Viva il Papa! Perché lo attaccano, perché difenderlo Stampa E-mail

Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro

Viva il Papa! Perché lo attaccano, perché difenderlo

Vallecchi, pagg.186, Euro 13,00

 

gnocchi_palmaro_viva  IL LIBRO – «Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi»: è ben più che una massima evangelica, è il programma di vita di ogni cristiano che non voglia tradire la sua vocazione. Perciò, quando il 19 aprile 2005 fu eletto papa, il cardinale Joseph Ratzinger immaginava sicuramente tutti gli attacchi odiosi e maramaldeschi che avrebbe dovuto subire. Entrato in conclave dichiarando guerra al mondo relativista e a un cattolicesimo pavido e malaticcio, non contava certo di evitare lo scontro. Tanto più che dimostrò subito di voler fare ciò che il mondo relativista e il cattolicesimo malaticcio proprio non possono tollerare: ridare vigore a Roma e al Papato. Un programma assolutamente imperdonabile all’alba del terzo millennio. Così si spiegano le aggressioni iniziate il giorno stesso dell’elezione, di cui le vicende legate ai casi di pedofilia tra i sacerdoti cattolici sono solo uno degli esempi più eclatanti. Magari, Benedetto XVI non ha incontrato tanto apprezzamento tra i colleghi teologi e intellettuali, però è riuscito in un’operazione molto più cattolica: portare dopo tanto tempo i cattolici in piazza San Pietro a gridare orgogliosamente «Viva il Papa».

  DAL TESTO – “La persecuzione del mondo nei confronti della Chiesa è ingiusta, ma non irragionevole. Nel senso che il mondo ha ovviamente torto nel suo furore anticattolico, e tuttavia il mondo ha molte "ragioni" per cui odiare in maniera lucida e insieme viscerale il Papa e i sacerdoti. La Chiesa assomma in sé una serie impressionante di caratteristiche che sembrano fatte apposta per scandalizzare il mondo, e in particolare questo mondo, che è il prodotto della modernità e della postmodernità. In parte, la forte personalità di Benedetto XVI spiega il livore del mondo. Si potrebbe dire, per usare la felice espressione coniata da Alain Besançon, che questo Papa si sia dato un compito di ampio respiro e molto ambizioso: «La restaurazione dell'intelligenza in seno alla Chiesa». Forse è principalmente per questo motivo che egli è tanto temuto e perfino osteggiato in seno al collegio episcopale. Benedetto XVI, il Papa della ragione, in una cultura che invece si autodemolisce sotto i colpi del relativismo e del non cognitivismo. È il Papa della liturgia, in un cattolicesimo che invece per quarant'anni ha lavorato senza sosta allo smantellamento del rito e della forma della messa e della stessa compostezza formale del suo clero. È il Papa della dottrina, in un cattolicesimo che invece ha bruciato in pubblica piazza il Catechismo di san Pio X per sostituirlo con gli evanescenti sussidi partoriti dalle conferenze episcopali. È il Papa del rigore, in un mondo che invece incoraggia la superficialità e la cialtroneria improvvisata. È un Papa antimoderno e tradizionale, in una cultura dominante che è invece "novolatrica", cioè alla ricerca del nuovo a prescindere dal suo contenuto”.

  GLI AUTORI – Alessandro Gnocchi, studioso delle tematiche religiose nella letteratura moderna e contemporanea, e Mario Palmaro, filosofo del diritto, sono due tra le firme più conosciute e più battagliere del panorama cattolico. Collaborano con varie testate, tra cui «il Foglio», «Libero» e la rivista di apologetica «Il Timone». Tra i libri che hanno scritto insieme: Cattivi maestri. Inchiesta sui nemici della Verità; Cronache da Babele. Viaggio nella crisi della modernità; Contro il logorio del laicismo moderno; Io speriamo che resto cattolico; Giovannino Guareschi: c’era una volta il padre di don Camillo e Peppone; Tradizione, il vero volto; Rapporto sulla tradizione.

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione – I. Il mistero d'iniquità e «Colui che lo trattiene» - II. Per il mondo il "Papa buono" è quello morto – III. Non licet esse christianos – IV. L'eresia del XX secolo – V. Le due Chiese – VI. La Grazia, il mezzo e il messaggio – VII. Il fumo di Satana nel tempio di Dio – VIII. Manuale del perfetto papista