Tracce della Memoria Stampa E-mail

Fulvio Candia

Tracce della Memoria
Ricordi di un ragazzo che volle fare la guerra

Greco & Greco Editori, pagg.232, € 12,00

 

candia_tracce_di_memoria  IL LIBRO – Tracce della Memoria raccoglie i ricordi in parte tratti dalle pagine ingiallite del vecchio diario di guerra dell’Autore. Candia porta alla luce fatti ed episodi assolutamente sconosciuti e perciò destinati a scomparire nell'oblio del tempo. Vicende che esaltano il valore dei nostri soldati che, nei momenti più difficili e tragici del combattimento, lottarono duramente, sostenuti da una grande fede e dall'alto senso dell'onore, riscuotendo l'ammirazione e il rispetto del nemico.

  DAL TESTO – “Il tenente Chiti cominciò ad addestrarci anche con le marce e le corse. Nel grande cortile della caserma, armati di tutto punto, con moschetto, elmetto, giberne piene di caricatori e borsa tattica a tracolla piena di bombe a mano, dava l’''avanti march!" e si partiva al passo, poi, improvvisamente un altro ordine: "Di corsaaa!", che veniva immediatamente eseguito, con lui sempre in testa a correre con noi. E dopo poco seguiva un altro ordine: "Cantare!", e qui sfido chiunque a farsi uscire il fiato mentre si corre con tutta quella roba addosso, "Forza con la voce" ordinava e noi con grande sforzo si obbediva. In una pausa ci diede una spiegazione: "Correndo e cantando si fa... fiato".
  “Addestramento decisamente duro che ci forgiò per tutte le fatiche che in seguito ci trovammo a dover affrontare. Chiti, "figlio" dell'Accademia di Modena, adottava sistemi e ordini particolarmente severi, che aveva certamente acquisito in quella Istituzione. Eravamo allievi ufficiali? E allora ne dovevamo essere all'altezza e non solo con quella fisica del granatiere. La conseguenza per me, fu che con l'arrivo di Chiti avevo finito di fare il lavativo, non potevo più fare i miei comodi, ma continuavo, quando se ne presentava l'occasione, a mandare a fare... in quel posto quei sottufficiali ignoranti che davano spesso ordini cretini solo per far sentire la loro superiorità di grado. "In prigione!" gridavano, e io... "ma vai a fare... tu e chi ti ha fatto sergente!". E in prigione qualche volta ci finii, ma dopo qualche ora, non so per ordine di chi (forse di Chiti che mi stimava) ero di nuovo fuori pronto a mandare in quel posto tutti i sottuffìciali ignoranti. Confesso che mi divertivo.”

  L’AUTORE – Fulvio Candia è nato a Trieste nel 1925, ma vive e lavora a Roma; figlio di un Comandante della Guardia di Finanza di Mare, sin dalla prima infanzia seguì il genitore - con la famiglia - nei suoi trasferimenti presso le maggiori città costiere. Nel 1939, con l'occupazione italiana dell'Albania, seguì il padre destinato al comando del porto di Durazzo. All'inizio delle ostilità con la Grecia, il giovane Candia, appena quindicenne, assunse nome e generalità albanesi per arruolarsi nel I battaglione della "Militia Sqhiptara", composta da volontari albanesi agli ordini di ufficiali e sottoufficiali italiani (la sua giovanissima età non gli consentiva l'arruolamento nell'Esercito Italiano). Ebbe il suo battesimo del fuoco sul fronte greco-albanese, successivamente, con l'occupazione italiana della Grecia, seguì il padre a Corfù, nella nuova destinazione, dove potè riprendere gli studi. Costituito sul posto il Battaglione "San Marco", adibito alla difesa territoriale dell'isola, si aggregò alla "Divisone Acqui" dove fu nuovamente volontario come allievo ufficiale. Dopo l'otto settembre 1943, con il suo battaglione, prese parte attiva alla difesa dell'isola. Catturato dai tedeschi riuscì a salvarsi miracolosamente dalla fucilazione con l'aiuto di amici greci e tornare in Patria. Aderì subito alla RSI arruolandosi come volontario nella V Compagnia Studenti Universitari dei Granatieri di Sardegna, con la quale prese parte alle azioni sul fronte di Nettuno. Desiderando combattere sui MAS, chiese ed ottenne il trasferimento in Marina. Negli ultimi giorni di guerra, con altri marinai si oppose ad un preciso ordine dei tedeschi, rischiando la fucilazione, riuscendo a salvare la città di Venezia dalla sicura distruzione. Nel corso dei combattimenti sui vari fronti fu ferito e decorato con due Croci di Guerra. A fine guerra, rientrato nella vita civile, completò gli studi universitari; fu dirigente di banca pur mantenendo i contatti con le istituzioni militari. Per dodici anni fu presidente di un'Associazione d'Arma che condusse attivamente e con successo. Giornalista e scrittore collabora alle pubblicazioni delle Forze Armate e dei periodici storici; scrive per quotidiani e libri esaltanti l'eroismo sconosciuto dei combattenti, alcuni dei quali, raccolti in quest'opera. Per la sua attività è stato insignito di diversi riconoscimenti.

   INDICE DELL’OPERA – Presentazione – Albania, aprile 1939 (Viene istituito il I Btg. della Milizia Fascista Albanese - Il problema alimentare - Il "Preaviere" di Durazzo - L'incontro con i clandestini che volevano andare al fronte - L'incontro con il bersagliere - Il sottotenente Giuseppe Currà, giovanissimo ufficiale cade sul fronte greco - Durazzo: Lobascio, l'astuto attendente che non conosceva la grammatica - Il trasferimento a Corfù - Al collegio aeronautico "Bruno Mussolini" di Forlì - Ritorno a Corfù - Il Colonnello Luigi Lusignani, valoroso Comandante) - La disperata eroica difesa di Corfù. Dalle pagine del vecchio diario (Il colonnello Lusignani rifiuta di cedere le armi - Un doveroso ricordo del Gen. Antonio Gandin il comandante della Divisione "Acqui") - Lo sfacelo dell'8 Settembre 1943. Nasce la Repubblica Sociale Italiana (Sull'armistizio dell'8 Settembre 1943 e sulle Forze della RSI) – Il 15 ottobre 1943 si ritorna alle armi (Con la dura disciplina nascono i primi Granatieri - Nasce la V Compagnia Studenti Volontari) - V Compagnia Studenti Volontari "10 Giugno" (Ricordi. Il primo incontro con il ten. Chiti. Le corse, la disciplina, l'obbediennza – Le corse - L'obbedienza - L'istinto mi salva dalla raffica - L'originale sveglia del Ten. Chiti - La mania di sparare - La "Beretta" pistola perfetta (autosparante) – Velletri - Il fantasma del giardino - Il recupero delle salme dei civili al chiaro di luna - Gli Americani mi "onorano" con un mitragliamento aereo - Velletri. Famigliarizziamo con le bombe - Il giuramento - I Tedeschi si ritirano senza avvertirci - Fra Anzio e Nettuno la flotta Alleata con centinaia di navi - L'avventuroso ritorno a Velletri dopo una breve lincenza - Fronte di Anzio-Nettuno - L'arrogante e sprezzante comportamento tedesco - Si respira l'aria pesante della morte - Preghiera dalla V Compagnia: "Dacci oggi le nostre bombe quotidiane" - Partenza per Milano - Prima libera uscita a Milano e... le sue conseguenze – Le marce - Il Reggimento Cacciatori degli Appennini e le minacce di morte al Tenente Chiti - Esercitazioni con il lancio di bombe a mano - Manovra a fuoco. Il Tenente Chiti e le bombe a mano inesplose – 1° Battaglione Granatieri di Sardegna Raggruppamento "Cacciatori degli Appennini" e la Compagnia "Roma" (ex V Studenti Volontari "10 Giugno") - La schifosa guerra partigiana) - Il massacro di Villa Minozzo nel ricordo di due superstiti: Fulvio Candia e Giorgio Vincenzi (Si parte da Guastalla - Villa Minozzo: un nome che ha lasciato il segno - L'agguato - La mitraglia semina morte - L'incontro con il colonnello traditore - Preghiera dei Granatieri delle Compagnie «Roma» «Milano» «Mantova» - Dopo Villa Minozzo - Trasferiti all'ospedale militare di Correggio - Raggruppamento "Cacciatori degli Appennini" 1° Battaglione Granatieri di Sardegna 1° Compagnia "Roma" - L'ebreo salvato dai Tedeschi - Giulio Segre: il ragazzo ebreo da noi salvato) - Dalla guerra in montagna alla guerra sul mare (Da Granatiere a Marinaio - I turni di guardia e i falsi allarmi (che procuravo) - Trasferito alla caserma Sanguineti - In ospedale per evitare la deportazione in Germania - La batteria antiaerea "V.499" - Il mio incontro con "Pippo" - Il carosello della morte alla "V.499" - Il Marò Felice Calapai: un altro matto - Finalmente arriva l'ordine di imbarco - Il trasferimento alla batteria "Emo" antiaerea e antinave - Arrivano i Tedeschi con l'ordine di far saltare la batteria - Arrivano i partigiani (a cose fatte) - Mio padre scambiato per un federale fascista - Ma il destino aveva deciso diversamente - L'uomo dalle novantanove divise - I sopravvissuti della Quinta Compagnia - Ricordati di portare la bandiera)