Gheddafi. Storia di una dittatura rivoluzionaria Stampa E-mail

Alessandro Aruffo

Gheddafi
Storia di una dittatura rivoluzionaria

Castelvecchi Editore, pagg.256, Euro 9,50

 

aruffo_gheddafi  IL LIBRO – Muhammar Gheddafi è il potere in Libia dal 1969. È salito al comando con un colpo di Stato militare che ha portato la fine delle elezioni e dei partiti politici. Dopo aver mercanteggiato con l'Occidente grazie alle enormi riserve di greggio, oggi tutto il mondo vuole la sua fine. Nei principale centri della Libia si combatte una violenta guerra civile tra insorti e milizie di fedelissimi e mercenari del Colonnello. Con l'inizio dell'operazione militare Nato, Odyssey Dawn, il regime comincia a cedere e ci si interroga su quale sarà il destino del Paese del Rais. Lo spettro di un nuovo colonialismo e gli interessi sul petrolio potrebbero far rimpiangere in patria la figura di Gheddafi? Alessandro Aruffo, studioso si politica africana e mediorientale, in questo saggio lo storico ricostruisce la figura del Colonnello: la sua ascesa al potere, il Libro Verde, l'utopia dell'unità araba e la sua ambiguità nei rapporti internazionali.

  DAL TESTO – “Al di là dell'esito del conflitto, rimane l'incertezza di fondo sulla transizione politica, i cui sbocchi restano, a tutt'oggi, carichi di incognite. Oscurità cui contribuisce l'eterogeneo schieramento dell'opposizione al raïs. I suoi protagonisti sociali appartengono a settori di piccola e media borghesia commerciale, intellettuale e professionale. E il loro nazionalismo, dalle molteplici sfaccettature, incrocia il tradizionalismo religioso espresso dalla Fratellanza musulmana e dal danismo di marca senussita. Non va poi ignorato il peso politico-consuetudinario della moschea e della predicazione degli imam. A sua volta, il nazionalismo antiautocratico di settori militari convive in maniera contraddittoria con la presenza fra gli oppositori di ex-membri del regime, la cui fisionomia politico-ideologica resta da decifrare. Basti pensare a Mustafa Abdul Jalil, attuale leader del Consiglio provvisorio insediato a Bengasi e membro della Confraternita dei Senussi, che fino al febbraio 2010 è stato ministro della Giustizia, prima di essere inserito da Amnesty International nella lista dei violatori dei diritti umani. A sua volta, il generale Fatah Younis - a suo tempo capo della famigerata polizia politica - rappresenta l'ala militare disposta a sostituire Gheddafi. Anche Moussa Koussa, ex-capo dei servizi segreti (1994-2009) ed ex-ministro degli Esteri - fuggito a Londra dopo l'inizio dei bombardamenti NATO - presenta un curriculum di tutto rispetto. È stato il collegamento della CIA in Libia, sospettato di coinvolgimento nell'attentato di Lockerbie del 1988 e coinvolto nell'uccisione di dissidenti in esilio. Di contro, ha sostenuto l'abbandono del programma volto alla fabbricazione di armi di distruzione di massa e si è impegnato nella lotta al terrorismo. Stando così le cose, rimangono comunque seri dubbi sulla sua sincerità e affidabilità democratica. Non va trascurata - seppur minoritaria - neanche l'opposizione jihadista in Cirenaica, che ha fornito combattenti in Afghanistan e in Iraq. Tra i ribelli di Bengasi non mancano democratici autentici e convinti «rivoluzionari» della cui incidenza politica poco si può dire al momento. In questo indefinito fronte di opposizione è riemersa la retribalizzazione della politica di un Paese dove l'appartenenza alla tribù risulta elemento qualificante di fedeltà e canale obbligato di passaggio nella ripartizione del potere e della ricchezza. Il revanscismo tribale è così riemerso dal profondo della storia per riprendere le redini della politica, sintomo del persistente dualismo fra Stato territoriale e comunitarismo tribale. Dualismo sul quale incidono sia ipoteche regionali, sia i processi di trasformazione della società indotti dalla modernità.”

  L’AUTORE – Alessandro Aruffo è docente universitario e studioso dei Paesi afroasiatici. Tra i suoi libri: Africa Afriche (1993), Il mondo islamico (1995), Donne e Islam (2000), Questione ebraica e questione israeliana (2005), L’Europa e le sue radici islamiche (2007), La spada dell’Islam (2010).

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione - 1. L'invenzione della Libia (L'indipendenza pilotata - Neocolonialismo e nazionalisti - Tre Stati, una Libia - La crisi del regime monarchico) - 2. Gheddafi, il beduino rivoluzionario (l primi passi del Colonnello - Il colpo di Stato militare - Esordi rivoluzionari - 3. La repubblica indipendente - Il nuovo impianto istituzionale - Basi e petrolio: la sfida all'Occidente - La lotta alle opposizioni - Il dilemma islamista) - 4. I rapporti italo-libici (Gli italiani e Idris - Gheddafi, l'anti-italiano - Business e terrorismo, un rapporto tormentato - Tra tensioni e accordi - Il raïs e il Cavaliere) - 5. Gheddafi l'arabo (Il disegno panarabo - Gheddafi e il Mashreq - Verso il Maghreb) - 6. Gheddafi l'africano (Si cambia scenario - Ciad: la prova del fuoco - Non solo Ciad - Il non-allineato) - 7. Il «nemico» americano (Tripoli-Washington, un rapporto controverso - L'offensiva di Reagan - Bush senior e la morsa dell'embargo - Da Bush jr a Obama) – Appendice. Il Libro Verde di Gheddafi (La Terza Teoria Universale - Il discorso di Zuara - Il problema della democrazia - Il socialismo islamico - Classe, tribù, nazione - Gheddafi e la «questione femminile») – Note – Bibliografia – Libri - Giornali e riviste