L'Imaginifico. Vita di Gabriele D'Annunzio Stampa E-mail

Maurizio Serra

L'Imaginifico
Vita di Gabriele D'Annunzio


Neri Pozza, pagg.719, € 25,00

 

serra imaginifico  IL LIBRO – Era bianco come la neve, impomatato, immacolato nell'abito e nella persona, con un guardaroba che uguagliava quello del principe di Galles, e una calvizie precoce che ne fece, con l'età, un «piccolo idolo d'ebano dalla testa d'avorio» (Marinetti). Di statura modesta, aveva la fronte alta, volitiva, il naso dritto, ma «lo sguardo e la bocca così deboli, completamente abbandonati alle fatalità e alle passioni». Nell'aspetto, non tradiva alcunché del poeta o dell'artista, ma, stando alle parole di Romain Rolland che lo detestava, «sembrava un addetto d'ambasciata molto snob». Scandali, duelli, separazioni accompagnate da tentativi di suicidio e da soggiorni all'ospedale psichiatrico suggellavano puntualmente i suoi numerosi amori. Lettore onnivoro, era un cesellatore del plagio capace di prendere tanto dai classici quanto dalle tendenze e dagli stili alla moda.
  Un avventuriero, dunque? Un fatuo Narciso che le bizzarre circostanze dell'epoca elevarono a «scrittore più celebre al mondo», oggetto di ammirazione di Thomas Mann, D.H. Lawrence, Pound, Hemingway, Brecht e Borges?
  Cercando l'uomo al di là del personaggio che lo occulta, Maurizio Serra mostra, in questa imponente biografia, come Gabriele D'Annunzio non sia stato affatto un frivolo esteta che indossava di volta in volta i panni del poeta, del seduttore, dell'uomo d'azione, del condottiero. «È stato, dall'inizio alla fine, un poeta dell'azione, un aedo epico portato alle stelle dal movimento esistenziale, paralizzato dal decadimento, ucciso dall'inerzia», un cultore dell'opera d'arte totale wagneriana il cui coerente, intimo scopo era «riproporre il vate dantesco, guida lirica e sacerdotale della nazione». Non un avventuriero, dunque, ma un principe dell'avventura, «precursore e fratello maggiore dei Lawrence d'Arabia, Saint-Exupéry, Malraux e Romain Gary».

  DAL TESTO – "D'Annunzio è un italiano realista fino al midollo, dotato di un fiuto finissimo delle opportunità e di un senso spregiudicato di adattamento. La sua duttilità nasconde una volontà accanita di successo; ma, da stratega napoleonico, vuole dettarne le condizioni. Impulsivo in superficie, calcolatore nel fondo, misura con cura i rapporti di forza per partire all'attacco, una volta individuato l'obiettivo. Poeta "arcadico" agli esordi, rivolto a un pubblico d'élite, è al tempo stesso un impresario delle lettere e negozia le sue tariffe e percentuali con la durezza dei mercanti di bestiame che vedeva da bambino nelle sagre di paese. Ricopia senza imbarazzo i propri manoscritti per venderli come originali agli ammiratori. I collezionisti conoscono bene questo mercato di veri-falsi dannunziani. Si vanterà tuttavia di seguire unicamente la propria ispirazione e di non aver scritto alcunché su commissione. Precursore, lo fu anche nella creazione di tecniche di promozione per autori debuttanti, quando, ancora adolescente, fece annunciare nelle gazzette di essere morto in un incidente di cavallo per promuovere la diffusione del suo primo libro di versi. Pochi sono i prodotti dell'industria italiana nascente, dall'arredamento ai tessili, dall'automobile all'aviazione, dai profumi ai liquori, fino alle acque minerali e ai lassativi, per i quali non abbia inventato nomi o slogan lirico-pubblicitari ben ritmati e ben remunerati. Pochi sono i grandi alberghi, le terme, i circoli sportivi e gli aeroclub della penisola che non abbiano esibito (e talvolta non lo facciano ancora) una fotografia impreziosita con una dedica, una massima greca o latina, un motto medievale tracciati con «la sua alta scrittura volitiva» (Eugène-Melchior de Vogüé). Due generazioni di italiani hanno imitato la grafia di D'Annunzio: da Mussolini (nato nel 1883) a mio padre (nato nel 1914). Ma numerosi sono i sopravvissuti delle trincee del Carso e di Fiume che conserveranno come una reliquia un pezzo di carta ingiallito recante l'iscrizione di sua mano Al mio camerata... E dalla guerra in prima linea come marinaio, fante, lanciere, aviatore, egli riporterà solo la sua indennità di decorato e di mutilato, che destinerà poi all'associazione degli ex combattenti."

  L'AUTORE – Maurizio Serra (Londra, 1955) diplomatico e scrittore. Tra le sue opere "Malaparte vite e leggende" (Marsilio, 2012), "Antivita di Italo Svevo" (Aragno, 2017) e "L'Imaginifico. Vita di Gabriele D'Annunzio" (Neri Pozza, 2019), la cui edizione francese ha ottenuto il Prix Chateaubriand (2018) e il Prix de l'Académie des Littératures (2019). Nel 2018, Serra ha ricevuto il Prix de la Fondation Prince Pierre de Monaco per l'insieme della sua opera.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione. Al posto che gli spetta e gli spetterà - Parte prima. L'innocente (1863-1897) - 1. Il demone della dualità (1863-1880) - 2. Il Duca minimo (1881-1887) - 3. Figlio di ogni voluttà (1888-1896) - Parte seconda. Il conquistatore (1897-giugno 1914) - 1. Trionfo della vita (1897-1904) - 2. La bellezza dei marmi (1905-inizio marzo 1910) - 3. Douce France (fine marzo 1910-giugno 1914) - Parte terza. Il comandante (luglio 1914 - "Natale di sangue" 1920) - 1. «Quel duro soldatino...» (luglio 1914-dicembre 1915) - 2. Ariel armato (gennaio 1916-12 settembre 1919, ore 11 e 45) - 3. Fiume, i cinquecento giorni (pomeriggio del 12 settembre 1919 - "Natale di sangue" 1920) - Parte quarta. L'agonizzante (1921-1938) - 1. L'uomo d'inazione (1921-1924) - 2. «So che il giorno è prossimo» (1925-1932) - 3. Il crepuscolo di un fauno (1933-1938) – Epilogo. «Oh, ricordi dolci e laceranti!...» - Bibliografia essenziale - Indice dei nomi