La mediazione mancata. Saggio su Giovanni Gentile Stampa E-mail

Luca Basile

La mediazione mancata. Saggio su Giovanni Gentile

Marsilio, pagg.170, Euro 19,00

 

basile_gentile.jpg  IL LIBRO - Questo volume tenta una analisi complessiva del pensiero gentiliano - dai lavori giovanili, il Rosmini e Gioberti e La filosofia di Marx, sino a Genesi e struttura della società -, e, pur riconoscendone l’assoluta rilevanza entro la costellazione filosofica della contemporaneità, nonché alcune felicissime intuizioni, cerca di esaminarne incoerenze interne e limiti: dal ripiegamento sul fronte del soggettivismo; del formalismo; e di una peculiare variante del pragmatismo; allo smarrimento della mediazione e del dialettismo reale; al problematico rapporto con Hegel. Un contributo critico, dunque, di interesse non solo per lo studioso specialista, riguardo a snodi cruciali del pensiero del Novecento.

 

  DAL TESTO - "Non è difficile cogliere come il discrimen fra Croce e Gentile, nella considerazione del pensiero marxiano, contenga in sé l'embrione di due concezioni radicalmente diverse, a cominciare dall'intendimento della missione del "politico" e della statualità, giacché se Gentile, con la filosofia dell'atto puro, afferma l'agire umano quale inculcato, implicando l'equivalenza fra forza e autodominio dello spirito, nella coincidenza "prassi"- "pensiero" che nulla ha fuori di sé e che si riassume nella vita dello Stato (così distaccandosi dall'autentica posizione di Hegel sulla questione, la quale non indugia in una visione "ingenua" del medesimo "Stato etico", bensì lo considera nella sua interiorità al divenire e come oggetto di un continuo oltrepassamento da parte delle molteplici forme di esso divenire), Croce, con la propria "religione della libertà", pensa l'eticità non in guisa di "dover essere" derivato dalla concezione formalistico-kantiana della morale, né come spazio direttamente coincidente con quello del politico (con ciò sicuramente inverando l'errore "di fondo" del liberalismo classico), bensì come operatività che impedisce l'insterilirsi utilitaristico-individualistico dei diversi interessi e li media vicendevolmente. In breve, il primo dissolve il mondo nell'unità pensiero-prassi - con la primaria conseguenza di risolvere la "società civile" nella "società politica", all'insegna, però, della postulazione, implicata dall'unità dell'atto, della menzionata identificazione della "storia" con la "storia dello Stato", la quale conclude inevitabilmente alla assunzione della coincidenza "senza relazioni esterne" di forza e consenso e, di qui, sia alla regressione dal piano etico a quello economico-corporativo che al sostanziale svuotamento del significato politico stesso del procedere storico, nelle sue linee interne, in favore dell'autoporsi dell'"essere incondizionato" della soggettività assoluta -, il secondo considera la prassi nel suo essere circoscritta e "formata" dagli altri momenti dello spirito".

 

  L'AUTORE - Luca Basile si è laureato all’Università di Pisa e sta conseguendo il dottorato in filosofia e teorie sociali contemporanee dell’Università di Bari. Ha al suo attivo la pubblicazione di contributi filosofici sulle riviste «Filosofia oggi», «Studi sciacchiani», «Glaux» e «Gli argomenti umani».

 

  INDICE DELL'OPERA - Premessa - I. Anti-illuminismo e filosofia: il Rosmini e Gioberti - II. Alle radici della espulsione attualistica della mediazione: La filosofia di Marx - III. Tempo storico, soggettivismo assoluto e "perdita di storicità" - IV. Indistintivismo, "creazionismo del pensiero" e spunti interni alla riflessione gentiliana - V. Sul tema della guerra in chiave attualistica - VI. "Stato-forza" e soggettivismo assoluto - VII. Attualismo e religione - VIII. L'esclusione dell'alter. Su Genesi e struttura della società