Scacco alla pace. Monaco 1938 Stampa E-mail

Maurizio Serra

Scacco alla pace
Monaco 1938


Neri Pozza, pagg.496, € 25,00

 

serra scacco  La Conferenza di Monaco, che si svolse dal 29 al 30 settembre 1938, ha segnato uno degli episodi più rilevantidella storia diplomatica europea del XX secolo. Questo incontro tra i principali protagonisti della politica europea - i leader di Gran Bretagna, Francia, Italia e Germania - è passato alla storia come un esempio emblematico di "appeasement", ovvero la politica di concessioni alle potenze totalitarie al fine di evitare un conflitto armato. La questione centrale della Conferenza di Monaco riguardava la crisi dei Sudeti, una regione della Cecoslovacchia abitata da una numerosa minoranza tedesca, che Adolf Hitler reclamava con la scusa di proteggere i suoi connazionali. Il risultato fu la cessione dei Sudeti alla Germania, una mossa che non solo rafforzò la posizione di Hitler, ma che segnò anche la fragilità e la disunione delle democrazie europee di fronte all'espansionismo nazista. Questo accordo, che inizialmente sembrava aver evitato il conflitto, rivelò in seguito le sue terribili conseguenze, alimentando ulteriormente le ambizioni tedesche e portando direttamente alla Seconda guerra mondiale.

  Il trattato di Monaco è entrato nell'immaginario collettivo come un simbolo della debolezza e della disillusione delle potenze europee di fronte al regime di Hitler, ma anche come un momento cruciale in cui le democrazie cedettero alla minaccia del totalitarismo, sperando di evitare un conflitto devastante. Tuttavia, con il passare del tempo, la valutazione storica di Monaco si è arricchita di nuove interpretazioni, che cercano di comprendere i complessi intrecci diplomatici e le motivazioni dietro le scelte dei vari protagonisti.

  Maurizio Serra, nell'opera *Scacco alla pace. Monaco 1938*, presenta una ricostruzione minuziosa e documentata della Conferenza di Monaco, analizzando i suoi risvolti non solo sul piano diplomatico, ma anche attraverso il contesto storico e politico che l'ha preceduta e seguita. La sua ricerca, che si estende su più di vent'anni di archiviazione e analisi di fonti inedite provenienti da tutta Europa, restituisce una visione complessa e sfaccettata dell'evento, al di là della consueta narrazione che lo vede come il semplice epilogo della politica di appeasement delle democrazie.

  Serra si distingue per la capacità di tratteggiare i ritratti dei principali attori della conferenza - Hitler, Mussolini, Chamberlain e Daladier -approfondendo le motivazioni che li spingevano a compiere scelte così decisive. Non si limita a raccontare gli eventi con un approccio lineare, ma esplora le dinamiche psicologiche e politiche che influenzarono le decisioni di ognuno di questi leader. Hitler, consapevole della debolezza delle democrazie europee, gioca la sua partita con astuzia, mentre Mussolini si presenta come un interlocutore ambiguo, che non si allinea completamente al Terzo Reich, ma che cerca di sfruttare la situazione per ottenere vantaggi per l'Italia fascista.

  Chamberlain, il Primo Ministro britannico, è il volto emblematico della politica di appeasement: nel tentativo di evitare una guerra devastante, si ritrova a fare concessioni sempre più ampie, credendo che Hitler fosse disposto a fermarsi. Daladier, il Primo Ministro francese, appare meno convinto, ma si trova costretto a seguire il volere della Gran Bretagna per mantenere l'alleanza. Serra, con lucidità e precisione, evidenzia come le scelte di questi uomini non siano state mosse esclusivamente da un desiderio di pace, ma anche da calcoli politici, debolezze interne e timori riguardo le proprie capacità di far fronte a una guerra imminente.

  Un aspetto fondamentale del libro è la riscoperta del ruolo di Benito Mussolini. Tradizionalmente, la figura di Mussolini nella Conferenza di Monaco è stata vista come quella di un mero mediatore tra le potenze, una figura secondaria rispetto al confronto diretto tra Hitler e le democrazie. Tuttavia, Serra, con l'ausilio di documenti inediti, ci presenta un Mussolini ben più complesso. Non ancora pienamente allineato con il Reich, il Duce cercava di evitare il conflitto, sondando le reazioni delle potenze democratiche e cercando di trarre vantaggio dalla sua posizione intermedia. La sua consapevolezza delle debolezze dell'esercito italiano e dei limiti di un'espansione che avrebbe potuto compromettere gli interessi italiani emerge chiaramente dalla ricostruzione di Serra, che ci restituisce una figura di Mussolini non del tutto allineato con il destino di guerra che poi avrebbe segnato il fascismo italiano.

  Una delle intuizioni più brillanti di Serra è la riflessione sulla "grande assenza" alla conferenza: la mancata partecipazione di due attori cruciali, Roosevelt e Stalin. Mentre la Gran Bretagna e la Francia trattavano il destino dei Sudeti senza considerare la presenza di altri interessi internazionali, la situazione geopolitica si stava evolvendo in maniera drammatica. Il Patto Molotov-Ribbentrop, che sarebbe stato firmato l'anno successivo, divideva la Polonia tra Germania e Unione Sovietica, un'intesa che preparava il terreno per il conflitto che sarebbe scoppiato di lì a poco. La lettura di Serra suggerisce che, sebbene Monaco sia ricordato come il momento in cui l'Europa cedette alla Germania, esso faceva già parte di un gioco internazionale ben più complesso, dove il coinvolgimento degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica era destinato a rivelarsi cruciale.

  Il libro non si limita a una mera cronaca degli eventi, ma arricchisce la narrazione con aneddoti e rivelazioni che dipingono in modo vivido l'atmosfera di quel periodo. Le discussioni dietro le quinte, le trattative private, i dissidi tra i protagonisti sono raccontati con uno stile che riesce a rendere il lettore partecipe di una storia che si snoda tra reticenze, malintesi e giochi di potere. Serra rivela inoltre come la storia di Monaco non si fermi ai giorni della conferenza, ma prosegua con le sue conseguenze catastrofiche, dando forma al futuro assetto europeo e mondiale.

  Serra fornisce una lettura originale e ben documentata di uno degli eventi più cruciali della Seconda guerra mondiale. Con una scrittura chiara e incisiva, l'Autore riesce a scoprire e illuminare i meccanismi politici che hanno condotto alla capitolazione delle democrazie, mettendo in luce le sfumature di scelte che, nel bene e nel male, hanno cambiato il corso della storia. Un libro che aiuta a comprendere non solo l'evento di Monaco, ma anche le profonde implicazioni politiche e storiche che ne sono derivate.