Caos Asia. Il fallimento occidentale nella polveriera del mondo Stampa E-mail

Ahmed Rashid

Caos Asia. Il fallimento occidentale nella polveriera del mondo

Feltrinelli, pagg.528, Euro 25,00

 

rashid_caosasia.jpg  IL LIBRO - L’assassinio della leader pakistana Benazir Bhutto è solo l’inizio della discesa nel caos. Sull’orlo del precipizio è ormai un’intera regione dell’Asia, che dal confine indiano si estende fino all’Afghanistan, all’Iraq e alle piccole repubbliche centroasiatiche nate dalla dissoluzione dell’impero sovietico: un’area decisiva dal punto di vista strategico ed economico, eppure ancora sostanzialmente celata allo sguardo occidentale.

  L’intervento americano successivo all’11 settembre avrebbe dovuto riportare ordine nella regione. Invece gli Stati Uniti si sono limitati a rovesciare il regime talebano in Afghanistan senza preoccuparsi di mettere in opera una vera azione di ricostruzione nazionale, capace di far emergere una società civile in grado di offrire corpo e anima a un reale progetto democratico. Oggi questo errore gravissimo si riverbera sull’intera area centroasiatica, con particolare evidenza in Iraq e nella polveriera pakistana.

  Con la sua riconosciuta abilità nel descrivere i principali attori in campo e nel tratteggiare i fondali storici della regione, Rashid ci accompagna nel vivo degli avvenimenti degli ultimi anni. La sua conclusione è sconcertante: è già iniziato il conto alla rovescia, siamo già entrati in una situazione di caos totale.

 

  DAL TESTO - "Il fallimento Usa nel ricostruire l’Afghanistan e l’Iraq o nel sospingere il Pakistan e l’Asia centrale verso le riforme e la democrazia ha praticamente sottratto ai musulmani moderati ogni possibilità di appoggiare la lotta dell’Occidente contro l’estremismo islamico o di introdurre un cambiamento nei propri paesi. La campagna statunitense per eliminare al Qaeda si è trasformata in un intervento americano molto più vasto nel mondo islamico, un intervento che non aveva nulla a che vedere con al Qaeda e che i musulmani non potevano né appoggiare né tollerare.

  "Il trattamento dei prigionieri da parte dei militari Usa a Guantánamo e ad Abu Ghraib era sintomo di una guerra che si espandeva sempre di più e che contrariava l’intero globo. Nel 2007 ormai si era verificato uno spostamento decisivo in paesi chiave come il Pakistan, dove l’odio per Musharraf e gli americani ha superato l’odio per al Qaeda, sebbene migliaia di pachistani morissero per gli attentati suicidi organizzati da al Qaeda. Questo ha reso la lotta agli estremisti molto più difficile.

  "Ora che nel 2008 l’era Bush si avvia alla sua conclusione, la potenza americana è in pezzi. L’esercito Usa è fisicamente ridotto e colpito, il popolo americano disilluso e alla deriva, la credibilità degli Stati Uniti in macerie, e il mondo è diventato un luogo molto più pericoloso. La guerra in Iraq ha mandato sul lastrico gli Stati Uniti, consumando fino a undici miliardi di dollari al mese. Alla fine le strategie dell’amministrazione Bush hanno creato nell’Asia meridionale e centrale una situazione di crisi molto più grave di quella esistente prima dell’11 settembre. Ora vi sono insurrezioni aperte di talebani in Afghanistan e in Pakistan, e il prossimo punto caldo potrebbe essere l’Uzbekistan. La sicurezza delle armi nucleari pachistane è ai primi posti delle preoccupazioni dei governi occidentali. È cresciuto il numero degli stati falliti nel mondo musulmano, mentre al Qaeda si è espansa ovunque.

  "Il popolo americano ha colto la tragedia associata alla spropositata reazione imperiale di Bush e, come sicuramente dimostreranno le elezioni del 2008, non è più ingenuo, ignorante o spaventato quanto lo era dopo l’11 settembre. Il popolo americano, però, ha impiegato del tempo per apprendere queste lezioni, nel frattempo la potenza statunitense è stata dilapidata e l’odio per gli americani è diventato un fenomeno globale. L’eredità storica di Bush sarà quella del fallimento. Questo libro è un tentativo di spiegare come ciò sia successo a Washington e sul campo in Afghanistan, in Pakistan e in Asia centrale."

 

  L'AUTORE - Ahmed Rashid (1948) è stato corrispondente per la “Far Eastern Economic Review” per ventidue anni fino alla sua chiusura. Attualmente scrive per “Daily Telegraph”, “International Herald Tribune”, “New York Review of Books”, “Bbc Online”, “The Nation”. Suoi articoli in italiano appaiono su “Internazionale”. Compare regolarmente su canali internazionali di informazione come Cnn e Bbc. Segue il conflitto afghano fin da prima dell’invasione sovietica del 1979 ed è stato per lungo tempo l’unico giornalista accreditato nell’area. Il suo libro più importante, Talebani (Feltrinelli 2001), è stato un grande successo mondiale tradotto in ventisei lingue. L’altro suo libro importante è Nel cuore dell’Islam (Feltrinelli 2002), sullo sviluppo del fondamentalismo islamico nelle repubbliche centroasiatiche.

 

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione: L’impero fuori bersaglio e la costruzione nazionale - Parte prima: L’11 settembre e la guerra - 1. Un uomo con una missione: L’interminabile conflitto in Afghanistan - 2. “Gli Usa reagiranno come un orso ferito”: Il Pakistan nella lunga ricerca della sua anima - 3. La schizofrenia del capo dell’esecutivo: Il Pakistan, le Nazioni Unite e gli Stati Uniti prima dell’11 settembre - 4. Attacco!: Rappresaglia e invasione - 5. Alla ricerca di una composizione: Afghanistan e Pakistan ai ferri corti - Parte seconda: La politica del mondo post-11 settembre - 6. Uno stato mentale nucleare: L’India, il Pakistan e la guerra di instabilità permanente - 7. Signori della guerra da un miliardo di dollari: La guerra all’interno dell’Afghanistan - 8. L’attimo perduto di Musharraf: Opportunità politica e governo autoritario - Parte terza: Il fallimento della costruzione nazionale - 9. Afghanistan I: La ricostruzione economica - 10. Afghanistan II: Ricostruire la sicurezza - 11. Il doppio gioco con l’estremismo islamico: Al Qaeda e i talebani in Pakistan - 12. Rinascita talebana: I talebani tornano a casa - Parte quarta: Franando nel caos - 13. Il rifugio di al Qaeda: Le Aree tribali del Pakistan - 14. L’America mostra la strada: Sparizioni e “rendition” - 15. Stupefacenti e delinquenti: L’oppio alimenta la ribellione - 16. Chi ha perso l’Uzbekistan?: La tirannia in Asia centrale - 17. L’offensiva talebana: Finale di partita 2006-2007 - 18. Conclusione: La morte di un’icona e un fragile futuro - Ringraziamenti - Note - Letture consigliate - Dramatis Personae