  "Ci sono tanti nomi diventati illustri – scrive l'Autore - tra le decine di migliaia di uomini in uniforme della Repubblica Sociale Italiana che nella primavera 1945 giungono al capolinea della loro militanza fascista. Alcuni vengono arrestati dalle truppe angloamericane negli ultimi giorni di guerra, altri si arrendono per aver salva la vita e sfuggire alla giustizia insurrezionale, altri ancora sono consegnati alle truppe alleate da formazioni partigiane moderate, altri vengono fermati mentre cercano di raggiungere le proprie case. Sono i "vinti" della guerra civile, i "ragazzi di Salò", adolescenti o poco più che dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 hanno scelto la continuità con i valori del combattentismo nei quali il Ventennio li ha educati e che in nome di un senso malinteso della patria e dell'onore sono andati volontari a cercare la dannunziana "bella morte". Un numero significativo dei loro camerati (circa 10mila, secondo le stime approssimative dei tempi d'emergenza) hanno avuto un destino drammatico, travolti nella convulsione della resa dei conti con cui si conclude la guerra civile: loro, invece, riescono a sopravvivere e poi ad iniziare una nuova vita, che in alcuni casi li porterà ai vertici del successo professionale e alla notorietà".

  Nel campo di Coltano, i militi della Repubblica Sociale Italiana vengono rinchiusi insieme con "altri prigionieri meno giovani di loro: il più famoso è il poeta americano Ezra Pound, ormai sessantenne, strenuo ammiratore di Hitler e Mussolini; ancora poco noto, ma destinato ad una prestigiosa carriera come direttore d'orchestra e compositore, è il trentaduenne Gorni Kramer; ci sono generali del Regio Esercito passati al servizio della Rsi come Gastone Gambara, che a Salò è diventato Capo di Stato Maggiore dell'Esercito".

  "Coltano – aggiunge Oliva - è una vasta area agricola nel comune di Pisa: nel maggio 1945 i Comandi Alleati requisiscono 1200 ettari, allontanano gli agricoltori lasciando loro un modesto indennizzo, e in poche settimane realizzano un gigantesco campo che a giugno è già operativo: è il "POW 337", presidiato da reparti della 92ª divisione americana "Buffalo", una struttura di rigorosa geometria militare, suddivisa in dieci settori di baracche di legno, con il perimetro delimitato da due ordini di siepi spinate e da altre due a gabbioni per impedire le evasioni. Il campo ospita 34mila prigionieri che vivono in condizioni severe: i "camerati di Coltano" patiscono le conseguenze del sovraffollamento, del vitto scarso, della repressione, della mancanza di qualsiasi attività, dell'incertezza sul futuro, del caldo torrido (non un albero e spesso non un soffio d'aria, nonostante sia vicina la pineta di San Rossore): non è un inferno in terra, se paragonato ad Auschwitz o ai gulag staliniani, ma certamente un purgatorio, sofferto e punitivo".

  Nel corso di un'intervista rilasciata nel 1998, Raimondo Vianello "ha raccontato le ragioni della sua esperienza di sottufficiale volontario in un reparto di bersaglieri: "non rinnego né Sanremo, né Salò", ha detto, sottolineando la differenza tra i progetti per i quali gli uomini si battono (e il progetto della Rsi era sicuramente dalla parte sbagliata della storia) e la buona fede di coloro che hanno compiuto la scelta. Altri hanno lasciato intendere senza entrare nel merito, come Walter Chiari; altri ancora hanno decisamente negato, come Dario Fo, sino a quando sono emerse fotografie in divisa da milite paracadutista del "Battaglione Azzurro". Percorsi diversi, sospesi tra rielaborazione, censura e rimozione: nella loro articolazione, essi sono lo specchio di una stagione turbolenta con la quale i conti non sono ancora stati fatti sino in fondo".