Ricordi sott'odio Stampa E-mail

Indro Montanelli

Ricordi sott'odio
Ritratti taglienti per cadaveri eccellenti

Rizzoli, pagg.218, Euro 17,00

 

montanelli_ricordi  IL LIBRO – È risaputo. L’alta società assomiglia in tutto e per tutto a un ballo di gala: sotto i lustrini e gli abiti da sera pulsano le rivalità e le discordie più accese, circolano le peggiori malignità e i più infondati pettegolezzi. Eppure c’è chi in questa zona oscura del bel mondo ha imparato a camminare a occhi chiusi, armato solo di un inseparabile taccuino e di una penna affilatissima. Il suo nome è Indro Montanelli.
  Che cosa c’entra una delle firme più prestigiose del Novecento italiano con i retroscena del jet-set e dei salotti letterari?
  La risposta è in questo libro, un concentrato di frecciate che sbeffeggia senza risparmio le ipocrisie e le piccolezze di amici, nemici, conoscenti e colleghi, riuscendo sempre a trasformare lo sdegno in ironia, il disprezzo in aforisma, la cattiveria in arte.
  In questi fulminanti testi inediti, scritti per puro divertimento negli anni Cinquanta (sotto lo sguardo spietato del suo «cattivo maestro» Leo Longanesi), Montanelli rivela tutto il suo talento di dissezionatore del malcostume e mette a frutto il suo fiuto da segugio per stanare le contraddizioni e le magagne di chi gli sta intorno.
  Ma questi Ricordi sott’odio non sono solo un gustosissimo esercizio di crudeltà, sono anche e soprattutto la foto di gruppo di una stagione culturale che nella storia recente del nostro Paese non ha eguali.

  DAL TESTO – “Anche se obbediscono alla sua «vocazione perenne» all'epigrammismo - mai da lui considerata riduttiva e perciò mai abbandonata anche al tempo del «Giornale», quotidianamente affiancando in prima pagina agli articoli di fondo più meditati e seri, propri o d'altri, i taglienti strali dei Controcorrente - questi epitaffi (ulteriore tautologia) riflettono l'epoca. Il loisir che (beffardamente) li ispira muove di certo dal fatto ch'erano improntati all'ottimismo, quegli anni Cinquanta, dopo i disastri bellici perché alle soglie del «boom» economico. Ma la sostanziale amarezza montanelliana indubitabilmente riverbera, a volte, anche l'aspra contrapposizione ideologica allora imposta dalla «Guerra fredda». Per di più Indro aveva in parte intuito che taluni aspetti di quel tempo («Questa situazione di collasso morale, che qualcuno chiama "una pacchia", è destinata ad aggravarsi») erano sulla scivolosa china verso la realtà d'oggi, già allora senza miti, senza miracoli d'arte da proporre alle generazioni del presente e del futuro, con un linguaggio via via destinato a diventare quello dei reality televisivi, e con ben poco di cui i giovani potessero andar fieri. Forse questo contribuì agli aperiodici suoi cupi sconforti, che soltanto il disciplinato rigore d'un continuo e ferreo lavoro, magari anche attraverso la beffa, gli consentiva di superare.”

  L’AUTORE – Indro Montanelli, è stato il più grande giornalista italiano del Novecento: inviato speciale del “Corriere della Sera”, fondatore del “Giornale nuovo” nel 1974 e della “Voce” nel 1994, è tornato nel 1995 al “Corriere” come editorialista. Ha scritto migliaia di articoli e una cinquantina di libri. Tra gli ultimi volumi pubblicati da Rizzoli ricordiamo Morire in piedi e La sublime pazzia della rivolta nel 2006, L’impero bonsai nel 2007, I conti con me stesso nel 2009 e Ve lo avevo detto nel 2011.

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione, di Marcello Staglieno – Ricordi sott’odio – Note all’introduzione