Pagine di gloria Stampa E-mail

Fulvio Candia

Pagine di gloria
I giovani fascisti a Bir el-Gobi e i ragazzi della Folgore


Greco & Greco Editori, pagg.178, € 14,00

 

candia pagine  IL LIBRO – "Pagine di gloria" alcune scritte, proprio nel corso del combattimento, da uomini, alcuni giovanissimi, dotati di una grande fede e sostenuti da un sentito senso dell'Onore di amor di Patria. Ragazzi che non esitarono a sacrificare la loro vita sulle infuocate sabbie del deserto, nel tentativo di fermare le potenti forze nemiche dotate di armi pesanti e carri armati di notevole tonnellaggio. Con questo volume Fulvio Candia desidera portare a conoscenza delle generazioni di oggi l'eroismo dei nostri combattenti in quella durissima, sfortunata guerra, ma anche onorare la memoria dei Caduti affinché non svanisca nell'oblio del tempo.

  DAL TESTO – "«The Mussolini 's Boys», così li chiamavano gli inglesi che nel deserto libico se li trovarono di fronte. Erano tutti giovanissimi. Alcuni di loro avevano appena 15 anni ed erano riusciti a «infiltrarsi» malgrado la severità dei controlli, gli altri dai 16 ai 18 anni. Pochi toccavano i 19 e i 20 anni. Tutti assolutamente volontari.
  "Ma chi erano questi ragazzi? Forse pochissimi esaltati e incoscienti che volevano giocare alla guerra? Niente di tutto questo. Erano i Volontari del «Reggimento Giovani Fascisti» e non erano pochi. Si presentarono in 25.000 ai Distretti Militari. Tutti matti? No, certamente. Erano giovani nati e cresciuti in un clima di esaltante patriottismo, alimentato dalle vicende risorgimentali della storia d'Italia che vide l'esaltazione del volontarismo nelle guerre d'indipendenza; dalle eroiche gesta dei padri nella guerra del 1915-18, molti dei quali anche essi volontari; dalle conquiste coloniali con le quali l'Italia si impose al rispetto e alla considerazione delle potenze mondiali.
  "Sentivano l'orgoglio di essere figli di una Nazione che vantava un retaggio di gloria nella sua storia, antica e recente, Nazione che il Regime aveva imposto all'attenzione del mondo con la conquista di primati in campo internazionale che ne avevano elevato il prestigio. Con questi «precedenti» non potevano stare a guardare, sentivano forte quell'impulso che li spingeva a intervenire sul campo di battaglia. Sapevano bene ciò che rischiavano, sapevano di non andare a giocare alla guerra, sapevano che il ritorno non era assolutamente sicuro. Si poteva tornare o non tornare... Non era questo il motivo per tirarsi indietro. Così la pensavano i giovani di allora e non erano certamente pochi esaltati.
  "La forza di quei ragazzi era data dalla grande fede che avevano dentro: forza che nei momenti difficili li sosteneva diventando essa stessa un'arma, come quella che avevano in pugno, con la quale si lanciavano contro il nemico, incuranti della morte in agguato."

  L'AUTORE – Fulvio Candia è nato a Trieste nel 1925, ma vive e lavora a Roma; figlio di un Comandante della Guardia di Finanza di Mare, sin dalla prima infanzia seguì il genitore - con la famiglia - nei suoi trasferimenti presso le maggiori città costiere. Nel 1939, con l'occupazione italiana dell'Albania, seguì il padre destinato al comando del porto di Durazzo. All'inizio delle ostilità con la Grecia, il giovane Candia, appena quindicenne, assunse nome e generalità albanesi per arruolarsi nel I battaglione della "Militia Sqhiptara", composta da volontari albanesi agli ordini di ufficiali e sottoufficiali italiani (la sua giovanissima età non gli consentiva l'arruolamento nell'Esercito Italiano). Ebbe il suo battesimo del fuoco sul fronte greco-albanese, successivamente, con l'occupazione italiana della Grecia, seguì il padre a Corfù, nella nuova destinazione, dove potè riprendere gli studi. Costituito sul posto il Battaglione "San Marco", adibito alla difesa territoriale dell'isola, si aggregò alla "Divisone Acqui" dove fu nuovamente volontario come allievo ufficiale. Dopo l'otto settembre 1943, con il suo battaglione, prese parte attiva alla difesa dell'isola. Catturato dai tedeschi riuscì a salvarsi miracolosamente dalla fucilazione con l'aiuto di amici greci e tornare in Patria. Aderì subito alla RSI arruolandosi come volontario nella V Compagnia Studenti Universitari dei Granatieri di Sardegna, con la quale prese parte alle azioni sul fronte di Nettuno. Desiderando combattere sui MAS, chiese ed ottenne il trasferimento in Marina. Negli ultimi giorni di guerra, con altri marinai si oppose ad un preciso ordine dei tedeschi, rischiando la fucilazione, riuscendo a salvare la città di Venezia dalla sicura distruzione. Nel corso dei combattimenti sui vari fronti fu ferito e decorato con due Croci di Guerra. A fine guerra, rientrato nella vita civile, completò gli studi universitari; fu dirigente di banca pur mantenendo i contatti con le istituzioni militari. Per dodici anni fu presidente di un'Associazione d'Arma che condusse attivamente e con successo. Giornalista e scrittore collabora alle pubblicazioni delle Forze Armate e dei periodici storici; scrive per quotidiani e libri esaltanti l'eroismo sconosciuto dei combattenti, alcuni dei quali, raccolti in quest'opera. Per la sua attività è stato insignito di diversi riconoscimenti.

  INDICE DELL'OPERA – Parte Prima. L'eroismo dei GGFF di Bir el-Gobi e dei ragazzi della "Folgore" - Parte Seconda. "Folgore" la divisione italiana che si impose all'ammirazione del mondo – Presentazione - Documenti