Scienza politica e forme dell'egemonia Stampa E-mail

Luca Basile

Scienza politica e forme dell'egemonia
Intorno al problema della classe dirigente in Mosca, Michels, Gramsci


Casa editrice Il Prato, pagg.208, € 15,00

 

basile scienzapolitica  IL LIBRO – L'intento d'insieme dei tre testi raccolti nel volume, che fanno perno sul tema della tradizione dell'élitismo italiano, si profila quello di contribuire alla riflessione attorno al nesso dello statuto storicamente determinato della scienza politica con le condizioni di costruzione della classe dirigente, in una fase in cui i fasti del ciclo neoliberista invocano tanto una lucida ricognizione delle radici dell'ideologia della riduzione della politica a tecnica (poggiante, innanzi tutto, sulla considerazione della mediazione delle domande sociali come esiziale impaccio rispetto alla funzionalità del sistema) e della democrazia come procedura di scelta del decisore politico, quanto dei meccanismi - spesso a ciò intrecciati - di contrazione personalistica. Su questa strada diverrà possibile ritrovare i fili di una adeguata reimpostazione della questione degli intellettuali in ordine alla funzione dei soggetti politici e ai caratteri di determinate strategie egemoniche. Reimpostazione che certo richiama, oltre alla necessità di immergersi entro il 'laboratorio' gramsciano, all'attenta penetrazione del 'problema-Weber'.
  I tre saggi offrono, insomma, una lettura in chiave gramsciana della teoria delle élites posta alla base della fondazione della scienza politica. Il primo si presenta come un sintetico insieme di note sviluppabili in vista di una ricerca più vasta e compiuta circa il pensiero di Gaetano Mosca, evidenziandone l'originale ma robusto impianto naturalistico-positivista nonché l'inclinazione a divaricare liberalismo e democrazia. Il secondo saggio prosegue le direttrici di ricerca del primo, focalizzando, in questa luce, le indicazioni interpretative a proposito del contributo teorico-politico moschiano fornite da Gramsci nei "Quaderni". In ultimo, il terzo saggio, più ampio, dedicato al rapporto di Gramsci con le tesi, formulate da R. Michels, della 'legge ferrea delle oligarchie' e della leadership carismatica cerca di porre in relazione il presente plesso di questioni con l'affermarsi della natura di massa del fascismo, valorizzando la decisiva incidenza della nozione di 'rivoluzione passiva'. Il tutto conducendo una disanima puntale ed esaustiva sul piano della ricostruzione filologico-storiografica.

  DAL TESTO – "Approfondire il carattere della relazione da Gramsci intrattenuta, nei Quaderni, con le tesi di Gaetano Mosca, ed interrogarsi sui circoscritti termini della possibile avvicinabilità, ad alcune condizioni, della teoria dell'egemonia alla posizione élitistica può rilevarsi utile. Utile poiché affrontare l'argomento consente di evidenziare, una volta di più, come tale dispositivo teorico appaia costruito su basi alternative a quelle contraddistintive della tradizione sia del marxismo orientale che occidentale. Ciò vale per una pluralità di questioni: dal perché Gramsci si sottragga all'alternativa fra 'democrazia formale' e 'democrazia sostanziale', sino a quella, che vi presiede, concernente la matura formulazione del rifiuto della opposizione fra 'vita' e 'forme' e della presupposizione di un soggetto a cui esclusivamente affidare il compito della ricomposizione della reale totalità storico-politica. Nella presente sede non potremo far altro che abbozzare le prime linee di una ricerca che esigerebbe ben più ampio svolgimento, coll'intento di configurare, magari, un passo avanti su un terreno in cui, al momento, non sono emersi molti studi."

  L'AUTORE – Luca Basile si è laureato presso l'Università di Pisa ed ha conseguito il dottorato in Filosofia e Teorie Sociali contemporanee presso l'Università di Bari, dove è stato contrattista al Dipartimento di Studi di Storia del Mediterraneo. È attualmente assegnista di ricerca presso la Facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele di Milano. Ha al suo attivo i volumi: "La mediazione mancata. Saggio su G. Gentile" (Marsilio, 2008); "Per una teoria del mercato. Labriola, Croce, Gramsci" (PensaMultimedia, 2009); e "Tempo storico e 'mediazione sovrana'. Tre studi su Hegel" (Luciano, 2010). Ha curato, per i tipi di Bompiani, insieme a L. Steardo, con un amplissimo saggio critico introduttivo, il volume che raccoglie "Tutte le opere filosofiche e di teoria dell'educazione" di A. Labriola. Ha curato, inoltre, la bibliografia degli scritti di Biagio De Giovanni nel volume collettaneo in suo onore. Ha collaborato con i periodici: "Giornale critico della filosofia italiana"; "Filosofia oggi"; "Quaderni di storia dell'Università di Torino"; "Glaux"; "Critica marxista"; "Annali della Facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università di Bari"; "Giornale critico di storia delle idee"; "Trimestre"; "Il contributo". Ha partecipato come relatore a numerosi convegni scientifici.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione – I. Scienza politica e modello naturalistico. Spunti e appunti per una ricerca su Gaetano Mosca – II. Mosca, Gramsci e la distinzione governanti-governati. Alcune considerazioni preliminari – III. 'Direzione charismatica' e 'primitivismo politico'. Il confronto con Michels e l'analisi del fascismo nei "Quaderni del carcere" di A. Gramsci