1956. L'anno spartiacque Stampa E-mail

Luciano Canfora

1956. L’anno spartiacque

Sellerio Editore, pagg.192, Euro 12,00

 

canfora1956.jpg  IL LIBRO – Il 1956 fu l’anno decisivo nei rapporti fra l’Occidente e il blocco sovietico. Luciano Canfora lo racconta attraverso l'analisi delle contraddizioni che erano alla radice del rapporto segreto di Krusciov, degli ambigui inizi della destalinizzazione, della rivoluzione ungherese e della sua repressione, della crisi di Suez, che costituirono il riflesso dell'ambiguità speculare dell'URSS e delle potenze occidentali nell'appoggiare e contrastare opposti nazionalismi. Tre eventi strettamente collegati, la cui interpretazione resta fondamentale per comprendere la storia del Novecento.

 

  DAL TESTO – “Il patto di Varsavia rappresenta una novità. Con Stalin non esisteva nulla del genere. Non c’era una alleanza organica ma un’egemonia di fatto dell’Unione Sovietica sui paesi sottoposti al suo controllo politico. La ragione di ciò va ricercata nel fatto che Stalin era convinto che gli equilibri raggiunti dall’Europa dopo la fine della guerra, in particolare in Germania, fossero precari. Egli puntava ad una riunificazione tedesca in cambio di una neutralizzazione del paese e quindi riteneva che cristallizzare le due Germanie in due patti militari contrapposti fosse uno sbaglio, comunque una scelta senza ritorno. Ma Stalin era morto nel ’53 e subito dopo la sua scomparsa c’era stata una vicenda drammatica: l’eliminazione violenta di Lavrenti Beria, che era parso all’inizio il dirigente di punta nella gerarchia sovietica. Ma la liquidazione di Beria ci porta già dentro la crisi che culminerà nel 1956. Nel quadro che veniamo tracciando non parrà strano che abbiano importanza avvenimenti dislocati in paesi differenti. Abbiamo ricordato le elezioni francesi, la formazione del Patto di Varsavia, la scomparsa di Stalin nel ’53 e abbiamo fatto allusione, sia pure in breve, alla crisi al vertice sovietico, alle difficoltà di organizzare una successione al lunghissimo governo di Stalin. Studiare la crisi al vertice sovietico ci porta alla radice delle vicende che esplosero nel 1956. Per far questo dobbiamo spingerci all’indietro, fino al congresso precedente il XX; il XIX congresso del Partito comunista sovietico, celebrato nell’ottobre del 1952, con Stalin ancora vivo”.

 

  L’AUTORE – Luciano Canfora (1942) insegna Filologia greca e latina. Con questa casa editrice ha pubblicato: La democrazia come violenza (1982), Storie di oligarchi (1983), Il comunista senza partito (1984), La sentenza (1985 e 2005), La biblioteca scomparsa (1986), Vita di Lucrezio (1993), Demagogia (1993), Manifesto della libertà (1994), La lista di Andocide (1998), Un ribelle in cerca di libertà. Profilo di Palmiro Togliatti (1998), Un mestiere pericoloso. La vita quotidiana dei filosofi greci (2000), Il copista come autore (2002) e 1914 (2006); ha curato il volume antologico Libri e biblioteche (2002). Dirige la collana «La città antica» di questa casa editrice e la rivista «Quaderni di storia».

 

  INDICE DELL’OPERA – Nota, di Sergio Valzania – 1956. L’anno spartiacque – 1. Come cominciò – 2. Antefatto – 3. Incomincia il dopo Stalin – 4. “Non allineati” – 5.L’Egitto nasseriano. Prodromi del XX congresso – 6. Si apre il XX congresso – 7. Il rapporto ufficiale – 8. Le risoluzione finali – 9. Il rapporto segreto – 10. Come il rapporto segreto giunse in Occidente – 11. Gli effetti del rapporto segreto – 12. Togliatti e l’intervista a “Nuovi Argomenti” – 13. Scacco all’Islanda, i “sofismi” di Ulbricht – 14. Il ritorno di Gomulka – 15. Nasser e il canale – 16. Dalla “sindrome di Stalingrado” alla rivolta ungherese – 17. La rivoluzione ungherese – 18. Suez e Budapest – 19. Le conseguenze dei due conflitti – 20. Epilogo non lieto – Appendice. Come fu deciso l’intervento, di Veljko Miciunovich