La riforma di Benedetto XVI. La liturgia tra innovazione e tradizione Stampa E-mail

Nicola Bux

La riforma di Benedetto XVI. La liturgia tra innovazione e tradizione

Piemme, pagg.127, Euro 12,00

 

bux_riforma.jpg  IL LIBRO - Quando nel luglio 2007 il Motu Proprio di Benedetto XVI ha ripristinato la celebrazione della Messa in latino, da più parti si sono levate vibranti voci di protesta. Il timore diffuso era - ed è - quello che Papa Ratzinger avesse finalmente gettato la maschera, rivelandosi quel reazionario difensore della tradizione che i più accusavano di essere fin dai tempi in cui era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cioè l'ex Sant'Uffizio.

  A queste obiezioni Benedetto XVI ha replicato mostrando come la ripresa del rito latino non sia un "passo indietro", un ritorno ai tempi precedenti il Concilio Vaticano II, bensì un guardare avanti, riprendendo dalla tradizione passata quanto di più bello e ricco essa possa offrire alla vita presente della Chiesa.

  Quello che Papa Ratzinger vuol fare nella sua opera di riforma è rinnovare la vita del cristiano - i gesti, le parole, il tempo del quotidiano - restaurando nella liturgia un sapiente equilibrio tra innovazione e tradizione. Facendo con ciò emergere l'immagine di una Chiesa sempre in cammino, capace di riflettere su se stessa e di valorizzare i tesori di cui è ricco il suo scrigno millenario.

 

  DAL TESTO - "La tradizione nella Chiesa si trasmette anche mediante le traduzioni dei testi liturgici nelle lingue parlate. Tradurre è collegato al tradere ma anche al rischio di tradire. Si conoscono le critiche alla leggerezza - e peggio ancora, alle invasioni e deviazioni ideologiche - che hanno caratterizzato diverse versioni del messale romano, negli anni immediatamente post-conciliari, e soprattutto quella inglese. Di documenti-guida da parte della Congregazione per il culto divino ve ne sono, ma difficilmente osservati. Chi è venuto a conoscenza della lettera del cardinale prefetto Francis Arinze del 17 ottobre 2006 inviata a tutti i vescovi, circa il mutamento in "per molti" dell'espressione "per tutti" nella formula di consacrazione del vino nella santa messa?

  "[...] nella lettera del cardinal Arinze si invitavano le conferenze episcopali a catechizzare i fedeli per prepararli all'introduzione della traduzione precisa nelle lingue nazionali della formula pro multis (per esempio, for many, per molti, ecc.) nella prossima edizione del messale romano che i vescovi e la Santa Sede approveranno per l'uso in quei paesi. Già l'istruzioni Liturgiam authenticam domandava di fare «uno sforzo per essere più fedeli ai testi latini delle edizioni titpiche»".

 

  L'AUTORE - Sacerdote dell’arcidiocesi di Bari, don Nicola Bux ha studiato e insegnato a Gerusalemme e Roma. Docente di liturgia orientale e di teologia dei sacramenti nella Facoltà Teologica Pugliese, è stato perito al sinodo dei vescovi sull’eucaristia. È consultore delle Congregazioni per la Dottrina della Fede e per le Cause dei Santi e consulente della rivista teologica internazionale «Communio». Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo: Perché i cristiani non temono il martirio (Piemme, 2000); Dove egli dimora. Il senso dell’adorazione nella vita cristiana (San Paolo, 2005); Il Signore dei misteri. Eucaristia e relativismo (Cantagalli, 2005); con A. Garuti, Pietro ama e unisce. La responsabilità personale del papa per la Chiesa universale (Studio Domenicano, 2007).

 

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione, di Vittorio Messori - I. La sacra e divina liturgia - II. A chi ci avviciniamo con il culto divino - III. La battaglia sulla riforma liturgica - IV. La tregua del Papa - V. La crisi ecclesiale e il crollo della liturgia - VI. Come incontrare il mistero - VII. Un nuovo movimento liturgico