Manifesto antimoderno Stampa E-mail

Luigi Iannone

Manifesto antimoderno

Rubbettino, pagg.169, Euro 14,00

 

iannone_manifesto  IL LIBRO – Questo libro è un viaggio tra filosofia e letteratura, sociologia e politologia, cinema e poesia, che interseca i mali del nostro tempo e incrocia attenti osservatori come Bauman e Pasolini, Dostoevskij e Jùnger, Heidegger e Arendt, Marcuse e Tolkien, Galimberti e de Benoist, Marramao e Latouche, Weil e Bergman, Mishima e Severino, Lévi-Strauss e Giddens, Castoriadis e Baudrillard. È una provocazione e un confronto con le contraddizioni del presente, che non scade mai nel nostalgismo. Una critica della modernità che mette sotto accusa una società piegata dal materialismo e dalla paura; impotente di fronte all'eclissi del sacro; confusa da depressione, frenetismo e noia; in preda al delirio dello sviluppo infinito e irrigidita dal dominio della Tecnica; che ha rinunciato alla Bellezza e all'Arte per rifugiarsi nel kitsch; che si è abbandonata al populismo e ha confuso la libertà con il pensiero unico planetario.

  DAL TESTO – “Il mondo moderno ha liberato l'uomo dalle domande centrali: 'chi sono?', 'da dove vengo?' e 'dove vado?', relegando alla Tecnica la forma della salvezza che un tempo era di Dio. Oggi, il senso dell'esistenza è soddisfare i bisogni e non cercare la Verità: perso il legame con una tradizione, con la lingua, con una patria, cancellato lo spazio e ridimensionato il tempo, non avendo nessun legame con il territorio, turisti invece che abitanti di un luogo, slegati dalle idee ma incarnati nella società digitale dell'informazione, resta solo da chiederei 'dove siamo'?
  “Il pensiero religioso e quello filosofico sembrano non aver alcuno scampo perché la Tecnica si pone come unico scopo sé stessa: come ci ricorda Umberto Galimberti, gli uomini hanno imparato cosa sono la normalità e la follia dallo psichiatra, la salute e la malattia in clinica, la sessualità e la perversione dalla psicanalisi, l'ordine e il disordine dalle scienze sociali, ma è ormai da Durkheim in poi che la connessione tra modernità e secolarizzazione gode di una certa considerazione. Siamo perciò in un'epoca torbida dove non si tenta di modellare la volontà o la coscienza perché gran parte del lavoro è già stato fatto.”

  L’AUTORE – Luigi Iannone (Caserta, 1969) è laureato in Scienze Politiche. Si occupa di Storia delle idee e, in particolar modo, del rapporto tra pensiero conservatore e modernità. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo: Il 1799 in Terra di Lavoro. Storia, storiografia e controrivoluzione (1998), Un conservatore atipico. G. Prezzolini, intellettuale politicamente scorretto (II ed. 2003), Tolkien e Il Signore degli Anelli (2003), Junger e Schmitt. Dialogo sulla modernità con saggio introduttivo di Marcello Staglieno (2009). Ha collaborato con Ernst Nolte, con il quale ha pubblicato il libro-intervista Storia, Europa e Modernità (2008) e curato e prefato La rivoluzione conservatrice nella Germania della Repubblica di Weimar (Rubbettino, 2009). Nel 2010 ha curato il libro-intervista al filosofo Roger Scruton, Il suicidio dell'Occidente. È tra i fondatori dell'ISIS (Istituto Italiano di Scienze Sociali) di Napoli e ha vinto nel 2003 il Premio Nazionale della Cultura, istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l'attività saggistica.

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione. Un conservatore in cerca di futuro, di Marcello Veneziani - Il disagio della realtà (Il male di vivere - La paura - La civiltà dei depressi - Bergman e Mishima come paradigmi) - La morte della bellezza (L'eclissi del sacro - Arte e/o provocazione - Il delirio delle archistar – Onore) - Tempo e storia (Dal mito alla dittatura del presente - Fine dello Stato-nazione - Stato mondiale (il)liberal-democratico - Consenso e opinione pubblica - L'individuo tra libertà e diritti - Europa e Occidente) - Sulla tecnica (Morfologia del nostro tempo - Il lavoro - Lo sviluppo infinito - Il credito come forma di controllo - Verso l'uomo bionico - La società postpolitica) - Indice dei nomi